Ciò che sta avvenendo a Napoli, potrà domani avvenire anche in Veneto?
Molti si chiedevano perché l’incarico di ministro degli interni fosse stato affidato a Roberto Maroni, onorevole della lega nord. Il presidente emerito Francesco Cossiga si era spinto più in là nei dubbi negando addirittura la fiducia all’ex esponente dell’ala dura comunista nata e cresciuta nel ’68.
In realtà, come molti ex compagni comunisti, Roberto Maroni si è saputo reinterpretare alla luce della gestione del potere, nel più classico stile appunto di un degno ministro degli interni dello stato multinazionale italiano.
Qualche pm lo definì addentatore di polpacci di qualche poliziotto, ma l’allora impaurito ex secessionista padano ed ex comandante in capo delle camicie verdi ha saputo ritagliarsi un ruolo così perfetto di fedele esecutore dell’ordine nuovo tricolore, al punto invece di comandare nuovamente le forze dell’ordine dello stato e i prefetti coloniali (a proposito, quanti sono i prefetti veneti in Veneto? Quanti sono i questori veneti in Veneto?). La fiducia in realtà l’uomo seppe conquistarsela già nel 1994.
Oggi a Napoli dimostra di ripagare bene i suoi sponsor.
Ma come sappiamo i napoletani sono sporchi e cattivi. Si tratta di gruppuscoli organizzati e infiltrati dalla camorra, nemica della politica italiana, com’è noto (?). Le cronache di professoresse che descrivono violenze sulle donne e addirittura atti da ascari da parte di chi dovrebbe tutelarli e che nel migliore dei casi rubano orologi non sorprendono in realtà che li vide in azione contro i patrioti veneti della Life e contro Fabio Padovan, magari anche aizzando loro contro proprio i cani da guardia comunisti dei centri sociali di quel Luca Casarin (comunista come lo era Maroni), durante il vergognoso processo ai patrioti Serenissimi. Non sorprende chi li vide riempiti di letame mentre bastonavano, picchiavano e anche in quel caso forse prendevano a prestito portafogli ai poveri contadini e allevatori che protestavano per l’ennesima truffa ordita dallo stato italiano nei loro confronti.
A breve potremo forse assistere a probabili proteste e atti di resistenza passiva anche in Veneto, dato il perdurare di una situazione economica che non prevede nulla di buono, almeno a leggere ciò che dice l’OCSE e data la sospetta intensificazione delle azioni della guardia di finanza contro le nostre piccole e depredate attività economiche.
Per bastonarci, i poliziotti italiani eseguiranno allora gli ordini di tale Maroni Roberto, onorevole varesotto, ex agit prop comunista sessantottino, degno compare e forse erede dell’altro ex aderente al partito comunista italiano, Bossi Umberto, attuale ministro delle riforme italiano, che ha detto “o si fa l’italia federale o si muore”?
In quel caso sappiano entrambi che faremo rimangiare l’eskimo a loro e a tutti i nemici del Popolo veneto.
Wento
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