headermask image

header image

La scomparsa dei politici: note dalla Venetia del futuro

Microsondaggio estemporaneo: quanti sanno chi è Pascal Couchepin? Magari qualcuno sa che egli è l’attuale presidente della Confederazione Elvetica. Quante volte si è vista in tv la sua faccia? Eppure è presidente di un paese ricchissimo e prospero, che supera ampiamente per prodotto interno lordo l’Italia (50,000$ circa contro 38,000$ secondo “The World in 2008”, supplemento annuale dell’Economist). Quanti sanno chi è Putin? Eppure Putin non governa su un paese felice. Intanto, la Russia ha il PIL pro capite pari ad un quinto circa di quello Svizzero, ma tra i suoi 140 milioni di abitanti – inclusi i Ceceni e altri che volentieri si autogovernerebbero – vi sono milioni e milioni di disperati. Quanto guadagna Couchepin? Probabilmente è benestante, ma credo che sia lungi dal possedere qualche diecina di miliardi di Euro come Putin. Bene, aveva forse ragione Sant’Agostino: che cosa sono i regni, se non “magna latrocinia”? E più grandi sono più la ruberia cresce. Siamo nauseati – o quantomeno io lo sono – dal vedere in televisione da quando sono nato le facce dei politici, non tanto Putin, o Sarkozy mano nella mano con Carla Bruni, ma nel vedere i politici italiani: sono per la maggior parte figure che se non avessero avuto un sistema marcio ove prosperare non avrebbero potuto trovare un bel lavoro onesto. Tutti noi, e non solo io, ci siamo chiesti all’apparire dei loro faccioni insalubri: ma cosa mai hanno fatto? Che apporto hanno dato alla scienza, all’economia, alla cultura, prima di entrare in politica? Non tutti certo: se qualcuno negasse a Berlusconi di essere uno dei maggiori imprenditori, forse il maggiore imprenditore italiano del Novecento, andrebbe contro la storia. Interessante però la corte dei suoi “pensatori”: giornalisti di incerta provenienza ideologica, professori dal pensiero esangue, portavoce precocemente invecchiati, prosciugati dagli sforzi del loro pensiero (ma la legge della relatività non è ad esempio tra le loro scoperte, almeno non credo), transfughi dal comunismo, preti spretati, ottuagenari riciclati. Non hanno, i politici, in maggioranza, nessun valore individuale, perché sono le rotelle di un orologio inutile e sgangherato, che quanto più sta fermo, tanto più il tempo scorre felicemente. Non vi è nessuna necessità di loro. Eppure ce li vediamo propinati continuamente in televisione. Vorrei che i giornali e le tv – e spero che lo siano quelli della Venetia libera – non parlassero mai o quasi dei politici e non facessero mai vedere le loro facce. Non hanno nulla di interessante, sono coloro che rallentano il corso del mondo, non coloro che lo favoriscono. I giornali della Venetia libera ci parleranno di coloro che portano avanti il mondo, scienziati, intellettuali, imprenditori, o di coloro cui possiamo guardare come esempi di esseri umani fortunati e laboriosi, i campioni dello sport, gli inventori, coloro insomma che hanno fatto qualcosa di grande, gli attori e magari anche le bellezze (femminili e maschili) che rallegrano sempre gli occhi. I politici della Venetia libera, che sarà uno Stato agile, faranno onestamente il proprio lavoro e si guarderanno dall’apparire troppo, anche perché non saranno cercati così tanto.
Nessuno ha intenzione di fare di Venezia una nuova Roma. O una nuova Mosca. Forse il nuovo parlamento veneto non sarà tanto più grande dell’attuale consiglio regionale.

Paolo Bernardini

If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds