Tutti noi auspichiamo a prezzi bassi e ampia scelta di prodotti e servizi. Questo connubio è un equilibrio che, è stato dimostrato e controdimostrato, trova il meglio di se nel libero mercato. Le pianificazioni di stile sovietico non solo costituiscono un irrigidimento che impedisce il miglioramento dei costi nel tempo, ma pongono delle barriere che potrebbero risultare pericolose.
Nel caso specifico il problema nasce nelle tariffe di roaming della telefonia mobile in Europa. Ebbene se si passa dai 6 cent dell’Estonia ai 60 (dieci volte di più) del Belgio ci saranno delle motivazioni si presume legate al mercato. Dico “si presume”, perchè in realtà il problema è di natura più complessa, poichè le licenze di occupazione delle bande di frequenza per l’esercizio della telefonia mobile sono rigidamente regolamentate e la iperregolamentazione tutta europea pervade ogni angolo di questo tipo di servizi. Questo significa creare un certo numero di monopoli controllati dal governo (europeo e dei vari stati) che limitando la concorrenza di fatto rende poco competitivi i servizi. Metterci la pezza di imporre una tariffa è la peggiore delle cose che si potesse immaginare di fare, quando invece sarebbe stato meglio rendere libere delle licenze di telefonia a nuovi operatori, ad esempio di roaming. Meglio ancora sarebbe stato la deregolamentazione del settore della telefonia mobile, lasciando spazio alla telefonia IP senza fili che deve svilupparsi e maturare ma consentirebbe la contestuale presenza di più operatori sulla stessa portante.
Spazio che nuovi competitori affamati di nuove fette di mercato, avrebbero di certo occupato, specie se non gli si chiede loro la tangente di entrata per ottenere la licenza ad operare.
Claudio G.
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