L’Italia è sotto il tiro dei più importanti giornali anglosassoni, che da tempo rivestono un’importanza fondamentale per la costruzione della fiducia, del prestigio e dell’immagine necessarie per poter ambire alla presenza nel salotto buono del mondo e in particolare per poter continuare a fare affari con discreta tranquillità.
Ciò spiega bene le ragioni per cui a un articolo del New York Times di una decina di giorni fa ha risposto l’intero establishment politico italiano, dal capo di stato Napolitano al “gran visir” Amato e all’amaro regalo di Natale del Times con un successivo durissimo pezzo ha prontamente replicato lo stizzito capo di governo Prodi.
In realtà attacchi alla credibilità del sistema Italia si stanno susseguendo in tutte le testate internazionali, compresi media tedeschi, australiani, francesi, spagnoli e turchi.
È ormai cosa nota che i governi di molti Paesi siano in realtà in balìa delle decisioni finanziarie di enormi gruppi di pressione finanziaria che da soli e in poche ore possono mutare i destini politici di centinaia di milioni di persone in qualsiasi parte del mondo, attraverso lo spostamento di investimenti e capitali, talvolta in modalità solo simbolica, sotto forma di ricatto.
Per chi avesse la memoria corta, è bene ricordare quali furono le premesse per la nascita della cosiddetta 2° Repubblica. Come ben ci ricorda Ludovico Pizzati in un articolo pubblicato sul bimestrale in lingua veneta Raixe Venete.
Correva l’anno 1991, il 13 di settembre parte l’attacco speculativo di George Soros contro la lira. Seguono i goffi tentativi dell’allora governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi di resistere alla massiccia vendita di lire contro dollari fino al saccheggio delle riserve auree pur di evitare la svalutazione successiva. Il risultato fu il blocco dei mercati italiani per tre settimane, il crollo della lira che fu svalutata di blocco del 22% subito per giungere con l’azione dei mercati in poco tempo ad una svalutazione dell’88%!!
In 3-4 mesi seguirono tangentopoli, il crollo del potere del PSI craxiano, la fine della corazzata DC, la nascita di un’allora battezzata 2° Repubblica, covata guarda caso dall’attuale ministro dell’interno Giuliano Amato.
Non molto diverso fu dopo qualche anno il destino politico di un altro stato, in un altro continente e emisfero del globo: l’Argentina.
Oggi un’azione speculativa di tale portata è più difficile. Infatti l’Italia è ancorata al sistema monetario dell’Euro e un attacco finanziario massivo potrebbe avere derive in tutti i Paesi europei dell’Unione e di conseguenza a livello globale.
Ecco perché l’attacco mediatico internazionale di questi giorni è solo apparentemente rivolto ai bolsi politici italiani, ma in realtà esso è diretto all’intero sistema-paese, compresi, anzi in primis, ai “capitani” di industria e finanza.
Questa volta a pagare le conseguenze del debito contratto saranno chiamati direttamente i Montezemolo, gli Agnelli-Elkann, i Benetton, i Pirelli-Tronchetti-Provera, i Berlusconi, veri responsabili dello sfascio morale ed economico di oggi, dato il ruolo secondario di poveri e vecchi pagliacci degli esponenti politici. Essi non hanno saputo rigenerare un sistema industriale aperto, innovativo, giovane e si sono ancorati alle loro posizioni di potere sterili, parassitarie e speculative, destinate al puro godimento personale, a discapito del benessere di uno stato e dell’intera comunità internazionale di cui questo stato italiano gravemente indebitato e ampiamente sfiduciato fa parte.
A tal proposito, qualcuno, con ironia non troppo distante dalla realtà, ha detto che per rovesciare il sistema politico italiano basterebbe bloccare le forniture di pannoloni al parlamento.
Noi veneti siamo in balìa di questo debolissimo sistema chiamato Italia. Prima che sia troppo tardi dobbiamo dare un segnale forte di distacco e creazione di un sistema politico virtuoso e responsabile veneto.
Gianluca Busato
Comitato PNV
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