di Gianluca Panto
Ogni gruppo dirigente che si rispetti deve ben conoscere i numeri che interessano il proprio territorio.
Uno dei punti che stanno interessando il PNV , sia per la gestione della Regione che per la presa di posizione nei confronti dell’opzione nucleare riguardano la produzione di energia elettrica nella nostra regione ed i relativi consumi.
Allo stato attuale, dati 2008, il fabbisogno annuo si è attestato a 33.594,5 GWh.
Di questi appena 16325 sono stati prodotti in casa propria.
Cioè il Veneto importa ben il 52% del proprio consumo elettrico, di cui 1.358,1 da paesi esteri e 15.910,8 da altre regioni dello stato Italia, stiamo parlando sempre di GWh / anno.
Quelli che abbiamo prodotto sono così suddivisi:
- 25% idroelettrico
- 75% termoelettrico tradizionale
La produzione fotovoltaica è ancora oggi praticamente insignificante .( 0,6% della produzione netta e 0,3% del fabbisogno).
Analizzando lo spettro dei consumi elettrici ho scoperto che il deficit energetico del Veneto non esisteva fino all’anno 2000:
Si nota che a partire dall’anno 2001 la produzione di energia nella Regione del Veneto è lentamente diminuita, fino a raggiungere un deficit preoccupante , che non ha riscontro in altre regioni dello stato Italia, le quali hanno tutte una produzione soddisfacente, talvolta un po’ inferiore, talvolta un po’ maggiore del fabbisogno , ma sostanzialmente equilibrata.
Solo noi siamo in situazione di fortissimi deficit per sottoproduzione.
In pratica solo noi rischiamo di restare senza energia !
E ne produciamo molto di meno del nostro fabbisogno.
Ma cosa puo’ essere successo?
Sono stati dimessi degli impianti?
Ho quindi recuperato i dati dell’anno 2000.
Analizzando questi numeri si nota che la produzione idroelettrica non ha subito sostanziali modificazioni.
La produzione termoelettrica nell’anno 2000 è invece stata di 29307 – 4411 = 24896 GWh.
La potenza installata da impianti termoelettrici era nell’anno 2000 di 5191,2 MW netti , mentre nel 2008 di 5036,2 , quindi quasi invariata. Ma nel 2008 con questa potenza hanno prodotto solo 13.000 GWh di energia.
Significa che le nostre centrali termoelettriche, a partire del 2000 hanno diminuito , a parità di potenza installata , la produzione effettiva di energia, e oggi funzionano a mezzo servizio, originando uno spaventoso deficit tra fabbisogno e produzione!
Stiamo parlando di una differenza enorme.
Cosa hanno fatto gli amministratori in carica in questi anni ? Se ne sono accorti , lo hanno comunicato o lo hanno taciuto?
Che senso ha costruire nuove centrali, magari nucleari, se quelle esistenti funzionano a metà potenza?
Qualcuno dovrà dare delle risposte.
Gianluca Panto
candidato alle primarie del PNV
per la nomination a Presidente del Veneto
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la risposta la xe :
Vien mànco cronpàr enerjìa produxèsta in altri lòghi, ca bruxàr petròlio o carbòn de inportasiòn!
Ghemo da tignìr prexénte pò ca na fràca de sentràl le xè stà féste drìo i cunfìni de la rejòn Vèneto e no le rixùlta so le statisteghe.
Rivar l’indipendensa e ecosostenibilità enerjetega le xe na monàda basta volerlo e co còsti gràn bàsi : mini idroeletergo, eolego, fotovoltaego, jeotermego, ridusiòn de disparsiòn e consumi.
No ne serve pi cronpàr gas e gnanca petrolio. In 5 àni a se pol fàr.
Devo fare ammenda, quando tempo fa (per la verità, un anno fa) avevo dato uno sguardo ai dati dei consumi del Veneto, avevo letto il suo potenziale produttivo e non mi ero accorto della sottoproduzione evidenziata in questo articolo. Era la ragione che mi aveva portato a dire che il Veneto aveva un surplus nella produzione di energia, in effetti alla luce di questi dati è un surplus potenziale non sfruttato.
Una osservazione, invece, del tutto personale, che deve ovviamente essere validata, è che sfruttiamo poco le fonti idroelettriche. La ragione stà nel fatto che i principali impianti di produzione idroelettrica sono tutti concentrati sulla produzione ad alta caduta, con le note dighe, mentre non ho trovato evidenza di alcuno sfruttamento sulle basse cadute e alte portate che potrebbero essere implementate su diversi fiumi, non solo ma liberalizzando davvero la produzione di energia si potrebbero sfruttare anche microgeneratori da installare su piccoli corsi d’acqua, oltre ad altre forme di microgenerazione.
Dopotutto una buona parte dell’energia consumata è per uso domestico.
