Leggo e riporto il seguente comunicato stampa rilasciato dall’associazione culturale Raixe Venete – Veneto nostro
(post inserito da: /pnv/vi/cg)
BASTA RAZZISMO CONTRO I VENETI
NONOSTANTE TUTTO
RESTIAMO UN ESEMPIO.
Solidarietà al Patriarca di Venezia Angelo Scola
Continua su diversi giornali locali del Veneto una campagna diffamatoria e intollerante nei confronti dei veneti: l’ultimo caso risale al 26 gennaio 2009, quando sulle pagine del Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Nuova di Venezia è apparso un articolo a firma del caporedattore Giorgio Sbrissa dal titolo “Nordest, i peccati che Scola dimentica”.
Nell’intervento viene criticato il Patriarca di Venezia Angelo Scola reo, secondo l’autore, di aver elogiato i Veneti quali portatori di qualità e di valori che potrebbero essere esempio per tutta l’Italia in questo momento particolarmente difficile.
“Dal boom economico (nella società veneta) sono aumentate l’intransigenza, l’intolleranza, la chiusura, l’evasione fiscale, l’esportazione di rifiuti e l’importazione di donne schiave, il tosismo e gentilinismo, le mercedes e i suv, la corsa ai consumi, il lusso, l’ostentazione, la violenza, l’abuso di alcol e di droghe, le truffe e i fallimenti, senza scordarci i Maso o i coniugi veronesi che hanno bruciato vivo un loro dipendente per intascare i soldi dell’assicurazione. Nel Nordest in questi decenni sono state erette molte chiese al dio… denaro. Perciò non siamo convinti che oltre ai manufatti industriali abbiamo anche dei valori morali alti e peculiari da esportare”, questa è la conclusione dell’articolo.
Sarebbe questa la considerazione che i giornali in questione hanno nei confronti dei loro lettori?
Forse il signor Sbrissa non sa che la Venetia (ci perdonerà ma preferiamo usare questo termine che da sempre indica la Terra veneta rispetto all’artificiale “Nordest”) è prima in solidarietà: le statistiche parlano di una associazione di volontariato ogni 1.400 persone, rispetto a una ogni 3.500 abitanti in Italia!
Come FALSA è la convinzione che vede il Veneto come terra degli evasori fiscali: secondo una ricerca presentata da Unioncamere Veneto nel 2007 il Veneto è la ragione con la minore evasione fiscale!
FALSO è ritenere i Veneti intolleranti e chiusi: Treviso per esempio è la prima provincia per integrazione di immigrati e il Veneto è la regione dove in media gli immigrati si sono meglio integrati (fonte Caritas).
Ma qualcosa di vero nell’articolo Sbrissa lo scrive: nella società veneta sono in aumento la corsa ai consumi o l’abuso di alcol e di droghe, come pure una certa perdita di valori che da sempre contraddistinguono il nostro Popolo. 142 anni di italianizzazione forzata hanno infatti portato, anche in Veneto, modelli di vita e disvalori che in parte hanno contribuito a cambiarci.
Un indottrinamento continuo, attraverso i mass media, ci descrive una società in cui il furbo di turno la fa sempre franca e la giustizia non viene applicata a dovere.
Dobbiamo essere e sentirci italiani in uno stato con politici corrotti, in cui non viene premiato il sacrificio e i valori tipici della nostra gente bensì l’arrivismo a tutti i costi, il degrado e il menefreghismo.
In questo siamo immersi noi veneti da troppi anni; in una realtà come la nostra il valore del lavoro è sfruttato abilmente per ridurci ad una colonia produttiva in cui non ci viene dato nemmeno il tempo di fermarci mai ad alzare gli occhi e a ragionare su dove stiamo andando.
Se qualcosa in peggio è cambiato non è qui che si deve puntare il dito. Anzi, nonostante l’Italia siamo ancora i primi in mille statistiche, dalle donazioni organi e del sangue alla raccolta differenziata, solo per citare altri due esempi.
Se per un attimo potessimo guardare alla nostra società dal di fuori, ci verrebbe quasi da sorridere davanti ad una situazione paradossale: un Popolo che quand’era indipendente ha saputo creare una società ammirata da tutto il mondo, la Serenissima Repubblica Veneta, durata più di 1.100 anni, ora è costretto a modelli e disvalori che lo stanno trasformando nell’ombra di quello che fino a pochi anni fa è stato, e questo in maniera subdola, togliendo a quella gente la propria storia e identità, minimizzando e ridicolizzando la loro cultura.
Come se ciò non bastasse, gli si punta poi il dito contro colpevolizzandolo perché si sarebbe ridotto così, perché cioè sarebbe diventato proprio l’effetto di quella italianizzazione così fortemente voluta a partire dal 1866, anno di annessione del Veneto all’Italia.
Verrebbe da sorridere se tutto questo non fosse invece tragicamente reale ed attuale.
Ma qualcosa in noi Veneti è sempre vivo, non ci siamo arresi e non abbiamo perso la nostra natura, come confermano le statistiche: stia tranquillo Sbrissa, i valori che Scola ha portato da esempio sono ancora in noi, fanno parte di noi.
Da parte nostra l’augurio ai Veneti di oggi di riprendersi in mano il loro destino e di tornare liberi di crescere nuovamente, in una società in cui siano rispettati, in cui i valori che da sempre li caratterizzano contraddistinguano le loro istituzioni e i rapporti sociali fra le persone.
Abbiamo il diritto ad una società migliore e a costruire liberamente il nostro futuro.
Associazione Veneto Nostro – Raixe Venete
If you liked my post, feel free to subscribe to my rss feeds