Aggiornamento, Treviso, 19/01/2011. Apprendo che le motivazioni che mi avrebbero costretto a lasciare Veneto Stato sono cadute. Questa è una bella notizia, per me. Ciò significa che per quanto mi riguarda resto un “soldato” a disposizione, come sempre.
Motivazioni di una scelta difficile, ma obbligata
Devo alcune spiegazioni a chi mi sta vicino, in merito alla mia decisione odierna di lasciare Veneto Stato.
Oggi si teneva infatti l’assemblea dei soci, il Maggior Consiglio. L’assemblea è l’organo sovrano che rappresenta il partito al suo massimo livello. Si teneva una riunione delicata per decidere una serie di modifiche allo statuto. Purtroppo, a causa probabilmente anche di una mia cattiva comunicazione, io e altri non siamo riusciti a convincere i soci in merito a una serie di importanti principi che stavano per essere calpestati da un lato e dall’altro non c’è stato modo di ovviare a gravi decisioni sempre statutarie che di fatto rendono il partito uno strumento spuntato politicamente.
A questo punto per me è stata obbligatoria la scelta di uscire da Veneto Stato, perché con tutto si può fare a patti fuorché con la propria coscienza. Io capisco e incoraggio chi rimane all’interno del partito a continuare la propria meritoria azione, ma per quanto mi riguarda non c’è più spazio per poter agire. Non mi è infatti permesso di sedere in un’organizzazione che considera l’individuo al di sotto di entità astratte non meglio definite (“la causa”, “le cariche”, il partito stesso e, chissà, un domani lo stato).
Tra l’altro, ragionando ipoteticamente per assurdo, anche se facessi a pugni con me stesso e con ciò che sono e digerissi tali decisioni, nel contempo l’assemblea ha deciso sempre con la stessa votazione, a larghissima maggioranza, con oltre il 75% di favorevoli, di darsi un’organizzazione politicamente spuntata, poiché il segretario, il presidente e l’intero Minor Consiglio, ovvero l’organo esecutivo più importante, non possono ricoprire cariche pubbliche elettive: ciò significa autocastrarsi politicamente. Quale senso ha – mi chiedo – combattere contro i mulini a vento!! Perché questo è il risultato logico e conseguente alla castrazione politica di Veneto Stato. Quale partito mai ha la possibilità di creare il consenso attorno a sé se non può avere pari strumenti rispetto agli avversari, per la propria miope inconsapevolezza politica? Non c’è scampo per colui che nemmeno capisce di farsi del male da solo!
Altri punti gravi e controproducenti sono stati approvati, tra l’altro in un’unica soluzione, che ha significato anche la sconfessione di quanto finora fatto all’insegna dello statuto in vigore fino ad oggi, ma su tutto e prima di tutto a crearmi l’impedimento invalicabile a continuare la mia azione politica all’interno del partito è in ogni caso la questione di principio già illustrata. Sul resto potevo combattere all’interno e cercare di convincere gli altri soci delle scelte avventate fatte, ma non posso di sicuro farlo se nel contempo debbo calpestare ciò che più sacro e inviolabile è per la mia persona.
È doloroso per me e credo anche per chi mi è stato politicamente vicino in questi anni, ma ciò non significa che altri mi debbano seguire nella mia decisione, anzi! Il mio auspicio è che chi è più forte di me riesca a continuare l’azione meritoria, che in me troverà sempre un sostegno ideale, ma da oggi e fintantoché esisterà tale concezione illiberale, non potrà più avere in me un sostegno operativo.
Chi resta sappia che forse è meglio così: non sia mai che la mia assenza liberi energie nascoste all’interno di Veneto Stato che fino ad oggi a causa della mia presenza magari non uscivano allo scoperto!
Coraggio e non temiamo, l’indipendenza del Veneto arriverà perché è più forte degli errori degli uomini e delle loro ideologie massimaliste fallite, ma dure a morire.
