Quest’anno l’Italia si veste da Argentina
Da Settembre assistiamo ad una crisi del settore bancario. Abbiamo osservato il crollo finanziario, e giudicato la risposta delle istituzioni americane e la coordinazione dei governi europei nel far fronte a tale collasso. Il dibattito si è concentrato sull’impatto diretto della politica monetaria e fiscale: saranno sufficenti $7-800 miliardi a sventare il tracollo? Basteranno i trilioni di euro promessi dagli stati europei a riportare fiducia nel sistema? Sono state approvate cifre mai viste, fantastiliardi di risorse, e l’unica domanda era: ce la faranno i nostri eroi a salvare il capitalismo?
Queste domande riguardavano l’impatto diretto di tali manovre, ma c’è da preoccuparsi anche dell’impatto indiretto di questo livello di indebitamento pubblico. Il Financial Times riporta qui che l’anno prossimo verranno emessi $3255 miliardi di nuovo debito. Questo creerà un po’ di competizione tra debitori, e di conseguenza un rialzo dei tassi d’interesse. L’Italia emetterà 220 miliardi di euro e, con il debito pubblico più grande d’Europa (in valore assoluto), è molto sensibile al livello di interessi che deve pagare. Dall’articolo sopra citato: “Non siamo ancora a livelli di crisi, ma alcuni paesi come l’Italia avranno dei problemi l’anno prossimo”
Il brutto è che l’Italia paga anche un premium su questo debito e, mentre un anno fa la differenza fra i bonds da 10 anni italiani e quelli tedeschi era solo di 25 punti base (0.25%), oggi, 31 Ottobre 2008, la differenza è di 128 punti base (1.28%). Perché il governo italiano paga di più, per farsi prestare soldi, di quanto paghi il governo tedesco? In questo articolo del FT si dice che “sarebbe un’esagerazione interpretare ciò come l’espressione di dubbi [sul fatto] che l’Italia ripaghi il suo debito”, ma piuttosto come poca fiducia da parte degli investitori sulla politica fiscale italiana.
Io non sono d’accordo. Guardando il deficit primario italiano (spese meno entrate), l’Italia non è oggi più irresponsabile di altri paesi: semplicemente deve pagare interessi su un debito enorme. Pagare un 1% in più di interessi su un trilione e passa di debito pubblico, vuol dire pagare decine di miliardi di interessi, così, senza far niente. La sostenibilità del debito è determinata più da eventi esterni che da sacrifici fiscali e tagli alla spesa pubblica.
Lo spread fra bonds tedeschi e italiani ha raggiunto livelli molto più elevati in passato (tipo durante la crisi della lira nei primi anni ’90), ma al tempo esisteva anche l’incertezza sul cambio. La moneta unica ha eliminato questa incertezza eliminando sia il rischio che la “opzione” che la svalutazione della lira implicavano. Finora una moneta unica con più autorità fiscali ha funzionato bene grazie ad un periodo di tassi d’interesse bassi. L’unione monetaria adesso verrà messa alla prova da questo recente shock finanziario, appunto perché alcuni stati membri avranno esigenze diverse e verranno sottoposti a pressioni divergenti.
Insomma, per gli investitori temerari un premium sui bonds italiani verrà percepito come un’opportunità, un’occasione, un buon affare. Io ci starò distante.
Lodovico Pizzati
http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/Halloween_Obbligazionario#body
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