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L’unione

Io a dodici anni ero leghista perché nella Lega vedevo uno spirito di libertà. Crescendo, ho intrapreso un percorso politico sempre proteso verso quell’idea di libertà che mi sembrava, e mi sembra ancora, la condizione minima necessaria per essere felici. Dall’anarchismo sono passato alla disillusione e, alla fine, quando ho imparato che la proprietà privata e il libero mercato sono il mezzo attraverso il quale la libera interazione tra le persone può dare i suoi frutti migliori, attraverso quella benedizione per l’umanità che è il web sono venuto a conoscenza del libertarianism; ossia quella filosofia politica forte e coerente che mira alla libertà.

Da libertarian, quindi, una volta conosciuto, sempre grazie a quella benedizione per l’umanità che è il web, il PNV non potevo non aderirvi, anche solo per il fatto che concordo con Hoppe quando parla della “secessione a catena” come via per arrivare alla libertà. Con il mio indipendentismo militante quindi si può dire che io abbia chiuso il cerchio iniziato a dodici anni. Ora sono in possesso di tutto gli strumenti per capire che una maggiore libertà può essere raggiunta solo affrancandoci dall’entità statale chiamata Italia e promuovendo una società basata sul rispetto per la persona, la sua proprietà e il suo libero scambio con altre persone.

Il mio indipendentismo può essere quindi laterale a chi persegue l’indipendenza della Venetia unicamente basandosi sul diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto. Una posizione dignitosissima che anch’io condivido e supporto, come condivido e supporto il diritto all’autodeterminazione del Popolo Basco, Scozzese, Catalano, Tibetano, Curdo, etc etc. Il mio indipendentismo militante è recente e forse a causa di questo, o meglio, grazie a questo non riesco proprio a capire come si possa essere così deliberatamente autolesionisti come noi indipendentisti veneti. Mi riferisco a quella tendenza che consiste nel frazionare la nostra forza in mille rivoli e nell’essere fortemente litigiosi. L’unico risultato che si ottiene a comportarsi in questo modo non è l’indipendenza, bensì l’italianità nei secoli dei secoli.

Non riesco veramente a capire come si possa avere una visuale tanto ristretta da non riuscire a capire che l’obiettivo è difficile, ma non impossibile; a patto che non ci siano stupide guerre intestine inutili. Io sono un individualista, ma per raggiungere un obiettivo, tanti individui si devono mettere assieme! Ossia, le loro giuste egoistiche pulsioni, per essere soddisfatte, devono convergere e lavorare assieme; è una regola basilare! L’unico partitche chiaramente ha come unico obiettivo l’indipendenza è il PNV; indipendenza da ottenere seguendo le norme del diritto internazionale e in tutta legalità. Inoltre, è un partito con una struttura a rete, ossia nel quale i singoli gruppi territoriali sono autonomi e si gestiscono autogovernandosi. Ricalcando, quindi, quella che dovrà essere la futura organizzazione della Venetia libera: comunità confederate che si autogovernano.

Se risiedi nella Venetia e aspiri alla sua indipendenza, hai già una casa: il PNV. Chiunque si può iscrivere e chiunque può dare una mano. I partiti non dovrebbero essere dei gruppi di amici e/o trafficoni riuniti non si sa bene perché per un fine che non si sa bene quale sia, ma dovrebbero avere una o varie idee fondanti e chi si riconosce in quelle idee dovrebbe farne parte; punto, tutto qui. Il PNV opera unicamente per un fine, chi è interessato a quel fine ha nel PNV la sua casa: indipendenza. Possono esserci antipatie personali, malintesi, difficoltà a lavorare assieme, divergenza di opinioni riguardo strategie elettorali, etc etc, ma a mio avviso dovremmo avere sempre presente che l’obiettivo è condiviso da tutti ed è stupido disperdere la forza e il tempo.

Scrivo questo perché mi sono reso conto che il personalismo (che è cosa ben diversa dall’individualismo) è il primo ostacolo da superare lungo la via. Tra partiti autonomisti ma un po’ indipendentisti alla bisogna, partiti federalisti oggi, indipendentisti domani e autonomisti dopodomani, partiti confusi ieri, oggi e domaniil panorama veneto è veramente disastrato. Il PNV, con la sua rete territoriale autonoma in costruzione, è la casa comune di tutti quelli che, semplicemente, chiedono una cosa: indipendenza.

L’unione di tante persone, ognuna con la propria testa e ognuna con la consapevolezza di stare agendo per un obiettivo condiviso, fa la differenza. La casa accogliente e comoda per tutti noi (anche diversi, ma accumunati dall’obiettivo finale) c’è già ed è già operativa, sarebbe da stupidi non approfittarne. Io l’ho capito, spero che anche tanti altri ci arrivino.

Luca Vnt

http://www.venetialibertarian.org/?p=124

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