Sulla produzione fotovoltaica non ci credo più. Pensavo che con tutti gli incentivi dati finora vi fosse un’evoluzione, invece a distanza di anni non si è visto nulla che non sia un misero punto percentuale. Il solare elettrico ha molta strada da percorrere, ed i sistemi a silicio mi pare siano al momento un vicolo cieco.
Io temo vi siano dei limiti tecnici, e mi pare che le modalità con cui si sovvenzionano incentivino il commercio spicciolo dell’installazione, ma nessuno sviluppo tecnologico. Infatti ormai i panelli fotovoltaici arrivano solo dalla Cina. Il meccanismo dei finanziamenti in pratica prevede di rubare nella bolletta elettrica per scialacquare questi danari tra i “giusti” compensi a chi amministra tutto sto giro di soldi (prima di tutto) e poi in mille rivoli, dai “consulenti” per la burocrazia per accedere ai finanziamenti, fino agli installatori, ed infine i produttori di pannelli ovvero i cinesi. Quei soldi non servono ad incentivare la ricerca, e se la incentivano lo fanno solo per le imprese straniere.
Vorremmo evidenziare le enormi possibilità di ricavare energia elettrica dalle correnti marine visto che la nostra regione confina con ben 200 km. di mare potenziando la ricerca su tale versante. Potremmo insediare all’Arsenale di Venezia una grande Università del Mare con centro ricerche e campus universitario annessi, riattivando il cuore pulsante della Capitale (altro che museo!). La restaurazione della vocazione marittima, assieme alla ri-conversione delle aree inquinanti della chimica industriale, potrebbero rivitalizzare e riequilibrare l’attuale mono-economia del turismo di massa (vera peste veneziana del III Millennio), restituendo quella talassocrazia alla Regione Veneto, fonte nei secoli di benessere e ricchezza. Samarcho
Altra semplice ipotesi?
Potrebbe essere stata ridotta per far “risultare” che abbiamo l’urgneza di Eelettrica, di conseguenza servono le centrali nuke!
Sull’idea di sfruttare le correnti marine non c’è dubbio che si può lavorare molto. Io mi sono limitato a non parlarne se no faccio la solita figura del “visionario” 🙂
Ma adesso che altri hanno rotto il ghiaccio per me vi dico cosa penso. Negli anni cinquanta furono allargate le bocche di porto di Venezia per fare passare le navi. Quell’opera sconvolse la laguna, per cui i flussi di marea, in particolare quelli generati dalla Sessa (la combinazione di alta marea + vento di scirocco che innalza il livello dell’Adriatico del nord) hanno abbruttito il fenomeno dell’acqua alta.
L’idea allora fu quella del MOSE: paratie elevabili a comando per fronteggiare l’onda di marea. Io butto lì una alternativa: barche-turbina mobili semisommerse, ancorate a terra in vari punti tensori mobili, tali da formare una sorta di diga mobile. Le navi entrano ed escono come se si dovessero aprire le chiuse (cosa normalissima in porti in Atlantico), mentre le barche piccole possono passare lo stesso senza problemi. Le turbine generano energia e frenano la forza della marea, restituendo il flusso antico della laguna. Inoltre quando c’è la Sessa si possono ipercaricare in modo da reprimere l’onda di marea, e produrre al tempo stesso energia.
…è un’idea, tutta da verificare ovviamente.
Sempre a proposito di energia. Ieri ho visto un servizio creato da euronews in relazione alla conferenza di Copenhagen, parlava di Iberdrola, un colosso simile a Enel per la Spagna. Iberdrola ha sistemi di generazione in tutto il mondo, osservati via rete dai centri di controllo in Spagna. Dal 2001 si è impegnata nella creazione di centrali ad energia rinnovabile, in particolare eolico e correnti marine. Complice la bassa densità di popolazione e la ventosità di certe aree verso i Pirenei, Iberdrola -si diceva nel servizio- già ora copre un importante fetta del fabbisogno energetico della Spagna e calcola di coprire il 100% (avete letto bene, centopercento!) del fabbisogno mediante eolico e altre fonti alternative (particolarmente sfruttando il mare) entro il 2030, cioè da qui a vent’anni, lo stesso tempo necessario a costruire un paio di centrali nucleari. Ma mentre nel primo caso la produzione continua ad aumentare ad ogni piccolo progresso, con il nucleare devi aspettare che inaugurino la centrale, e poi devi procurarti l’uranio arricchito, quelle barre giallastre che poi devi tenere in custodia per un migliaio di anni.
Interesanti comenti.
Andè pur vanti.
Sevitarà altri articoi.
Ala fin gavaremo ciapà mejio vision dei vari punti da svilupar drento na costruenda piataforma de laoro .
