Lo spreco è una cosa che mi ha sempre personalmente dato fastidio, non ne parliamo dello spreco energetico, ché se possibile mi infastidisce due volte: anche per le “dimensioni matematiche” del problema dovuto tipicamente al basso rendimento di certi dispositivi.
Eppure ben sapendo che ci sono apparati efficienti ed apparati meno efficienti, non mi sognerei mai di stabilire per decreto il bando degli apparati inefficienti, perché è quasi certo che incapperei in qualche applicazione strana che non ammette alternative. Insomma, quando il dogma si impone sulla ragione della scienza, oltre a venirmi l’orticaria, mi fa inevitabilmente venire alla mente Galileo Galilei, il quale potè portare avanti i suoi studi non certo per la lungimiranza dei popoli italici, ma grazie all’accoglienza che potè ricevere nella Venezia.
Oggi gli euroburocrati stanno raggiungendo queste vette di ottusità, degne della santa inquisizione, con il bando entro il 2012 delle lampade ad incandescenza.
Che roba sono le “lampade ad incandescenza?” L’invenzione, che si fa risalire a Thomas Edison, è della fine del 1800, si certo, un po’ vecchiotta direte, ma ovviamente come tutte le vecchie invenzioni ha subito miglioramenti e trasformazioni, la più importante delle quali è la lampada alogena, più efficiente dei vecchi bulbi del 60% circa. E’ sicuramente il tipo di luce più primitiva, in cui una larga quantità di energia viene persa producendo calore inutile alla funzione della lampada: emettere luce. Tuttavia occorre ricordare che questo tipo di lampade produce uno spettro luminoso e una continuità della luce che non è comparabile con altri tipi di emettitori luminosi. In particolare le lampade alogene (che fanno parte della famiglia delle lampade ad incandescenza) sono molto più efficenti dei tradizionali bulbi, e sono largamente impiegate nell’illuminotecnica per la loro luce intensa, brillante e ad ampio spettro cromatico. Molte applicazioni sono impossibili senza questo tipo di lampade: dai proiettori video all’illuminazione del forno, fino ai faretti di salotti, camere da letto, studi; per le lampade dei camper e delle barche; oppure utilizzabili con i “dimmer” per la graduazione luminosa.
Quali sono le alternative? Il mercato, che è il riflesso dello stato dell’arte, ci offre un tipo di lampada che ha un’elevata efficienza, le lampade a scarica, e una nuova lampada di derivazione elettronica, il LED (Light Emitting Diode – Diodo Emetitor de Luce). Le lampade a scarica sono di diverso tipo: si và da quelle usate nei lampioni, nei capannoni industriali, con una luce che và dall’arancio al bianco azzurro-verde, i tubi fluorescenti usati negli uffici e nei negozi, con luce bianco-verdastra o rosata, fino alle così dette lampade ad alta efficienza, con luce simile a quella delle lampade ad incandescenza opaline. Le lampade a LED offrono una vasta gamma di scelta cromatica, dai colori intensi fino al bianco, ma nessuna di esse offre una reale sostituzione delle lampade per illuminazione, specie quando si richiede una certa intensità luminosa.
Quali sono queste lampade “ad alto rendimento”? Avete presente quelle lampadotte ciccione con alla base una specie di zoccolo, e che fino a qualche anno fa producevano quella luce cimiteriale? Bene, quelle sono le lampade “ad alto rendimento” o note anche come “fluorescenti compatte” (in questa foto, la prima a sinistra e le due a destra)
Le lampade a scarica non sono regolabili, se non in misura estremamente limitata e con costo nettamente superiore. Le lampade a scarica note come “ad alto rendimento” dispongono di una elettronica a bordo che le rende non regolabili nel modo più totale.
Dimenticate quindi l’atmosfera di creare le luci soffuse o di lasciare la luce al minimo nella camera del bambino, vi sarà vietato per decreto dagli euroburocrati.
I costi ambientali. Si parla di costo ambientale in termini energetici, tuttavia si ignora il costo ambientale per la produzione e lo smaltimento di queste lampade, che da quest’anno sono pure sottoposte a tassa RAEE (sempre grazie alle solite geniali menti) che non serve affatto a favorire lo smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (vedremo la dimostrazione in futuro se mi sbaglio) ma sicuramente serve a rimpinguare le tasche di alcuni produttori che soffrivano il mal di mercato.
Per l’ambiente le lampade note con il nome di “ad alto rendimento”, le uniche che praticamente potrete avere in casa futuro, hanno il problema di costare di più in termini energetici in fase di produzione richiedendo maggiori parti, ed hanno un costo in termini di smaltimento, visto che l’elettronica di bordo deve essere trattata in modo speciale e possibilmente disassemblata.
Conclusione. Se davvero il mercato avesse offerto un tipo di lampada migliore di quella ad incandescenza, forse oggi non ci porremmo questo problema. Ma tant’è, siamo in fase oscurantista (e non è solo una metafora).
Claudio G.
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