Gianluca Busato
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Da mio conto, oltre a darti il mio personale sostegno, dico che da oggi ( o meglio ieri) se Veneto Stato non tradurrà con la partecipazione di tutti i suoi soci iscritti il proprio pensiero in fatti concreti e azioni sul territorio mi troverò costretto a lasciare pure io. La mia impressione è che qualcuno ieri abbia pensato a volersi disegnare addosso un partito secondo i propri gusti e senza la consapevolezza di ciò che stava fecendo…Veneto Stato non è un giocattolo ad uso esclusivo di qualcuno. Il fatto stesso che la maggior parte delle mozioni fossero indirizzate al ” Nuovo Statuto” la dice lunga sul fatto che probabilmente in realtà esso andava ragionato di più. Ma tant’ è, questo è stato votato e questo ora ci teniamo. La cosa più avvilente è comunque quella di aver visto solo 1/3 dei soci iscritti partecipare ai lavori. Ma che iscritti sono ? Di carta ? E magari hanno anche la tessera in tasca. Dal canto mio lamento che ad oggi NON HO ANCORA RICEVUTO LA MIA TESSERA DI SOCIO e vorrei proprio sapere dove sia finita. Appartengo ad un partito e non so’ dove sia la mia tessera. Chi ce l’ha cortesemente ? Sto cominciando ad avere una crisi d’identità, datemi la tessera…o mi sembra di essere alla bocciofila…
Faccio parte degli assenti, ma spero di essere giustificato data la mia cittadinanza lombarda, e per giunta milanese, quindi parecchio oltre i confini della serenissima storica 🙂
A parte questo, prendo atto con profonda delusione della tua scelta, Gianluca.
In verità non ho parole adeguate per spiegare la mia reazione alla notizia.
Per noi indipendentisti lombardi l’esperienza in fieri veneta rappresenta tuttora un modello. Finora è stato tutto un crescendo. Questa notizia è uno shock, non ci sono altre parole per definirla.
Credo che la tua scelta, che rispetto sul piano delle convinzioni personali (sono di vedute libertarians), rappresenti pur sempre un errore. L’Italia fa così politicamente schifo che l’esistenza di un partito chiaramente indipendentista veneto rappresenta di per sè un’opportunità di partecipazione unica.
Se poi questo partito, oltre che essere pur sempre presentabile, è di fatto anche figlio tuo, sebbene pensato in modo diverso e con ambizioni probabilmente molto più innovative sul piano dei processi partecipativi e decisionali…
Proprio non pensavo di leggere una notizia del genere.
Sono molto dispiaciuto.
Ti saluto con amicizia e immutata stima, ma anche con parecchia tristezza,
Alessandro Storti
Ciao Gianluca, mi dispiace della tua decisione.
Mi dispiace perchè sei persona valida.
Hai dimostrato in questi anni di avere idee che, insieme a quelle di tanti altri indipendentisti Veneti, hanno portato alla creazione di questo piccolo sogno che stà crescendo che si chiama VENETO STATO.
Mi dispiace perchè io credo che le cose non si cambiano da fuori, ma si cambiano dall’interno, la tua non presenza in VENETO STATO ti impedirà di lottare per far diventare il partito più simile a quello che volevi.
Ieri l’assemblea sovrana del NOSTRO VENETO STATO, ha deliberato decisioni democraticamente, in base a mozioni presentate da più soci.
Tutti noi soci abbiamo viste approvate o respinte mozioni che ritenevamo giuste o sbagliate, siamo quindi stati d’accordo o meno con alcune decisioni prese dall’assemblea, ma non per questo ce ne andiamo.
Da PATRIOTI che regalano tempo e denaro alla causa per cui lottiamo, restiamo per cercare di far crescere e sviluppare questa nostra idea di libertà.
Io credo che, come in tutte le organizzazioni, qualunque socio vorrebbe che qualcosa fosse diverso, chi vorrebbe fare nero, chi bianco, chi grigio e chi addirittura verde.
Tutti i soci però, accettano il confronto e poi la maggioranza stabilita decide il colore da seguire.
Cerchiamo di non cadere nel solito male che ha impedito finora al Veneto di avere un suo PARTITO RAPPRESENTATIVO, il personalismo che ha fatto nascere nella nostra patria tanti piccoli soggetti che si sono mangiati fra loro senza fare argine allo sfruttamento italiano.
Andartene sbattendo la porta, è fare un regalo all’italia, credimi.
Un commento per Venturato, Stefano il partito siamo noi!
Il partito nel bene e nel male siamo noi, lo costruiamo giorno per giorno con i nostri fatti, con le nostre azioni e con la nostra carica!
Se tanti ieri non hanno partecipato bisogna chiederci il perchè e magari telefonare e contattare quelli che tu conosci e non hanno partecipato.
Se nella tua zona il partito non si muove, fallo muovere tu.
