Negli annali fitti della storia della decadenza e caduta di ITA vi sono pagine gravi, e pagine meno gravi, ma che illuminano tutto un modo di pensare e procedere che sarà sempre più visto come proprio di questo regime coloniale in via di esaurimento. Il caso che qui porto, come terza cartolina dalla Venetia libera, è quello di uno dei tanti edifici abbandonati che si trovano nel territorio della Venetia – ad esempio, centinaia di manufatti architettonici riconosciuti dall’apposito Istituto, come “ville venete” – per la precisione nel pieno centro di Montegrotto Terme. Lo vedo quasi ogni giorno, e mi domando sempre (così come fanno centinaia di turisti, soprattutto tedeschi): “Ma come è possibile che un albergo così bello, nel pieno centro di Montegrotto, davanti agli scavi romani, sia da anni in abbandono?”.
Si tratta dell’Hotel Montecarlo, o di quello che un tempo era l’Hotel Montecarlo. Ora, nessuno contesta ai proprietari il loro diritto a fare del proprio bene ciò che vogliono. Può darsi pure che il proprietario sia un patriota veneto, che vuole tenere in tale stato il proprio edificio finché la Venetia non sarà libera. Non si sa mai. Il diritto di proprietà, continuamente violato da ITA, sarà considerato sacro e santo nella Venetia libera. Ma sorgono tuttavia alcune domande. Perché un bene che potrebbe rendere, sia al proprietario, sia alla cittadinanza (anche solo come rendita indiretta: i turisti non vedrebbero un manufatto assai bello in abbandono nel pieno centro di una località vivacissima, e sostenuta dal turismo stesso), viene lasciato in quello stato? Sorge dunque il dubbio legittimo che si tratti di questioni legate a procedure fallimentari, o comunque giudiziarie, fosse pure un’eredità giacente. Poniamo che lo sia. E’ nel pieno diritto degli eredi in lite mantenere tale lite, fosse pure per sempre, come nel film “I duellanti” di Ridley Scott, finché entrambe le parti non saranno soddisfatte. Ma dovrebbe pure esistere, dal momento che la comunità è coinvolta in tale scelta, un mediatore pubblico che convincesse le parti a venire a termini, per il bene sia loro (un pezzo di immobile così non rende certo ai proprietari, ma costa), sia pubblico. Il problema che ITA ha creato uno iato, spesso un odio, tra pubblico e privati. Una nuova amministrazione delle “comunità” dovrà ricomporre questo odio, e mostrare la verità di una delle poche leggi valide enunciate da Smith, ovvero il fatto che il benessere privato si lega inequivocabilmente con quello pubblico (ma lo diceva già Mandeville nella sua Fable of the Bees, la favola delle api che divenne uno dei libri più letti del Settecento). Non muore nessuno certo se l’Hotel Montecarlo diventa anch’esso una rovina, anche se non romana, e tiene degna compagnia a quelle che guarda dall’alto della sua mole. Ma non ci guadagnano né i proprietari, né il paese. La Venetia libera dovrà prendere in esame migliaia di casi come questo. Rispettando certamente, innanzi tutto, la volontà dei proprietari, ma istituendo un sistema razionale di gestione del territorio, facendo comprendere come esista una serie di danni che provengono dal mancato utilizzo di grandi risorse, o anche di piccole. Nella Venetia libera si cercherà di evitare ogni spreco pubblico, e di aiutare con riguardo a risolvere controversie che spesso, danneggiando il privato, danneggiano anche il pubblico. Sono piccole cose, ma sono importanti. La sindrome dell’Hotel Montecarlo credo interessi migliaia di edifici nella Venetia.
Paolo Bernardini
Presidente PNV
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