Pa studiar, co l’aiuto de siensiati e docenti, el novo piano enerjietico dela Venetia Libara .
da Gerri un po’ serio, un po’ “zelig”
Parlando de energia, gò pena parlà co G. Panto scoprendo cualke arcano.
Ades el farà ricerche anca sul FVG, sul Bresian e sula Bergamasca.
In ogni caso son d’acordo co le idee proposte.
Le maree xe na fonte da inplementar, l’eolico xà ancuo pareja costi ed eficensa col termoeletrico, el nuclear no’l serve a gnente (solo a arichir cualke corutore de Stato e a spostar na fraca de problemi ai nostri pronipoti).
El fotovoltaico xè tant pi vanti de cuel che creden, parkè ghe xè tecnologie xà pronte in laboratorio che no le vien utilixade parchè bisogna sfrutar i inpianti atuali che i ga ormai costi de produsion basi ma no i gà ncora amortixà i investimenti struturali calcolai sul medio periodo (6-10 ani).
Sicome el 90% dea produsion mondiale xe cinese (e là el governo manovra tuta l’industria co ‘na sola regia: guai a chi che sgama….) el resto del mondo ghe toca adeguarse.
El primo che gavarà la forsa de scanpar fora dai breveti incrosadi, de ste nove tecnologie e i GigaEuro in scarsea par partir…, radopiarà el % atuale de eficensa (solo 12-14%), decimarà el consuno de siicio (ghe vol siicio da semicondutori – che no’ lè tant – no siicio da goti e cristai) e triplicarà i mq de panei in te un colpo sol.
E 10 minuti dopo i lo gavarà xà copà: parchè el ghe ga roto el xugatolo a: petrolieri vari, cinesi vari, arabi vari (che, pieni de oil, i xe boni de far debiti colosai = vedi Dubai), conpagnie de trasporto varie (navi, treni, camion, pipe), nuclearisti vari, poitici coroti vari, e … me son desmentegà … el soito insemenio che’l girà col Domo de Milan in scarsela.
A proposito: gavemo da domandarghe ai ns. de butar via le pistoe, e de cronpar ‘n asortimento de Domi de Milan: de ges da presa (par passar in tei aeroporti), de plastega (par tiro rapido), de fero pae teste dure, de aciaio inox (par darghe da laorar ala inoxvalley de Susegana-TV), e cola Madonina al curaro pai servisi segreti.
Francamente noantri patrioti… se dovaria usar solo gondoete de legno ecologiche, o Arene de Verona, o sfere de viero coa Basiica del Santo coa neve drento el proseco, o manganei de torrone de Cremona.
Ve imagineo el sior Damiano (questor de Treviso) e el sior Fojadelli (proc dea republica okupante) coi xornaisti, davanti a na scrivania piena de sequestri de Tori de Pisa perforanti (da 20 cm), de Colosei da mortaio (30 cm), de Moli Antoneliane da balestra, de miniature de Goldoni-kamikaze co na sintura de raudi, e parchè no, anca cualche fiasco de rosso andà in xeo par maciarghe ‘a divisa ala Digos.
Mah…, xe mejo che pensemo ala ns corente eletrica; parchè dovaremo esere suficenti cuando che stacaren la spina dal’Italia.
WSM e forsa corente a 380 (che la fa girar le ns gru e i ns trapani).
Gerri
Fin che i verdi rompono i coglioni! Avranno diminuito la produzione perchè qualche verde ha protestato per l’inquinamento …
In effetti credo che ci sia di mezzo un problema di emissioni di CO2 nonchè di raffreddamento con l’acqua scaricata in mare .
Le centrali della Venetia sono “vecchie” e temo che producano valanghe di emissioni, scaldano l’acqua della laguna e tutto con rendimenti bassi oramai da obsolescenza se paragonati agli standard moderni .
Quindi costi alti, inquinamento elevato e bassa produttività.
Senza entrare nella importante fase 2 che riguarda i nuovi modi di produrre l’energia ( saranno esaminati) , il primo discorso da fare e che le centrali andrebbero probabilmente molto ammodernate con forti investimenti.
Credo proprio che andremo a finire lì, fatto il passante con i soldi degli automobilisti , Mose ancora da finire , alta velocità a malapena in progettazione , banda larga inesistente , ora scopriamo anche : centrali elettriche stile URSS 1970 allo sbando..
In definitiva gli investimenti non prendono mai la strada del nostro territorio ma altre.
Comunque un attimo che ci procuriamo i dati , poi ragioniamo sui numeri .
[…] precedente puntata ho analizzato il potenziale di produzione elettrico installato nella regione del Veneto e la […]
[…] Il Veneto non produce più energia http://www.pnveneto.org/2009/12/veneti-ed-energia/ Il nostro programma economico http://www.pnveneto.org/2010/02/il-programma-economico-del-pnv/ […]