Se vent’anni fa potevano apparire le prime avvisaglie, mai ci saremmo potuti aspettare che oggi saremmo appartenuti ad una società così distopica, ovvero così indesiderabile da essere esattamente il contrario di utopica e desiderabile. Il lento ed inesorabile condizionamento al quale ci siamo sottoposti è arrivato a livelli parossistici in quanto siamo spinti ad aderire ad un sistema elettorale con l’animo scosso da scegliere ciò che ci spaventa meno. È forse questa intesa come libertà? Possiamo considerarci in grado di esprimere libero arbitrio? “Per me siete tutti uguali” diceva Morpheus agli agenti Smith, demoni interiori nel mondo delle regole, radici dell’ego che agiscono da super-io imperante nelle nostre deboli menti. Meccanismo simile si manifesta nel comportamento dell’elettore medio, messo di fronte ad un bivio con la macchina in panne in una foresta notturna.
La mente gioca brutti scherzi, soprattutto quando questa non è preparata. Se il potere è nulla senza controllo allora la coscienza è inutile senza etica. La paura e l’egoismo quindi vanno a braccetto per distruggere la nostra coscienza e l’etica lascia il posto alla mera sopravvivenza o al suo miraggio.
Chi siamo e dove andiamo quindi sono le cariche inespresse tramutate nell’immobilismo di un respiro quindi esisto. Ma resta l’evoluzione come principio ispiratore, e negli esseri senzienti è il discernimento che la decreta. La scelta quindi, svelata come fittizia, non è una scelta ma condizionamento. Agire al di fuori di questo si avvicina al concetto di libertà. Svegliatevi dormienti, Svegliatevi psicoschiavi!
Pier Paolo Bottin. Pedagogista e formatore
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