Il voto degli Irlandesi, a cui va il mio personale ringraziamento, ha affossato per la seconda volta un trattato di costituzione ignobile, per la semplice ragione che offende la dignità dei cittadini europei calpestando il diritto alla democrazia, il diritto alla conoscenza (ridicolo presentare un documento di centinaia di pagine).
Ma non solo, un trattato che voleva concentrare nelle mani di pochi un sistema centralista che già oggi è insopportabile.
Chi vi scrive non è un euroscettico, ma uno che all’Europa ci crede e vorrebbe diventasse una confederazione, ma non vuole un mostro tentacolare ma un’Europa dei popoli dove un governo extralight concorda pochi elementi di politica comune: difesa dei cittadini, difesa dell’economia, garanzia del libero mercato, in una parola tutela del territorio europeo.
Voi direte che già ora queste cose ci sono, ed io obietto, che sì esse sono presenti in modo asfissiante, sono fatte più per danneggiare i propri cittadini che per favorirli. Ci vediamo invasi di giocattoli cinesi tossici, ma le nostre imprese vengono soffocate da montagne di regolamentazioni. Un sistema che incensa se stesso, dall’alto cala le sue direttive ignorando spesso le critiche dei cittadini (si veda sugli OGM, sui brevetti su software, tanto per citare alcuni esempi), supponenti ritengono che i cittadini siano una massa di stupidi.
E come non sentirsi stupidi di fronte ad un mattone di 360 pagine?
Non è questa l’Europa che i cittadini europei vogliono. E dall’Irlanda è arrivata una lezione. Non tanto per gli euroburocrati, ma per i cittadini tutti che devono iniziare a rimboccarsi le maniche e contestare il loro diritto alla democrazia in un sistema che deve essere scalare con un baricentro prossimo al cittadino. Al centro dell’Europa c’è un’antica “unione europea” che molto appropriatamente non fa parte dell’UE, forse dovremmo cominciare da li a prendere ad esempio.
Claudio G.
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