L’autonomia non è la stessa cosa dell’indipendenza. Ai veneti serve un vero parlamento con maggiori poteri
Leggiamo con molto piacere in questi giorni il rinnovato dibattito apparentemente a favore dell’interesse politico veneto. Si susseguono conferenze e convegni in particolare sulla prossima riforma del cosiddetto federalismo fiscale.
E allora per un attimo, nei giorni in cui il pregiudizio verso i veneti è alimentato ad arte da parte della sinistra e di tutta la stampa italiana con accuse ingiustificate e vergognose di razzismo alla città di Treviso e ai trevisani e in cui invece l’assassinio di sette africani da parte della camorra è giustificato come manovra di difesa commerciale contro la “concorrenza sleale” nel mercato spaccio della droga, immaginiamo per assurdo che il federalismo fiscale (vero), o una condizione di specialità del Veneto possano trovare attuazione concreta.
Facciamo insomma finta di non trovarci nell’attuale esposizione finanziaria dello stato italiano, che dal venir meno del gettito fiscale veneto, o di buona parte di esso, si troverebbe con un bilancio fiscale ben oltre i limiti della bancarotta. Sempre per assurdo ipotizziamo anche che il sistema politico italiano corrotto e predone possa (non diciamo voglia) concedere forme di concreta autonomia al Veneto, rinunciando al parassitismo e al clientelismo che deriva dal nostro sfruttamento economico.
Se tutto ciò fosse vero – è non è vero – giudicheremo positivamente le battaglie di altre organizzazioni politiche per l’autonomia e il federalismo, perché sarebbe comunque un passo in avanti verso l’indipendenza.
D’altra parte, se tutto ciò fosse vero – è non è vero – bisognerebbe riaffermare con forza che l’autonomia non è la stessa cosa dell’indipendenza e che tale riforma non basta a dare risposta alle esigenze del Veneto.
Il potere degli enti locali veneti sarebbe rigidamente limitato anche con la più ampia autonomia pensabile e quindi ci sarebbe un freno naturale ai risultati che essi possono ottenere. Anche con la più ampia autonomia immaginabile, con il federalismo più spinto che l’Italia per assurdo potesse concedere, il parlamento di Roma manterrebbe il controllo di aree cruciali quali l’economia, le tasse, la previdenza, le pensioni, l’immigrazione legale e clandestina, la comunicazione radiotelevisiva, la difesa e gli affari internazionali.
Esso conserverebbe inoltre la potestà di legiferare in ogni area devoluta o riservata alla regione e potrebbe calpestare la volontà del parlamento veneto senza alcun consenso, come dimostra il conferimento di scoase italiane che non è nemmeno passato all’approvazione delle assemblee legislative venete, ma deciso direttamente da Bossi e Berlusconi sulla nostra testa e a discapito della nostra salute. Allo stesso modo in cui avverrà il furto del gas del golfo di Venezia ad opera dell’Eni, grazie probabilmente a quello Scajola che quando diventa ministro si fa fare una nuova tratta ad personam da Alitalia per volare da casa sua a Roma (proprio come faceva il defunto Nicolazzi con i caselli autostradali appena fuori dalla sua villa), così come avverrà il furto del naturale provento commerciale veneto del nuovo rigassificatore di Rovigo da parte dei politici italiani dal borseggio facile a danno di noi veneti.
Il consiglio regionale veneto e le comunità venete hanno pochissimi poteri oggi e pochissimi ne avranno anche con le riforme federaliste di facciata che saranno approvate. Noi veneti abbiamo meno facoltà di decidere il nostro destino di qualsiasi altro Popolo europeo, autonomo, o indipendente che sia. Il Veneto (e per estensione la Venetia) ha meno controllo sui suoi affari delle Fiandre, dei Paesi Baschi, della Catalogna, della Baviera, o di Malta!
Gli enti locali veneti praticamente hanno le mani legate, perché ogni decisione sul metodo di raccolta delle risorse finanziarie è preso a Roma, anche con la prossima riforma-burla pesudo-federalista. Ecco spiegato perché anche in Veneto emergerà, come già emerge in Scozia, nella Fiandre e in molte altre nazioni, la voglia di indipendenza, nonostante i febbrili tentativi dei partiti italiani di mascherarsi da veneti.
Ecco perché dobbiamo trasformare il consiglio regionale veneto, ma anche gli organi legislativi delle comunità limitrofe che si riconosceranno volontoriamente nella Venetia, in un autentico, indipendente Parlamento Veneto, con tutti i poteri che dall’indipendenza derivano.
Solo con maggiori poteri al Parlamento Veneto e in ultima analisi con l’indipendenza, il legislatore veneto potrà fare il bene del Popolo Veneto che lo ha eletto a rappresentarlo.
Gianluca Busato
Segretario Pnv
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