La Venetia libera sarò un piccolo stato felice. Non solo nelle grandi cose, ma anche nelle piccole, si percepirà la differenza dall’antico regime dell’oppressione italica. Certe mostruosità di ITA non esisteranno più, non si dovrà più pagare ad esempio la tassa di registro quando si acquisteranno gli immobili – la certezza del diritto di proprietà non dovrà essere vincolata ad una sottrazione coatta di proprietà, e in misura proporzionale, da parte dello Stato ladro – e tante violenze che ora subiamo apparterranno ai libri di storia, se qualcuno avrà voglia di occuparsi di cotali usurpazioni e miserie.
Le piccole cose. Quante proprietà dello stato ITA giacciono inutilizzate. Ad un passo da casa mia, a Padova, ad esempio, vi è un imponente palazzo tardo-ottocentesco, pre-liberty, affascinante se non bello, del 1874, disegnato da Camillo Boito, e ora del tutto abbandonato. Appartiene all’INPS, una delle metastasi peggiori del cancro ITA, l’agenzia incaricata di gestire l’imposta previdenziale, ovvero di rubarci altro denaro oltre a quello che ci viene sottratto dalle imposte dirette ed indirette, promettendo che forse, in futuro, qualcuno ce lo restituirà, ma senza interessi, nell’osceno sistema pensionistico di ITA, “pay as you go” (che dovremmo rinominare “pay as you starve”), che ovviamente nella Venetia libera non sarà replicato, perché preferiremo soluzioni virtuose, ad esempio quella del Cile.
L’edificio si chiama Palazzo delle Debite, infatti nasce sullo spazio delle antiche prigioni e si dice – ma non so se sia vero – forse sì – che al suo interno vi sia ancora una parte originaria del complesso medievale. Ebbene, siamo in pieno centro di Padova, in Piazza delle Erbe, e questo cadavere se ne sta lì, inutile, anzi nocivo. Ché ogni tanto perde pezzi e Dio non voglia ci cadano sulla testa quando torniamo a casa. Ebbene, nella Venetia libera tali scempi non esisteranno più. Un palazzo come questo sarà immediatamente valorizzato, in un modo o nell’altro.
L’INPS lo avrà graziosamente ceduto al governo della Venetia, e questo avrà saputo dargli un’adeguata destinazione. E questo avverrà anche per migliaia di edifici pubblici che giacciono nell’abbandono, perché res nullius per ora, o perché nessuno dei boia(rdi) di Stato ancora non ha saputo come e cosa lucrarci. Mentre intanto magari un pezzo del vetusto intonaco si stacca e come la mela di Galileo cade in testa a qualche poveretto e lo accoppa. Pensiamolo, questo palazzo, come un bel centro di cultura, con un ristorante di lusso sul tetto. O qualcosa del genere.
Tutte le cose morte per colpa e dolo di ITA ritorneranno a vivere nella Venetia libera. Vale la pena di rifletterci.
Paolo Bernardini
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds