La Venetia è un paese ricco, anche se ora è governato molto male. Una Venetia indipendente sarà ovviamente in grado di mantenere e migliorare molto l’attuale livello di servizi, abbassando l’attuale livello fiscale sia abbassando le tasse sulle persone sia abbassando le tasse sulle imprese.
Ciò sicuramente non potrà avvenire con il cosiddetto federalismo fiscale, che anzi aumenterà notevolmente le tasse sui cittadini veneti che dovranno provvedere a pagare sia i servizi della Regione, con stile assistenziale simil-italiano sia il parassitismo di stato e dei papaveri politici che non si decidono a morire per consunzione, Ecco perché il federalismo assistenzial-solidale che oggi la lega nord ci vuole propinare come pannicello caldo per mantenere il proprio potere politico sempre più fine a sé stesso e sempre più incapace di difendere l’interesse nazionale veneto è inutile e forse anche controproducente, oltreché tutto fuorché una riforma autenticamente federale (impossibile da realizzare nel colabrodo italiano).
Noi Veneti partiamo da una base di ricchezza e solo l’indipendenza potrà preservarla anche rispetto alle crisi congiunturali come quella che stiamo vivendo. Sarà in ogni caso decisione di un governo veneto indipendente decidere se tagliare o alzare le tasse e di tali decisioni risponderà democraticamente al popolo veneto
In ogni caso, oggi è ben noto a tutti che oggi lo stato ci fa pagare una quantità esagerata di tasse. Ciò vale sia per le persone fisiche sia per le imprese. Non vogliamo addentrarci sulle misure che i vari governi che si susseguono propongono per illuderci di mantenere l’eterna promessa di abbassare la pressione fiscale. Lasciamo questo esercizio irrisolvibile ai partiti che ambiscono ad occupare i vari palazzi del potere romano.
Il Pnv non ha tale ambizione, poiché noi crediamo che il bene del Veneto si debba fare in Veneto.
Per tale ragione, apriamo il dibattito con qualche spunto sul sistema fiscale nel Veneto indipendente, che probabilmente avremo entro breve tempo, visto l’avvicinarsi sempre più evidente del capolinea dello stato unitario italico, che ha letteralmente finito la benzina.
Cominciamo a ragionare sul tema, perché molti si chiedono come debba essere il Veneto del prossimo futuro, quel Veneto che finalmente potrà decidere da solo – come è normale e giusto che faccia – il proprio destino.
Noi crediamo che il sistema di tassazione debba essere il meno invasivo possibile.
Riteniamo infatti che la creazione di stati sclerotizzati e macchinosi nel mondo moderno sia una cosa da evitare, con tutta evidenza. La mia opinione è che lo stato possa e debba avere, nella forma più distribuita e territoriale possibile, delle funzioni di controllo e monitoraggio che gli sono proprie. Crediamo altresì che si debba fare un salto di qualità anche nella politica istituzionale rispetto alla letteratura sul tema, che resta ancora troppo influenzata dalle ideologie sopravvissute al secondo dopoguerra, che giocoforza faticano a capire le necessità dell’oggi.
A tal proposito la visione di uno stato caratterizzato da forti accordi di tipo federale tra le varie comunità locali rientra nella tradizione veneta e non solo nella propria età dell’oro rappresentata dal millennio di Serenissima indipendenza, ma ancor prima, dalle comunità venete e paleovenete, che da sempre hanno sviluppato accordi di cooperazione e mutua assistenza che prevenivano le assurde burocrazie di molti pachidermici stati odierni.
Ciò è testimoniato dallo sviluppo urbano policentrico, con architettura orizzontale e distribuita, a rete, della nostra nazione veneta, che invero necessita oggi di un recupero del nostro tradizionale spirito di salvaguardia e attenzione dell’ambiente, dato che troppo di frequente ha lasciato spazio alle speculazioni e a una generale miopia urbanistica.
Proprio l’esistenza di tali reti di comunità, ci permette di ipotizzare la creazioni di “nodi” locali molto più intelligenti rispetto, ad esempio, alla realtà di molti altri stati come la Francia caratterizzate da sviluppi più concentrati e “verticali”. Questo è un grande vantaggio che aiuta anche a spiegare il nostro reticolo industriale e l’imprenditoria diffusa dei veneti. Esso deve diventare inoltre un grande vantaggio strategico per il Veneto indipendente, grazie alla creazione di “imprenditoria civica” distribuita, che in altri termini possiamo tradurre come alto senso civico e responsabilità diffusa.
Di più, ne derivano indubbi vantaggi sul piano fiscale, perché l’assunzione di maggiori responsabilità a livello municipale e territoriale permette la creazione di maggiori “centri di costo” e pertanto più efficienti ed economici e quindi con minori esigenze di entrate da parte dello stato.
Il Veneto indipendente, in conclusione, non deruberà più i propri cittadini e le imprese, ma con ogni probabilità si potrà accontentare ragionevolmente di aliquote fiscali molto basse, dell’ordine del 15-20%, attraverso un graduale abbassamento delle tasse attuali.
Così facendo, inoltre, potremo aiutare anche la vicina Italia, perché avere un vicino con condizioni sociali equilibrate sarà un indubbio vantaggio anche per noi veneti che non dovremo subire immigrazioni forzate causate dalla povertà. Potremo prestare loro denaro a tassi agevolati, purché vincolato alla realizzazione di progetti concreti che saranno monitorati dal Veneto indipendente, creando una responsabilizzazione della spesa.
Gianluca Busato
segr. Partito Nasional Veneto
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Quello che ancora non riesco bene a focalizzare, nell’ipotesi di un Veneto indipendente, quali decisioni verrebbero prese da PNV nei confronti del debito pubblico italiano (circa 1600 miliardi di euro)?
https://www.pnveneto.org/programma/16-i-fatti/1610-i-negoziati-per-l’indipendenza/16103-quali-patrimoni-italiani-saranno-suddivisi/