Tutti noi possiamo dare di più, io per primo!
Siamo un partito appena nato che si sta strutturando, non siamo un partito verticistico come la lega con 1 sola persona che decide per tutti, lì è facile organizzare.
Per quanto riguarda le mozioni, io ieri ho anche visto mozioni indirizzate solo al vecchio statuto, quelle di Gianluca Busato mi sembra, non mi sembra che questo sia un problema.
Dobbiamo restare uniti perchè siamo nel giusto, non facciamo altri regali all’occupante!
W SAN MARCO, W VENETO STATO!
STORTI INGIUSTIFICATO.
io, pur abitando nella odierna lombardia c’ero 🙂
capisco perchè è uscito, ma credo che la scelta sia seppur comprensibile (nel senso di “ha un perchè” che io nn condivido) non sia la migliore, io fossi stato in lui sarei rimasto dentro a portare avanti la battaglia. per quanto riguarsda il hjovo statuto, mi scuso ma nn trovavo il posto della riunione (ero andato nel paese sbagliato), sennò si sarebbe pareggiato
Concordo su tutto…ripeto da oggi voglio vedere la gente che si muove ! Chi non lo fa risponderà del suo lassismo !
Vanti tùto, par srodolare el me pensiero, a cìapo al balso i comenti fàti inte ‘l sito http://www.pnveneto.org indove ke Giane el ga copià cueo ke ‘l ne ga invià anca par mail … e dopo continuarò el me rajonamento, cofà se dixe : a roda libara.
A me xé déspiaxésto de no esarghe stà al Major Consèjo de ieri, ma vivendo e laorando distante (in Lusènburgo) a no xé senplice rivar fin là, in Patria.
Ma, a scanso de justificasiòn “a posteriori”, mi condivido el fàto ke sipia sparîa la delega, ke un tenpo l’ existeva inte ‘l PNV, parké a xé evidente ke na persona la ga da esarghe, partesipare a i congrèsi, par dir la sua e par votare (e standoghe drio a i laori del Congrèso, gaver la posibilità anca de poder canviare idea fin al ultimo secondo prima de votare) … tùto sensa far “pexare” el dupio n’ altra persona, delegandola del propio voto (k’ el deventa anonimo e pexante al tenpo medexemo).
Cuindi, cuando drento el PNV podevimo votare par noaltri e anca par ke altri (co la delega), forse a jèra un contro senso, forse a jèra senpre i medeximi a decidare e ke altri i delegava, un fià menefregandosene … A no xé cueo ke penso veramente, ma el xé un rajonamento par far capire ke prima a no jèra ne pèxo e ne mèjo de dèso, le dinamike le jèra senplicemente difarenti.
Na nòta par el futuro. Dàto ke a ghe xé tùte le tecnolojie ke lo parmete, mi penso ke la prosima volta a se pòsa organixare le robe in modo ke anca i soci ke fixicamente no i pol esare préxenti, i lo sipia virtualemente … Oramai a semo int’ el 2011 (Pardon, 2010 more Vèneto).
Par el discorso de la tèsera, mi no sò uno de cuei fisà co ‘ste robe … A me so iscrito al PNV a Aprile 2010, ma gnanca mi no go mai récévésto la tesera … Ma par cuesto a no me sentivo par fòrsa el socio de na asociasiòn de bociofili.
Na roba ke me piaxarîa tanto metare in evidensa la xé la storia del Statuto.
Cuando l’ àno pasà se xé formà la Comisiòn Statuto par delegarla de l’ atività de indajne par vedare se ghe fuse stà cualkeduni (in primis I Veneti) interesà a la fuxiòn, a jèro stà mi a propore el scanvio de i Statuti, par scumisiare a confrontarse e vedare se ghe jèra i préxuposti par continuare el procèso de avisinamento (I Veneti lexendo e studiando el Statuto del PNV e vicevera).
A me recordo bènon ke do robe le me gheva urtà relativamente a le inpresiòn de i me conpagni de Partîo e de I Veneti.
La prima la jèra ke tra i me conpagni de Partîo (PNV) un numaro exiguo de parsone (forse do o tre) i gheva capîo el valore ke podeva gavere el scanvio de Statuti e el laoro ke se doveva farghe de sôra. Tanti i me gheva dito “a mi un Statuto o un altro a me va bèn isteso, basta ke de sôra a ghe sipia scrito Indipendensa del Vèneto”. Altri i me gheva dito “mi el Statuto lo go visto na volta, ma no lo go mai lèto”, altri oncora i me gheva dito “a vale cueo ke se fa e no un Statuto ke na volta scrito el va finire int’ un caseto e ke dopo tùti i se lo desmentega”.
