Quando fu creata la “Casa delle Libertà”, nessuno avvisò Silvio Berlusconi – non sceglie gli intellettuali come di solito sceglie i calciatori, tra le eccellenze del mondo – che Federico Nietzsche vedeva nel concetto stesso di “casa” la peggiore delle prigioni. Poco s’addice una casa alla libertà, basta che si guardi “Into the Wild”, bel film del grande Sean Penn, per capirlo, senza bisogno di leggere Nietzsche. Ma ora la libertà non ha più una casa, in compenso, ha un popolo, un pulmino, e tanti circoli. Ha tante belle cose ma lei non c’è. Non c’è perché la libertà degli italiani sarebbe solo conquistata quando smettessero di essere tali, e ritornassero cittadini di piccole patrie più o meno ricche di mezzi, ma certo tutte ricche di una storia che è impossibile mettere insieme. La Prima Guerra Mondiale non ha forgiato nessuna “nazione italiana”: ha eliminato 600.000 siciliani, campani, liguri, veneti, lombardi. Le guerre non forgiano niente, distruggono, soprattutto quando non sono guerre difensive, le uniche che il pensiero liberale, e il diritto delle genti, dovrebbe considerare come possibili, moralmente. Per questo, questo “popolo della libertà” è un popolo di schiavi che sarà vieppiù tale dopo il 14 aprile, e non importa chi vincerà, ci sono dei biechi Veltrusconi all’orizzonte. Non che le idee dell’allora Forza Italia (dov’è, è una sottomarca del PdL, o il PdL è una sottomarca di FI…?) fossero del tutto sbagliate: erano principi fortemente liberali, riduzione del peso dello stato, flat tax per tutti, etc. etc. Sono utopie, irrealizzabili finché vi sarà l’Italia come è adesso. Cinque anni di governo Berlusconi lo hanno dimostrato. Ma l’utopia quando è spacciata come realizzabile, con le stesse parole di 15 anni fa, gli stessi modi, la stessa gente, diventa menzogna. E Berlusconi vende ora una merce scaduta, perlomeno nel 1994 molti si illusero, perché vi erano molte novità in quel programma. Ma molti già pensavano che fosse irrealizzabile. E ora lo si ripropone, impunemente. Questo partito ha perso perfino la fantasia: singolare che si propongano come nuclei di aggregazione dei “circoli”, senza neanche la fantasia di dar loro un altro nome (logge?, armonie?, clusters?), visto che i Circoli già c’erano, come istituti culturali, anche animati da gran buona volontà, serietà e idee, ed erano una creatura di Marcello dell’Utri, ovvero di Forza Italia. Una volta si diceva, “la fantasia al potere”, ora il potere ha perso ogni fantasia. Stancamente si trascina, onusto di anni, par vecchio, e lo è, anche quel che una volta era giovane. E così la libertà – liberi liberi liberi, sì ma liberi da che cosa, canta Vasco? – viaggia in pulmino, raduna un popolo, si incontra in circoli. E’ da tutte le parti insomma, ma in verità da nessuna. Libertà vera, ora, sarebbe essere cittadini di una Venetia prospera, di una Sicilia prospera, di una Sardegna prospera, stati indipendenti, finalmente fieri della propria storia prima ancora che del proprio benessere. Questa è l’unica libertà vera, l’unico obbiettivo di liberazione, il 21 febbraio 2008, per i cittadini italiani. Il resto, sono menzogne, sono favole belle narrate per brutti scopi, sono l’inganno si perpetua anche quando è stato smascherato, che va avanti per inerzia. Come per inerzia va avanti quest’Italia inesistente. Per inerzia, e per la pigrizia e la mancanza di coraggio di coloro che non credono che la Venetia possa tornare libera. Davvero.
Paolo Bernardini
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds