Riportiamo un’interessante articolo, segnale delle accelerazioni politiche in corso nel Veneto. Da parte nostra un plauso al vicesindaco di Crespano, di cui non conosciamo lo schieramento politico.
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Dal Veneto una proposta di riforma federalista: basta finanziamenti dallo Stato, imposte comunali azzerate, sindaci liberi di determinarle
«Lasciamo ai Comuni il 20\% dell’Irpef»
Uno studio del vicesindaco di Crespano del Grappa inviato a tutti i primi cittadini della Regione
Via tutti i trasferimenti dallo Stato ai Comuni, tasse comunali azzerate a discrezione del sindaco, e una risorsa fissa per alimentare le amministrazioni locali: una trattenuta del 20\% dell’Irpef . È una rivoluzione, quella che ha studiato un giovane vicesindaco veneto. Una rivoluzione che nelle sue intenzioni dovrebbe coinvolgere tutti i sindaci della regione ai quali ha inviato una lettera e la proposta di legge con allegato un poderoso studio fatto di tabelle, grafici, ricerche storiche e analisi economiche. Antonio Guadagnini, vicesindaco di Crespano del Grappa, crede in questo progetto, ed è convinto che possa davvero essere lo strumento per coalizzare amministratori locali spingendoli a raccogliere le firme per imporre al Parlamento una riforma fiscale capace di risolvere in un colpo solo i problemi dei Comuni (del Nord) soffocati da competenze sempre maggiori e risorse sempre minori.
Il giovane vicesindaco ha verificato quale fosse il finanziamento pro capite destinato alla sua Crespano: 150 euro. Ha controllato il sito del ministero dell’Interno dove sono registrate tutte le spettanze dei Comuni e facendo i confronti gli sono cadute le braccia: ad esempio, quasi nessun comune della Campania è sotto i 300 euro pro capite di trasferimenti statali. Anche così si spiega come mai il Molise abbia 288 dipendenti regionali ogni 100mila abitanti, la Calabria ne abbia 257, e il Veneto 69. E qual è il rapporto di Crespano tra Irpef versata e trasferimenti ricevuti? Dieci milioni contro 700mila euro: il 7\%. Così, Guadagnini si è messo a studiare un meccanismo per riportare un po’ di equilibrio e consentire ai comuni di finanziare i servizi che sono obbligati a fornire ai cittadini. Alla fine è uscita l’idea: dare allo Stato l’80\% dell’Irpef raccolta e il rimanente 20\% tenerlo in cassa. Azzerando al contempo le 3 fonti principali di finanziamento previste dal decreto 504 del 1992, ovvero i trasferimenti ordinari, consolidati e perequativi. Tradotto in soldoni, significherebbe che Crespano avrebbe a disposizione 2 milioni di euro, oltre agli eventuali tributi propri. I comuni avrebbero ciò di cui hanno bisogno, e nel contempo si introdurrebbe il criterio della capacità contributiva.
I comuni veneti oggi ricevono per ciascun abitante una media di 438 euro da entrate tributarie e 165 euro da trasferimenti statali; quelli della Campania, per fare un esempio, hanno 274 euro da entrate tributarie e 382 da trasferimenti statali. Il motivo è facilmente comprensibile da quest’altro confronto: i cittadini veneti pagano mediamente in tributi locali verso comune, provincia e regione 1800 euro (di cui 1240 verso la regione e 525 verso provincia e comune), mentre quelli calabresi pagano un totale di 600 euro (di cui 340 alla regione e 260 verso comune e provincia). In pratica, un terzo dei tributi dei veneti.
In uno studio del 2002 il direttore centrale della Finanza locale, Daccò, rivelava che in Veneto veniva versata Irpef per 10 miliardi di euro; ma il totale delle spettanze riservate ai comuni era di soli 395 milioni. La Calabria per fare una comparazione, versava 1,8 miliardi di Irpef e riceveva trasferimenti per 520 milioni. Traduzione: il Veneto riceveva il 3,9\% di quanto versava, la Calabria il 28\%. La Campania, per fare un altro esempio, versava 6 miliardi di euro e ne ricavava 1,5: ovvero il 25\%.
La spesa aggiuntiva per il bilancio statale sarebbe di 7 miliardi di euro. Dove trovarli? Il giovane amministratore trevigiano punta sulla vendita di parte del patrimonio statale per ridurre almeno in parte i 70 miliardi di interessi passivi sul debito pubblico e dirottare il risparmio al progetto. Ma ci sono altre voci nel bilancio che passano sotto gli occhi di tutti e invariabilmente in ogni Finanziaria finiscono per rimanere intoccate o addirittura per aumentare. I costi proprii dei ministeri ad esempio ammontavano nel 2005 a 84 miliardi di euro, ed erano aumentate rispetto all’anno precedente del 5\%: ovvero di 4 miliardi di euro. I costi del personale dei ministeri dal 2003 al 2005 sono passati da 60, a 69 e infine a 72 miliardi di euro: 12 miliardi in 3 anni. Per non parlare della Sanità. Dal 2003 al 2005 sono stati spesi 13 miliardi di euro per finanziarie i deficit di regioni con i bilanci disastrati come il Lazio che da sola ha un debito di 10 miliardi. La Finanziaria del 2007 ha previsto 3 miliardi per finanziare questi deficit, 2 dei quali per il solo Lazio. Per gli organi costituzionali o a rilevanza costituzionale e per la Presidenza del Consiglio, in Finanziaria sono stati stanziati 3,2 miliardi di euro. Insomma: se vogliono trovare i soldi, li trovano. Il problema è scegliere se continuare a buttarli nel pozzo senza fondo o se investirli in una rivoluzione fiscale che farebbe terra bruciata di tutti gli alibi, le rivendicazioni, le sperequazioni.
Le obiezioni, ovviamente, non mancano. La prima: Crespano è un comune che ha un gettito Irpef medio-alto, e così sarebbero penalizzati i comuni più “poveri”. Guadagnini ha verificato anche questo, e ha scoperto che ad esempio su base regionale la Campania oggi versa 6,8 miliardi di Irpef : il 20\% corrisponderebbe quindi a 1,4 miliardi. Oggi riceve dallo Stato 1,7 miliardi; significa che perderebbe 300 milioni, ovvero il 17\% della cifra complessiva. Quindi, anziché fare i conti con una media di 300 euro pro capite, i comuni campani dovrebbero arrangiarsi (si fa per dire) con 250 euro pro capite. Che sarebbero comunque quasi il doppio di quello che oggi ricevono i comuni del Veneto.
Ario Gervasutti
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Penso che sia una eccellente idea. Non mi interessa a che schieramento partitico faccia parte il vicesindaco Guadagnini, la sua è una iniziativa politica nel senso più alto e una riforma fiscale ‘possibile’, che parte dal ‘basso’. Altri fanno proposte anche migliori !?!
Mi riferisco alla proposta della Lega che auspica di trattenere 80% in regione, francamente utopistico, non passerà mai!
Un grazie per questa coraggiosa proposta.
Ci sarà una raccolta di firme?
Fatelo sapere.
Distinti saluti.