La seconda roba ke me gheva maravilià e ke me récordo oncora co piasere, la xé stà cuando gavendo proposto el Statuto del PNV a I Veneti, lori i lo ga vardà e lèto, i se xé trovà e i ne gà re-invià i só comenti e le só oservasiòn (ke le podeva esare condivixibili o no, ma le ghe jèra). Un laoreto bèn fàto, par el tenpo ke se gheva a dispoxisiòn … e a go da dire ke un fiantin i gheva ciapà el PNV in contro piè, parké no se lo spetavimo.
A xé vèro anca ke existe parsone co la paranoia e ke le vede caregari o spie partùto e go notà ke cueste le jèra consentrà in major parte tra I Veneti … e no go mai capîo parké. Fàto stà ke par ‘sto motivo i gheva paura, i vedeva “italiani” partùto.
Mi me recordo ke uno de I Veneti un dì de tanto tenpo pasà (se no me sbalio jèra prima del 2009) el me gheva contatà par proporme de farme portavoxe de I Veneti cuà in Lusènburgo … e mi lo gavarîa anca fàto, ma su ‘l mesajo ke ‘l me gheva scrito, oltre a proporme ‘sto onorevole conpito el me dixea ke lu no ‘l podea dirme ki ke ‘l jèra parké mi podea esare trancuilamente na spia italiana e ke mi doveva dimostrarghe ki ke jèra mi, in modo inecuivocabile e ke solo dopo el se sarîa descovèrto … e vanti cusì … E cusì cuea volta là, la xé finîa ke mi a gheva scumisià a ciaparlo par el cueo e tùto a xé morto là e mi no so deventà el rapréxentante de I Veneti in Lusènburgo.
Mi penso ke ghe sipia do bele lesiòn da inparare da tùto cuesto : A NO SE GA NE DA SOTO-VALUTARE NE DA SÔRA-VALUTARE NISUNI …
Ma mi, ke me sento anca un fià un burlon, le do storie le me fa ridare, pensandole oramai relegà al pasà … anca se le me ga insegnà tanto (ma no go gnancora capîo se le do storie le ghe gà insegnà tanto no solo a mi, ma anca a ke altri protagonisti … booooo!!!).
Relativamente al discorso de “autocastrase politicamente” par el fàto ke i organi executivi del Partîo no i pol covèrxare carike publike eletive, par cual motivo ‘sto fàto el ga da esare interpretà “logicamente” cofà conbatare contro i muîni a vento?
No capiso cual ke sipia la logica.
Par exenpio, se in un primo momento volemo el radicamento su ‘l teritorio, probabilmente i rapréxentanti locai (cuei ke milita inte le sesiòn, a nivelo locale : Comune in primis e podopo Provincia) i xé pì rapréxentativi de cueo ke se préxenta a le Provinciai de Belun, ma ke ‘l xé de Rovigo.
Invese, i Organi Executivi del Partîo, scaricà da ‘l pexo de le elesiòn locali, i pol coordinare, cofà el fa un diretore d’ orkestra, i vari organi locai ke oviamente,esendo consentrà int’ un teritorio specifico, no i ga la vixiòn globale.
Altro discorso podarîa esare par le Rejonai e par le Statai, indove probabilmente le persone in vista del Minor Consèjo le xé pì conoséste da la xénte.
Al contrario, par le Europee, torna utile préxéntare xénte del teritorio, ke la conose Tisio, Caio e Senpronio e ke i ghe daga el voto invese de metare in lista tùto e solo el Minor Consèjo pì cualke altro elèto a le carike istitusionai del Partîo …. Cuà a poso definirme un esperto 🙂 . A parte i SPE (Stati Pakidermici Europei) i parlamentari europei de ke altri Stati i xé rapréxentasiòn dirèta del Popolo, xénte co un fià o gnente de cariera politica e ke no xé dìto ke dopo i 5 àni pasà cuà in Lusènburgo, a Strasburgo e a Brusselles i sarà oncora là par la seconda volta … E i xé ‘sti Stati picinini ke noaltri ghemo da ciapar a exenpio.
