Download comunicato: Pronto soccorso: Istat, il Veneto la peggiore regione del nord
Un’indagine pubblicata ieri dall’Istat rivela che la nostra politica regionale è la peggiore del nord e di molte altre regioni anche del centro. La politica leghista non sembra premiare l’efficienza neanche nell’accesso alle ASL.
Treviso, lì 27 novembre 2007
Una indagine Istat pubblicata ieri su una ripartizione dell’indagine sui Consumi delle Famiglie 2006 dimostra come le regioni dello stato italiano con maggiori difficoltà di utilizzo del pronto soccorso (valori superiori alla media ripartizionale) sono il Veneto (8,7%), la Valle d’Aosta (7,1%) e l’Emilia Romagna (6,6%); il Veneto e l’Emilia Romagna mostrano, tra le regioni settentrionali, la maggiore difficoltà di utilizzo anche rispetto alla ASL (5,7% e 5,0%).
Il Veneto in particolare sembra dimostrare imbarazzanti risultati molto simili a quelle del Molise.
Con l’auspicio che l’Istat venga smentita, ci chiediamo le ragioni di quella che sembra essere una pessima performance. E speriamo che non ci venga riproposta solo l’eterna lamentela contro lo stato centrale che, per quanto situazione veritiera, da sola non basta a spiegare tale dato, soprattutto se raffrontato con altre regioni che hanno una situazione simile alla nostra.
Sembra in realtà che la politica (che qualche maligno ha definito nepotista) della Lega Nord in Regione nel dipartimento sanità, portata avanti dall’attuale assessore Martini, ma anche quella del suo illustre predecessore ora primo cittadino di Verona non abbia portato i frutti che tutti si aspetterebbero dalla nostra Nazione Veneta, che pur vanta una tradizione di eccellenza nel settore e un aiuto fondamentale dal grande apporto di volontariato. Il comitato per un Partito Nazionale Veneto si augura che la Giunta Regionale sappia dare una sterzata all’attuale mala gestione dell’accesso ai Pronto Soccorsi e alle ASL, di cui maggiormente risentono le famiglie disagiate.
In ogni caso il Comitato per un Partito Nazionale Veneto sarebbe anche disponibile a chiudere un occhio su tale pessima conduzione della politica sanitaria, se nel contempo almeno i nostri rappresentanti regionali si decidessero finalmente a porre le basi concrete per l’indizione di un referendum per l’indipendenza dei veneti, prima che i nostri conti correnti siano magari congelati per il prossimo raggiungimento del collasso finanziario di uno stato centrale di cui ormai non possiamo più fidarci.
Per informazioni
Portavoce: Gianluca Busato
Web: www.pnveneto.org – E-mail: info@pnveneto.org
Telefono: 348.8827427 – Fax: 0422.1830131
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Ve lo dico io perchè vi sono queste basse performances dei pronto soccorso veneti. Perchè, a prescindere dai metri di valutazione (spesso discutibili) usati dall’ISTAT, per capirlo bisogna andarci, ed io ho avuto la dubbia fortuna di passarci pochi mesi fa.
I nostri pronto soccorso sono I-N-V-A-S-I di extracomunitari, una situazione ALLUCINANTE!
Non è possibile che con una percentuale media del 18% di immigrati (si questa è la triste media che abbiamo per l’area coperta dalla ULSS 5, Ovest Vicentino), di cui oltre il 95% extracomunitario da paesi in via di sviluppo, ci ritroviamo con una percentuale (che io stimo) del 70-80% di pazienti di pronto soccorso!
E le ragioni sono presto dette. Al pronto soccorso ci vengono per qualsiasi cavolata, quando arrivano non si sanno spiegare, non parlano l’italiano, figuriamoci il veneto (e ricordo che per le malattie i veneti usano i nomi veneti, ben compresi dai dottori e infermieri -veneti-), si presentano sporchi, e talvolta ostacolano pure le operazioni a cui ora i nostri dottori debbono attenersi a causa di una legislazione massimalista che per tutelare i diritti di tutto il mondo non permette (ovviamente) di mantenere tutela dei diritti naturali degli autoctoni, contestano le attese e le priorità senza capirne le modalità con cui vengono a loro assegnate, ed abusano del servizio dato che, a puro titolo di esempio, risulta incomprensibile come un uomo possa essersi presentato con una tessera sanitaria in cui si diceva…incinta!
Alla ULSS5 mi pare si siano anche dati da fare, rilasciando opuscoli in varie lingue (arabo incluso) e mettendo schermi video che spiegano l’uso del pronto soccorso per non parlare della informatizzazione spinta che accelera le operazioni e permette tra l’altro di fare emergere abusi, e in questo credo proprio meriti il plauso del direttore informatico della ULSS5.
Per non parlare dei medici che ho visto sempre pronti e scrupolosi e che con grande sforzo cercano di arginare questa invasione di “cavallette” (nel senso di distruttori).
Dunque alla luce di questo, le basse performance sono quasi un miracolo.
Forse se invece di sottrarci tutte le risorse economiche potessimo tenercele avremmo i fondi per poter organizzare meglio un sistema di accoglienza per persone che dopotutto sono venute qui in cerca di fortuna e di vita migliore, come i nostri antenati fecero emigrando; anche se non si può fare a meno di notare che questi immigrati fanno parte di popolazioni dove chi urla di più è il meglio servito.
Claudio G.