Difendiamo la libertà di espressione messa in pericolo dalla Lega oscurantista
La notizia è avvalorata anche da un articolo pubblicato nel Gazzettino di oggi. È possibile una procedura giudiziaria internazionale che metterebbe in grossa difficoltà la procura della Repubblica di Treviso, la questura di Treviso e, dulcis in fundo, il Presidente del Veneto Luca Zaia.
Il fatto è quello noto e arcinoto della indagine per diffamazione per un articolo pubblicato dalla Gaxeta Veneta sulle presunte frequentazioni di Luca Zaia con delle escort.
Al di là del fatto in sé, ciò che ora emerge è la sproporzione tra lo stesso e l’azione intrapresa proprio dagli organi inquirenti italiani e speriamo non sollecitati dallo stesso Luca Zaia. Un sospetto viene anche sul ruolo decisivo svolto dal ministero degli Interni, che è sempre a guida leghista, con Roberto Maroni, amico di lunga data del governatore del Veneto.
La domanda che circola in queste ore è: è forse partita una telefonata di troppo da Roma per fare pressioni sul procuratore Fojadelli per dare massima urgenza all’affaire Zaia? È stato forse raccomandato alla procura di usare la “mano forte”? Il sospetto è venuto in modo naturale, anche dalle durissime righe del provvedimento di perquisizione dell’abitazione del giornalista di gaxetaveneta.com, in cui addirittura si richiedeva di cercare armi e bombe! Il profilo adottato insomma sembra proprio quello tipico dei casi di terrorismo. Solo che non di terrorismo trattasi, ma di una semplice (e tutta da appurare) presunta diffamazione a mezzo stampa. Cose che ogni giorno nei giornali italiani si verificano a badilate.
Ma non per questo quei giornali vengono chiusi e le abitazioni dei giornalisti vengono messe a soqquadro, con perquisizioni sommarie e arresto, o accompagnamento coatto in questura. A maggior ragione ciò vale quando c’è anche il sospetto di censura su un organo scritto interamente in lingua veneta!
Il fatto è che se tutto ciò può essere possibile nella repubblica italiana delle banane, l’evidente sproporzione e abuso di potere non passa inosservata in un Paese libero e civile come quello in cui il sito internet della Gaxeta Veneta è registrato, ovvero l’Islanda.
Tanto che, come ribadisce oggi anche il Gazzettino, nell’isola il diritto di espressione è talmente tutelato che gli autori della Gaxeta Veneta possono perfino far causa in un tribunale islandese a chi ha chiesto il sequestro del sito e a chi l’ha sollecitato, magari abusando della propria posizione.
Non tutto il mondo è Italia, per fortuna!
Per quanto ci riguarda, al di là della fondatezza o meno dell’articolo della discordia su cui non ci pronunciamo, Press News Veneto dimostra la propria piena solidarietà alla Gaxeta Veneta per l’ingiusta persecuzione politico-giudiziaria di cui è fatta oggetto, degna del peggior regime dittatoriale.
Noi non vogliamo che il Veneto assomigli all’Iran e questa brutta storia ci fa avvicinare proprio a quel modello di “democrazia” confessionale, in cui chi tocca il presidente “muore”.
Noi vogliamo vivere in un Veneto Stato in cui la libertà di espressione non sia mai messa in discussione, neanche se ad essere tirato in ballo dovesse essere il suo presidente, neanche se si trattasse di punire una diffamazione. Per quel tipo di cose esistono le multe, non i provvedimenti da polizia politica leghista!
Press News Veneto
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