Par el resto, dèso so mi a dire ke ‘l Statuto el vale cuel ke ‘l vale e ke la “ciave de Volta” la se trova inte le capacità de le persone 🙂 .
Cuando oncora mi scriveva su Raixe Venete, davanti a pantomime relative al Stato Vèneto ke sarà e ke nisuni conose oncora, mi a go senpre afermà ke preferivo un “Stato ditatoriale vèneto” pìtosto ke l’ Italia … E lo scrivevo pur esendo contro ogni ditatura.
Còsa xé ke volevo dire co cuesto? Ke se un doman me trovase in un Stato ditatoriale Vèneto, ciparîa in man el s-ciopo e ‘ndarîa su in montagna a scumisiare na “goera civile” (int ‘el vèro senso de la parola) par liberare la tèra vèneta da ‘l ditatore vèneto … ma fin ke la tèra vèneta no existe, par mi no ghe xé ne ideologie ne ditatori, a ghe xé solo xénte ke vol diventare indipendente … e ke la ga le só idee, par cuanto stranbe le pòsa esare … in cueo momento là, el futuro sarà in man nostra, dei vèneti, e eventuai sielte sbalià no le sarà pì colpa de i italiani e de Roma.
Invitando el amigo Giane e ripensarghe saeudo tùti e auguro Bonin Bon Àno dal Lusènburgo.
S-Ciao vostro. Andrea
vorei dire la mia anche se non sono iscritto in nessun movimento… tanto per sentire anche una delle campane che “non frequentano”.
l’uscita di una persona da un contesto può essere vista come una perdita ma, da quello che ha scritto giane, non è un abbandono.
inoltre uno sgorlon potrebbe far “allargare” una visuale rindondante a chi, dall’interno, si concentra o fissa troppo su alcune tematiche, perdendo “il ritmo” e la direzione più appropriata alla causa veneta.
viaggiare tutti sotto un comando è semplice e diffusissimo nel pianeta, invece viaggiare tutti di concerto è una rarità, e a quanto pare è il chiodo fisso veneto (è dall’antichità che ci prova con varie sperimentazioni).
per quello che sento io non vedo un vantaggio per l’italia in questa uscita di giane o altri indipendentisti.
il vantaggio all’italia lo danno i veneti stessi che si disinteressano all’indipendenza: i movimenti ci sono… sono i veneti che mancano.
pur correndo dietro al popolo veneto con spiegazioni o comunque scambi di opinioni sull’indipendenza, alla fine ti prende per pazzo e disfattista dell’italia.
io la vedo così:
già il fatto stesso di accettare la volontà di un membro del movimento e darne il legittimo riconoscimento (intendo dire CAPIRE lo stato d’animo che sta passando l’interessato per poi rispettare la sua scelta) è segno di vero rispetto verso quella persona. è una prova concreta di quel principio (libertà) che si vorrebbe proclamare nella futura venetia indipendente.
quale occasione migliore per mettere alla prova questo principio?
sappiamo tutti che sarebbe bene essere compatti, non c’è dubbio, ma anche la causa veneta, con tutti i suoi movimenti, ha il suo inspiro ed espiro.
come diceva qualcuno: del doman non v’è certezza.
aggiungo io: pensiamo a fare i passi il più possibile corretti e rispettosi ora… questo è il seme per la risorta serenissima.
ci sono altri indipendentisti che non fanno parte di VS ma sono sicuro che fanno ugualmente la loro parte… per me questi sono i veri veneti… sono quelli che hanno imparato a mollare l’osso, ed è probabile che lo sappiano riafferrare al volo.
non vorrei essere frainteso…
non sono una spia verde 😀
gavì fato sto partito da gnanca un ano e za se sente ste notissie benon ciò …continuate così dividersi ,dividersi, quando una causa è quasi utopica ormai e servirebbe l’appoggio sincero di tutti ardei qua ,framenteve che cusì risolvì el problema..veneto indipendente dai discorsi che lezo qua el pare na nova religion altro che movimento…comunque sperem bem va ea che sia soeo un piccoeo insidente..
