La crisi finanziaria mondiale ha un nome preciso, si chiama recessione degli Stati Uniti d’America. I nodi stanno venendo al pettine e in più si trovano alcuni grumi nei capelli finanziari che rendono ancor più arduo il compito dei banchieri e dei politici al lavoro per attutire gli effetti che ormai stanno rivelandosi, uno ad uno.
Il petrolio sopra quota 110 dollari al barile e prevedibilmente nel giro di poco a quota 150 dollari.
La corsa all’oro come unica salvaguardia “fisica” dei propri investimenti.
Un crack a Wall Street annunciato peggiore del 1929.
Oggi è lunedì 17 di marzo 2008, potrebbe anche essere un lunedì di panico nelle borse mondiali.
E se non fosse oggi, prepariamoci al peggio per un lunedì, o un venerdì che potrebbero essere rimandati solo di poco.
In ogni caso, anche dopo che il panico finanziario avrà bruciato centinaia di milioni di dollari, i problemi della bolla finanziaria resteranno tali e quali, anzi forse peggiorati perché si riaprirà la strada al toro incosciente dei veri problemi che stanno gravemente intaccando la salute economica e sociale mondiale. Il crack ampiamente previsto a Wall Street è infatti solo la febbre che segnala l’avanzata delle vere malattie che potrebbero degenerare al grado metastatico.
Quali sono? Eccone alcuni esempi:
- Assenza di politiche regolatrici nelle nuove tigri cinese e indiane.
- Eccessivo indebitamento dei 2/3 delle economie mondiali in yen ed esposizione finanziaria al previsto rialzo dei tassi di sconto della Banca Centrale giapponese.
- Mancanza di una politica energetica mondiale in grado di sopperire alla crescente forbice tra domanda e offerta di petrolio.
- Mancanza di una politica di ecosostenibilità globale che permetta di diminuire il rischio di una crisi assicurativa mondiale, nonché ovviamente di un collasso geofisico del pianeta.
- Abdicazione della politica di fronte alla nuova classe dirigente finanziaria criminale e, cosa più grave, profondamente nesciente degli effetti collaterali della loro azione.
- Crescente grado di inconsapevolezza delle popolazioni mondiali causata da un’informazione addomesticata e superficiale.
- Crisi dei sistemi democratici e demografici.
- Eccessiva grandezza di almeno un quarto di stati del mondo, che in epoca di libero commercio diventano problematici a causa della loro rigidità e eccessivo potere militare.
Nell’immediato, quali soluzione tampone, urgono due riforme, per quanto noi nel nostro piccolo possiamo fare.
Come europei dobbiamo immediatamente porre fine al fiume di transazioni criminali di riciclaggio di denaro sporco che stanno avvenenendo oggi in euro a seguito del Patriot Act statunitense approvato dopo l’11 settembre 2001. Questo fiume di transazioni è un maledetto virus monetario concausa dell’eccessivo apprezzamento dell’euro e dell’intaccamento dei forti valori sociali dell’economia europea. Non possiamo permettere che la ‘ndrangheta diventi la principale detentrice di euro al mondo! Urge pertanto al più presto una misura europea speculare al quella contenuta nel Patriot Act che monitori i flussi monetari in euro in ogni parte del mondo.
Come veneti invece dobbiamo acquisire al più presto l’indipendenza politica per poterci permettere di applicare politiche adatte all’attuale fase storica.
La dimensione dei grandi stati nati nell’ottocento è infatti un freno alla politica che è l’unico argine alla sottomissione in atto alla grande speculazione finanziaria che è irresponsabile proprio perché apolitica.
La nostra indipendenza è una garanzia ormai non solo più al benessere, ma alla stessa sopravvivenza dignitosa in un mondo malato.
Gianluca Busato
Partito Nazionale Veneto
Web: www.pnveneto.org
E-mail: info@pnveneto.org
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