Molti veneti nutrono ambizioni legittime per il futuro del Veneto. Noi riteniamo che la sovranità del nostro paese appartenga al nostro Popolo. E come Popolo sovrano, noi Popolo Veneto – e noi soli – abbiamo il diritto di decidere come dobbiamo essere governati.
Per questa ragione il nostro manifesto pubblicato prima delle ultime elezioni politiche (“Le Ragioni dell’indipendenza”) ha introdotto a tutti i veneti un nuovo concetto di indipendenza veneta, da ottenersi attraverso un referendum organizzato dalla Regione Veneto.
Nelle ultime elezioni politiche è emersa con forza la volontà dei veneti di avere una maggiore quota di autogoverno rispetto ad ora. Noi come PNV riteniamo che l’indipendenza sarebbe quanto di meglio possiamo ottenere. Altri ritengono preferibile una devoluzione di poteri centrali, o maggiore autonomia nel trattenere localmente le nostre tasse e maggiore possibilità di spenderle, oppure il federalismo. Ma, al di là delle differenze di visione tra i diversi partiti politici, il messaggio delle elezioni è stato chiaro e ovvio: la posizione istituzionale del Veneto deve fare dei passi in avanti.
Evoluzioni si sono verificate anche nella vicina Lombardia, grazie all’adozione di uno statuto regionale che evoca concetti di autonomia e nel vicino Friuli-Venezia Giulia che ha adottato misure di utilizzo anche pubblico della lingua friulana e la possibilità di avere una camera fiscale friulana. Stiamo tutti attendendo inoltre con ansia inoltre le scelte del governo centrale in tema del tanto propagandato federalismo fiscale.
Come segretario del Partito Nazionale Veneto, ho la responsabilità di esplorare e di iniziare una discussione sulle opzioni per un cambio istituzionale e costituzionale veneto. Guido il primo partito indipendentista veneto che si propone di cambiare la visione politica assumendo come centrale la Causa Veneta, pertanto peroro la causa della nostra indipendenza, dei benefici che essa porta e delle nuove opportunità che si aprono grazie ad essa. In ogni caso, sono consapevole che lo spettro di opinioni politiche venete sul tema è molto vasto e che al momento la nostra visione è ben al di là dall’essere maggioritaria, o determinante.
L’appartenenza del Veneto all’Italia è stata censita dal discusso plebiscito del 1866, mentre la perdita dell’indipendenza politica risale al 1797 con l’invasione del tiranno Napoleone e il vergognoso trattato di Campoformio. Il dibattito su questi travagliati passaggi storici rimane tutt’oggi vivo e non risolto e come PNV ci proponiamo di dare nuove argomentazioni a supporto dell’illegittimità storica di tali atti.
Credo sia pertanto doveroso iniziare una conversazione nazionale sul nostro futuro per permettere al Popolo Veneto di dibattere, di riflettere e quindi di decidere sul tipo di governo che meglio interpreta le esigenze per il nostro futuro. Nel corso delle prossime settimane verrà pertanto proposta una base di partenza e di ispirazione per tale dialogo. Il documento che pubblicheremo valuterà quali aree possano essere oggetto di maggiori responsabilità da parte dei veneti, quali la politica economica e fiscale, la tutela del nostro ambiente, o la legislazione sulla pubblica sicurezza, così come il concetto di indipendenza e maggiori sviluppi costituzionali nello stato italiano.
Sono passati dieci anni dai fatti di San Marco e soli due anni dal referendum sulla devoluzione. Abbiamo visto in questo periodo la crisi di una visione istituzionale centralista e cominciato ad intravedere le opportunità di una maggiore assunzione di responsabilità a livello locale.
Credo che ora sia giunto il tempo per noi, il Popolo Veneto, di valutare e scegliere quale debba essere il nostro futuro nel mondo moderno.
Gianluca Busato
segretario nasional PNV
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