Non bisogna arrendersi, l’obiettivo che ci siamo posti, cioè la Liberazione del Veneto dal giogo italico,comporta prese di posizione e sacrifici difficili da condividere. Ma la posta in gioco è troppo alta da giustificare la tua uscita dal VENETO STATO. Lo statuto si può correggere, oggi la maggioranza ha deciso in questo modo. Uscendo fai vincere l’italia, sbattendo la porta fai vincere chi hai combattuto fin d’ora. E come dicevo, lo statuto si può correggere, apportando modifiche che comunque devono essere deliberate dalla maggiornanza. Ripensaci con calma, dobbiamo essere uniti, maledettamente uniti per sognare e toccare l’Indipendenza….
Ciao a tutti, mi dispiace dover essere io che probabilmente sono arrivato per ultimo ad abbracciare la causa dell’indipendenza a dover andare controcorrente. Se domenica ero al congresso di Veneto Stato e anche orgoglioso di farne parte lo devo ad un patriota come Gianluca che ho conosciuto circa un anno fa nel pnv e che di quel partito ne era l’anima. Per me è facile parlare in quanto non sono emotivamente coinvolto proprio per il fatto che il fuoco dell’indipendenza è divampato in me da non molto tempo. Vorrei fare però una considerazione. Veneto Stato ha iscritto in pochi mesi circa 160 soci.Presenti domenica e quindi con diritto di voto 50 circa. Tutti ( forse) trascuriamo un piccolo particolare. Alle ultime elezioni regionali i voti indipendentisti sono stati 30 mila in veneto ( pnv più I Veneti). A quei 30 mila passatemi il termine dello statuto di Veneto Stato non gliene ” fotte” un bel niente. Lo statuto è suscettibile di cambiamenti.La nostra credibilità no. Lo statuto non è la prossima costituzione veneta. Sono le regole che si da un partito per ottenere il massimo da ognuno di noi.Si può esserne anche in disaccordo ma l’obbiettivo resta lo stesso.Domenica sono stato un po’ deluso come altri nell aver visto certe scene. E allora voglio dire forte e chiaro che se non si rispettano le regole del voto e non si accettano non andremo mai da nessuno parte.O diamo l’impressione all’esterno di essere forti e compatti come l’acciao a volte magari rischiando di fare qualche piccolo errore di percorso come qualcuno dei soci ha pensato domenica o quei 30 mila non diventeranno mai 300 mila.Sono profondamente convinto che la situazione economica è ormai in veneto avviata verso un inesorabile declino e i veneti che sono gente pratica poco alla volta ne stanno prendendo coscienza. Si stanno rendendo conto che non si tratta di una crisi di qualche anno ma che una grande fetta di persone dovrà rassegnarsi a diventare più povera. Se vedranno poco per volta in noi la possibilità di salvaguradare il futuro loro e dei loro figli potremmo farcela anche senza i milioni di euro dei partiti nazionali. Ma dobbiamo condivedere la causa nonostante le differenze che possono sembrare dure e incolmabili per qualcuno di noi. Io non lo faccio per Veneto Stato o per questo o quell’altro statuto io lo faccio per i miei figli. L’indipendenza non ha nessuna ideologia politica o scuola di pensiero dietro di se. Porta solo alla libertà.
[…] condivido alcune scelte fatte, come già spiegato. In questo momento tra l’altro gli organi di Veneto Stato sono riuniti per capire il da farsi, […]
Quasi tutti i commenti sono molto carichi di energia, e ciò è bello, ma trovo che qualcuno sia superficiale nel valutare il peso dello statuto.
Io credo che Cherubin abbia detto una cosa sbagliata ieri quando ha definito lo statuto “uno strumento per poter lavorare”. Anch’egli ha sottovalutato il valore dello statuto, ed i suoi effetti nel lungo termine.
Lo statuto in realtà è la carta nella quale si esprime non solo l’oggetto, la missione del partito, e la sua organizzazione e struttura ma esprime la ragione per la quale i soci vi si riconoscono, e verso l’esterno la motivazione per cui uno potrebbe iscriversi, sostenere e diventare attivista di quel partito.
Soprattutto in un partito come questo, che non è come un qualsiasi altro partito, perché esso propone l’indipendenza del Veneto.
Dal suo statuto deve trasudare anche e soprattutto il messaggio che dica chi ne fa parte, con quali idee, con quali propositi, con quali garanzie.
Lo so, molti nemmeno leggono lo statuto, e chi vota nemmeno sa chi vota alla fine. Con questa mentalità stracciona non si và molto lontano.
