Oggi (10 ottobre, ndr) intanto l’Unicredit attacca le banche locali venete e le accusa di sciacallaggio e allora noi veneti rispondiamo con le picche a lorsignori delle banche italiane: sono degli incapaci ed è giusto che falliscano.
Il PNV esprime pertanto piena solidarietà al sistema delle banche locali venete e invita senz’altro i risparmiatori veneti a privilegiarle come istituti sicuramente più solidi e probabilmente meno intaccati dalle schifezze finanziarie dei grandi gruppi del credito tricolore.
Sempre nella sagra dell’ipocrisia italiana, anche Napolitano oggi fa la sua parte dicendo ai giornalisti “Niente allarmismi”.
Noi interpretiamo questa frase in altro modo e proviamo a ritradurla: “cari giornalisti, non dite ai cittadini la verità. Non dite loro che stiamo cercando di salvare il didietro a qualche nostro amico banchiere fingendo una crisi mondiale. Non diteglielo, sennò questi vengono qui e il didietro lo fanno a noi.”
Ecco qui sotto pubblicata invece un’altra informazione di pubblico dominio nel 2006, mostrata un paio di giorni fa da Michele Boldrin, che spiega perché i Napolitano e i Berlusconi sanno bene di cosa stiamo parlando.
Dimostrava che alcune banche erano piene di quell’aids finanziario che oggi qualcuno spaccia per qualcosa di diverso.
Il polverone che si sta sollevando è solo il redde rationem dei lupi, che purtroppo sarà pagato da noi cittadini veneti (per quanto ci riguarda e interessa).
Una lezione per il futuro? C’è n’è solo una per noi e si chiama INDIPEDENDENZA.
giane
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tratto da noisefromamerika.org
La tabellina qui sotto l’ho ricevuta oggi da un conoscente che si occupa di CDS quando non dorme, e dorme poco. È notizia pubblica, fra gli adetti ai lavori, quindi non svelo alcun segreto militare: Fitch pubblicò questi dati un anno fa. La prima colonna riporta il nome della banca. La seconda riporta l’ammontare (in miliardi di Euro) di “liquidity facilities” che la banca “garantiva” al 31/12/2006. Concedetemi venia (è notte tarda) se non mi dilungo a spiegare cosa siano esattamente le liquidity facilities legate a Asset Backed Commercial Paper: credetemi, roba pericolosa e simile alle MBS o ABS. La terza colonna indica il rapporto percentuale (all’interno del portafoglio della banca in questione) fra quanto aveva garantito in liquity facilities ed il funding a sua disposizione via depositi e debito proprio emesso sul mercato. Questa informazione era pubblica a fine 2006 ed inizio 2007. Ora vi lascio indovinare quali, fra queste banche,sono oggi in sofferenza o sono state intervenute dalle autorità monetarie o soffrono di seri problemi di liquidità. Di informazione così, nei cassetti giusti, ce n’è parecchia. Chi sta male e chi sta bene forse non è così difficile da scoprire, basta un po’ di sforzo. A buon intenditor, poche parole.
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