In questi giorni assistiamo alla più incredibile fiction economico-finanziaria che mai si sia vista, roba da far quasi invidia al ’29 e alla Grande depressione.
Per una bel prosieguo di trama manca ancora un suicidio, o una serie di suicidi eccellenti (se Profumo leggesse queste righe si toccherebbe…), fatto sta che siamo nel mezzo del ciclone ed è ancora presto per capire, ma il ritornello dell’ottimismo cosmico sta di sicuro lasciando il passo al catastrofismo globale, al ritmo di un panico sempre più a fare da background a decisioni pubbliche e governative che di solito richiedono mesi o anni di preparazione per essere compiute.
Nessuno sa autorevolmente dire cosa stia succedendo e verso dove si stia andando. Ai molti che si interrogano sul dove mettere i propri soldi, se lasciarli dove sono, se spostarli sui bund tedeschi, o sotto i materassi (sperando che le bande di criminali sempre più efficienti non trovino in ciò una nuova area di business), oppure se comprare un campo e piantarci patate non sappiamo cosa dire e da quanto si capisce nessun suggerimento è certo di questi tempi.
Ciò che è certo è che l’attuale classe politica italiana risulta del tutto inadeguata.
Risulta inadeguato Tremonti, che fino a ieri parlava di una crisi che non ci riguardava.
Risulta inadeguato Veltroni, che ora fa il verginello, dopo aver candidato nelle proprie liste proprio la moglie di Profumo e aver banchettato a più non posso con le banche.
Risulta inadeguata la Lega, che con le banche ha dimostrato un’esperienza catastrofica per chi ci ha creduto (e per chi ancora amaramente ricorda la vicenda CrediEuroNord).
In estrema sintesi risulta inadeguata l’Italia.
E in tale scenario, dato che già comincia ad allargarsi la forbice tra titoli di stato italiano e i succitati bund tedeschi, ci suonano ancora di più valide le parole di qualche mese fa pubblicate da lavoce.info: “… con una forte accelerazione negli ultimi giorni, la forbice fra i rendimenti dei titoli di stato italiani e i bund tedeschi è tornata a riaprirsi. Le ragioni di questo crescente divario sono da ricercarsi nella crisi dei mercati finanziari e hanno poco a che vedere con gli sviluppi del quadro politico in Italia. Ma la maggiore volatilità cui oggi sono soggetti i rendimenti dei titoli di stato obiettivamente rende vulnerabile un paese con un debito pubblico elevato come il nostro. Gli oneri del debito possono salire bruscamente e scatenare reazioni a catena difficilmente controllabili.”
L’Italia insomma sta camminando pericolosamente sull’orlo del burrone della propria bancarotta.
L’ennesimo motivo in più per noi veneti per procedere a tappe spedite verso la nostra indipendenza politica.
Gianluca Busato
Segretario Pnv
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