Ma c’è di peggio. C’è chi soprassiede un documento fondante e supremo come lo statuto che può attraverso i suoi cavilli lasciare spazio a manipolazioni all’oscuro dei soci.
E’ il concetto del “dobbiamo essere soldati”, “uniti ad ogni costo”. Chi afferma questo mette in pensione il suo cervello ed agisce in base ai comandi.
Questo atteggiamento apre la porta all’accettazione di qualsiasi porcata arrivi dall’alto, che siccome è arrivata dal comando, non si può contestare, per motivi “patriottici”.
Ma una porcata resta una porcata.
Ho forse un po’ estremizzato, ma per evidenziare le piccole crepe che possono fare crollare l’edificio occorre usare un qualche evidenziatore.
Io non sono come Andrea, io trovo stupido sprecare tempo ed energie in una missione che potenzialmente possa generare una dittatura (per stare al suo esempio).
Per quel che mi riguarda io non lascerei il partito per un cambio di statuto di questo grado, anche se non condivido la paranoia che ne sottende le linee con cui è stato redatto, ed inocula alcune severe contraddizioni, oltre ad incrinare un equilibrio delicato che Andrea ha ben descritto nel suo commento.
Quello che mi spinge a lasciare è invece la constatazione della mentalità di molti. Se il mio scetticismo era salito alle stelle dopo le ultime elezioni, con questo evento ho avuto il colpo di grazia. Io non posso credere che ci siano persone che abdicano il loro diritto di parola, che si tratti di una costituzione di uno stato, di uno statuto d’impresa o di quello di un partito. Non posso credere che si ricada nello stesso errore di blindare un esecutivo, specie dopo l’esperienza avuta dove sotto campagna elettorale in un mese il movimento Veneti (dal cui statuto quello oggi approvato per VS attinge a piene mani) aveva consentito di fare e disfare prendendo accordi con la UDC per poi cambiare idea e fondare il partito dei veneti. Non posso credere che tutti quegli scontenti di allora (ed erano tanti) siano ripiombati nello stesso errore.
Come non avrei pensato possibile che una persona si permettesse di redarguirmi per avere fatto propaganda delle mie idee sul nuovo statuto, per avere fatto esercizio del mio diritto di comunicare ed esprimermi, uno dei diritti fondamentali della democrazia!
Eppure tutto ciò è successo, e non può che lasciare un senso di sconcerto e disaffezione.
Una cosa è certa: la mia idea, che i soci potessero avere la forza di opporsi a manipolazioni del partito, è fallita. Di questo ne prendo atto.
Dato che ho paura che scrivendo in Lingua Veneta non vengo capito, vedo di ri-spiegarmi in “Lengoa forèsta”.
Claudio scrive:
>
> Io non sono come Andrea, io trovo stupido sprecare
> tempo ed energie in una missione che potenzialmente
> possa generare una dittatura (per stare al suo esempio).
>
Penso e spero tu non abbia capito il mio esempio.
Comunque, VS come PNV prima di lui, sono partiti che vogliono l’Indipendenza del Veneto. Fine.
Poi, raggiunto il risultato, non esisteranno più … e io ho paura che questo non sia somatizzato da tanti, perché continuano a vedere lo strumento VS come a qualcosa che in realtà non è (e vedevano PNV con lo stesso filtro mentale).
Io penso che l’organizzazione di un partito, specie con uno scopo a termine (raggiunta l’Indipendenza, un millesimo di secondo immediatamente dopo, VS non avrà piu senso di esistere) e quindi completamente libero dalle ideologie (che invece potrebbero/vorrebbero giustificarne l’esistenza in eterno), debba essere un’organizzazione che permetta ai soci di giungere al risultato che si sono dati … Lo statuto di un partito non è la Costituzione di uno Stato, non potrà mai esserlo e non è lo statuto di una società per azioni … è altro … Ed in genere se viene votato vuol dire che viene accettato e ognuno lo accetta relativamente al suo modo di pensare, di vedere le cose e di affrontare la vita.
La mentalità di molti di cui tu parli, è un discorso a parte : vuoi l’Indipendenza perché pensi che il Veneto e i veneti la meritino di diritto, oppure perché idealizzi che possa essere un modo per vivere meglio?
Se pensi alla seconda soluzione, è comprensibile che tu abbandoni, il posto che cerchi non è di sicuro il / in Veneto, nè l’attuale Veneto e nemmeno quello immediatamente futuro (anche post-indipendenza).
