Il senso di responsabilità e il proverbiale senso civico dei veneti rafforzerà il PNV e ci permetterà di liberarci dal giogo italico prima della disfatta del sistema-italia
Il disastro italico è ormai sotto gli occhi di tutti. A livello internazionale sono innumerevoli i segnali di una crescente sfiducia, testimoniata da tempo da fiumi di inchiostro sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Anche da noi – seppur in un’atmosfera sempre ovattata da un potere massmediatico saldamente nelle mani di una classe dirigente ormai inqualificabile – risulta sempre più evidente a tutti la disfatta del belpaese.
Ad un’analisi superficiale, risulta tra l’altro distonico questo evidente fallimento economico, morale, storico nel più fitto tripudio di tricolori che nelle nostre strade sembrano invece voler esorcizzare una fine sempre più prossima. Un esempio ce l’hanno i poveri bassanesi e tutta la pedemontana che in previsione dell’adunata nazionale degli alpini non hanno più un metro quadro libero da un’orgia imbarazzante di bianco-rosso-verde.
Sinceramente da quando siamo nati mai avevamo visto un simile spreco dei tre colori.
Da quanto si può vedere nei libri di storia o dalle cronache dell’epoca dell’istituto Luce, l’attuale revanscismo nazionalistico italico non sembra aver nulla da invidiare al periodo dell’italietta fascista. Anche i simboli dei due principali partiti italici abbondano di tricolore. La vecchia fiamma del MSI andrebbe rivalutata come un modesto simbolo di italianità rispetto per esempio all’imbarazzante logo nazionalista del PD di Weltrony.
Noi veneti speriamo vivamente di non dover assistere nel 2011 all’impietoso (per noi) 150° anniversario dell’unità d’italia, che, tra l’altro, non ci rende nemmeno giustizia storica, dato che noi 150 prima eravamo – e felicemente – sotto il lungimirante governo austriaco. Nessuno, crediamo, può solo lontanamente immaginare lo spreco di denaro pubblico che sarà perpetrato per questa infausta data.
Quell’anniversario – con un’ironia che solo la storia sa sempre riservare – probabilmente cadrà poco prima, o poco dopo, una nostra probabile uscita dall’area euro, oppure l’ingresso in una fascia dell’euro di serie B (nell’ipotesi ritornata in auge di un’area euro a due velocità).
Anche oggi, infatti, un puntualissimo Almunia taglia una seconda volta le stime già tagliate di crescita (si fa per dire…) del pil italico.
Bene, perché allora oggi ci preoccupiamo di questo accostamento tra crisi sistemica del paese italia e lo spreco di tricolori che si vede per le nostre strade?
Il motivo è presto detto: il nostro timore è l’involuzione autoritaria di questo stato ormai alla frutta. Noi temiamo questo artificiale nazionalismo italiano, accompagnato da crescenti forme di razzismo anti-veneto e da una persecuzione che ci riguarda come imprenditori con l’utilizzo tardo-sovietico della guardia di finanza nelle nostre attività economiche medio-piccole già in sofferenza, come neo-laureati, con l’esclusione sistematica da ogni tipo di graduatoria pubblica all’insegna dell’anti-meritocrazia, come cittadini, con una vessazione fiscale e del costo del lavoro che ha ridotto il nostro reddito pro-capite spendibile a livelli dei paesi più arretrati dell’ex Europa comunista (quelli migliori sono prossimi a superarci in breve tempo, a cominciare da Slovenia, Estonia, Lituania, Cekia e Slovacchia) e in tutte le altre sfere della nostra vita.
Il pesce-italia puzza ormai (e come sempre avviene per i pesci, inizia a farlo dalla testa) e si sta avviando a diventare il prossimo cadavere della storia europea.
Dobbiamo ora essere coscienti però che la prospettiva tutt’altro che remota della crisi finanziaria che porti alla bancarotta del sistema-italia va vista con due lenti diverse:
Prima ipotesi: come rischio estremo, di trovarci a vivere in uno stato inefficiente, corrotto, ingiusto, razzista e a quel punto anche autoritario e anti-democratico;
Seconda ipotesi: come opportunità, se noi veneti sapremo organizzarci politicamente e finalmente autodeterminarci nella Venetia indipendente, proprio come hanno saputo fare gli sloveni, gli estoni, i ceki, gli slovacchi, i lituani nei loro stati multinazionali morenti, abbandonandoli prima di esserne travolti.
Noi vogliamo credere nella seconda ipotesi e questa è la ragione che ci spinge alla creazione di una rete politica moderna e democratica che risponde al nome di Partito Nazionale Veneto e che sappia accreditarsi come alternativa politica al nascente regime antidemocratico.
Il senso di responsabilità e il proverbiale senso civico dei veneti saprà senz’altro cogliere la seconda alternativa, rafforzando e aiutando il PNV.
Gianluca Busato
Partito Nazionale Veneto
Web: www.pnveneto.org
E-mail: info@pnveneto.org
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