AGGREDITO SVIENE TRA I BANCHI DEL CENTROSINISTRA
Cusumano si dissocia: voto sì. È bagarre
Il «dissidente» dell’Udeur ricoperto di insulti da Barbato sviene in Aula. Mastella: «È fuori dal partito»
ROMA – Il senatore dell’Udeur Nuccio Cusumano si dissocia da Mastella e in Aula scoppia la bagarre: dopo aver annunciato al Senato la fiducia al governo Prodi, il «traditore» viene aggredito verbalmente e ricoperto da insulti dal suo collega di partito Tommaso Barbato, costringendo il presidente Franco Marini a sospendere la seduta. Cusumano, colto da malore, è stato portato via da Palazzo Madama in barella. Sono da poco passate le 16 quando in Aula va in scena lo scontro tra gli unici due senatori dell’Udeur presenti: il terzo, il leader del partito Clemente Mastella, infatti non c’è. I due si scontrano, con tanto di malore. Scoppia la bagarre tra chi, dei due, voterà a favore del governo Prodi e di chi voterà contro, ma dell’ex ministro della Giustizia non c’è traccia. Un paio di ore prima il leader del Campanile nel corso di un pranzo con i deputati del suo partito e il senatore Barbato, interpellato sull’annunciata defezione di Cusumano aveva replicato: «Chi vota come noi, come me e Barbato, è nel partito. Chi vota contro, è fuori dal partito. È evidente».
L’AGGRESSIONE – Cusumano è svenuto tra i banchi del centrosinistra, accanto al capogruppo dei Verdi-Pdci Manuela Palermi e a Mauro Bulgarelli, senatore del Sole che ride. Barbato, subito dopo l’intervento del senatore dell’Udeur, è arrivato sotto al banco per aggredirlo, apostrofandolo con parole come «traditore, venduto, pagliaccio» e facendogli con le mani il segno della pistola. Cusumano, rimasto immobile al suo posto, è stato colto da malore. «Barbato è arrivato e gli ha sputato in faccia. A quel punto, Cusumano si è sentito male, piangeva e poi è svenuto», ha raccontato fuori dall’aula il presidente della commissione Difesa al Senato Sergio De Gregorio.
LA VERSIONE DI BARBATO – Barbato, dopo l’incidente, entra chiaramente scosso alla buvette, accerchiato da un gruppo di giornalisti, afferma urlando: «Cusumano non poteva parlare male di Mastella. Ha avuto tutto quello che voleva. È un accattone». Poi incalzato continua: «Questo Paese non risorgerà mai se ci sarà gente di merda a rappresentarlo». Poi, più calmo davanti alle telecamere, Barbato precisa: «Lui (Cusumano) dice di aver deciso per l’interesse del paese. Io so solo che l’ufficio politico ha deciso di votare contro la fiducia e lui era d’accordo. Cosa è successo in questi giorni? Gli hanno promesso qualcosa? Io non lo so. So solo che così si lavora contro le istituzioni e per l’antipolitica»
L’INTERVENTO – Cusumano si è dissociato dalla linea Mastella con poche parole: «Scelgo in solitudine, con la mia libertà, con la mia coerenza, senza prigionie politiche, ma con la prigionia delle mie idee. Scelgo per il Paese, scelgo per la fiducia al Governo Prodi» aveva annunciato nell’Aula di Palazzo Madama. Poi la rissa verbale, e lo stop ai lavori. Dopo una decina di minuti la seduta è ripresa.
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