Se pensi alla prima soluzione, allora non c’è motivo di lasciare e la “mentalità di molti” diventa solo un pretesto.
Io ricordo che in un incontro del PNV si diceva che uno dei vantaggi che si sarebbe avuto dalla fusione con I Veneti sarebbe stato che il nuovo partito avrebbe acquisito la capacità di “essere presente sul territorio”, una caratteristica che mancava al PNV che invece era più intellettualizzato, ma che mancava di mordente fra la gente.
Ed essere “più intellettualizzato” io penso voglia dire anche saperci fare con tutti, saper approcciare la persona erudita, ma anche quella più “terra terra” e con tutti i suoi vincoli mentali … I mei genitori sono persone “terra terra”, molti dei miei parenti (specie quelli di una certa età) sono persone “terra terra” … tutta gente veneta che non è riuscita nell’arco della loro vita (o che non ci sono ancora riusciti, se giovani) a riscattarsi da una certa mentalità che esiste oggi in Veneto.
Non ne faccio una colpa e, almeno fin che mi è possibile, mi va bene fare la strada insieme a loro.
Dispiace sapere invece che qualcuno si è permesso di richiamarti in funzione del fatto che hai scritto l’articolo su PNV News. Ma gli ignoranti esistono ovunque … e non ce se ne libera facilmente.
Ma invece di lasciare, potresti affrontare la discussione con tale persona in modo diverso, un po’ alla “Don Camillo e Peppone” (chi sia poi l’erudito Don Camillo o il tarato Peppone a voi due di decicerlo 🙂 ).
Relativamente all’infallibilità di un modus operandi rispetto ad un altro, mi dispiace contraddirti, ma in quei pochi mesi di militanza nel PNV ne ho viste anche lì di fesserie, non ostante lo statuto “permissivo”.
Un esempio te l’ho dato nel mio precedente intervento, quando ho raccontanto di come la stragrande maggioranza dei soci PNV con i quali parlai al tempo, erano sostanzialmente scettici di proporre a I Veneti di scambiarsi gli statuti e di lavorarci sopra. Si sono sbagliati di brutto e lo dimostra come invece adesso vi siano addirittura persone che se ne vanno da VS per il fatto di non apprezzare il nuovo statuto.
Altro esempio, è come, poco prima dell’ultimo Congresso pre-fusione siano state aggiunte mozioni di cambiamento del vecchio statuto all’ultimo momento, senza metterne al corrente la Commissione Statuto.
La Commissione Stauto aveva lavorato per mesi (con persone che sono partite da Stati lontani per partecipare agli incontri) per trovare un accordo con I Veneti. Si arriva al Congresso e vengono proposte mozioni che la Commissione Statuto non conosceva e che quindi non poteva preventivamente proporre anche a I Veneti, per sondarne l’apprezzabilità.
Da tanti e non solo da I Veneti, quelle mozioni che ci si è trovati a votare durante il Congresso avevano lo strano odore di un piccolo “atto subdolo”.
Che si dica quel che si vuole, che lo statuto del PNV permetteva di farlo, che chiunque aveva diritto di porporre mozioni, etc … Ma, buon Dio, era un partito di quattro gatti che aveva dato una missione ad una Commissione composta da soci, i quali finché hanno fatto comodo si sono tenuti in prima fila e dopo … grazie tante.
A essere benpensanti, si potrebbe dire che in quell’occasione, come minimo, la mano destra del PNV non sapeva quello che stava facendo la mano sinistra.
Ad essere malpensanti … lo lascio dire agli altri.
Ma tant’è.
Invece, non ostante tutto il dirigenzialismo che mi è stato raccontato che esisteva ne I Veneti, nei miei incontri con loro, io posso dire che sono stati ottimi ad approcciarci e a condividere le loro idee… e non hanno operato sotto banco, dato che confidandosi con noi, ci hanno pure detto quali fossero i loro problemi e le loro dinamiche interne.
In quelle occasioni I Veneti, dirigisti e piramidali, hanno posto in noi più fiducia di quella che noi (itellettuali, liberi pensatori) abbiamo posto in loro…. Hanno avuto un attegiamento di riguardo nei miei confronti? Non lo penso.
Poi, come ho raccontato nel mio intervento precedente, e come qui ho riaffermato, i paranoiati che vedono caregari e spie ovunque esistono e non ce ne se può liberare come si fa con le mosche.