La Venetia sarà membro dell’Unione Europea?
La Venetia è già nell’Unione Europea e vi sarà anche dopo l’indipendenza. L’articolo 34 della Convenzione di Vienna del 1978 sulla successione degli Stati rispetto ai trattati afferma che “ogni trattato in vigore alla data di successione di stati (per esempio per indipendenza) relativo all’intero territorio dello stato predecessore resta in vigore relativamente a ciascuno stato succeduto così formato” (teso orginale in inglese: “Any treaty in force at the date of succession of states [i.e. Independence] in respect of the entire territory of the predecessor state continues in force in respect of each successor state so formed.”).
Un controesempio viene dalla Groenlandia. Quando la Groenlandia ha acquisito l’autonomia amminsitrativa dalla Danimarca nel 1979, ha dovuto negoziare perché le fosse concesso di abbandonare l’Unione Europea.
Un esempio diretto viene invece dalla Scozia per oltre vent’anni ha condotto una pressione legale e politica tale da ottenere un parere favorevole pressoché unanime sul fatto che la sua indipendenza comporterebbe l’eredità dello status di membro dell’Unione Europea, in termini perfettamente equivalenti a quelli di cui gode il resto del Regno Unito.
Emile Noêl, già Secretario Generale della Commissione Europea, a tal proposito ha detto: “l’indipendenza scozzese creerebbe due nuovi stati membri al posto di uno. Essi avrebbero uno status indentico l’uno con l’altro ed entrambi con gli altri 11 stati membri. Il resto del Regno Unito non sarebbe in una posizione con poteri maggiori della Scozia”.
Eamonn Gallagher, già Direttore Generale della Commissione Europea e Ambasciatore dell’Unione Europea presso le Nazioni Unite ha affermato: “dal mio punto di vista, non può esserci alcuna obiezione politica o legale per impedire l’adesione della Scozia all’Unione Europea”.
Se nuove nazioni indipendenti come l’Estonia possono essere membri dell’Unione Europea, o addirittura ipotetiche future nazioni indipendenti come la Scozia già hanno ottenuto parere preventivo favorevole a tale status futuro, allora anche la Venetia può essere membro dell’Unione Europea.
Cosa succede se un’altra nazione dell’unione vuole bloccare l’adesione della Venetia alla UE?
Come detto sopra, ciò è impossibile. Anche nell’ipotesi assurda di un tentativo del genere, per bloccare l’adesione della Venetia all’Unione Europea, è richiesta l’unanimità di tutti gli stati membri della UE, compresa la Venetia.
In ogni caso, dato che la Venetia possiede il reticolo industruale più fitto al mondo è molto difficile trovare ragioni per cui la UE voglia impedire l’adesione veneta ad essa.
Sarà un buon affare per la Venetia entrare in UE con l’indipendenza?
Per avere una voce in Europa, devi essere uno stato membro. Per essere uno stato membro, devi essere indipendente.
Nell’attuale situazione centralista italiana, ma anche con un’autonomia la più ampia pensabile, l’Europa guarderà alla Venetia solo come a una regione dell’Italia. Gli assessori regionali veneti non potranno partecipare agli incontri del Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, o, nella migliore delle ipotesi autonomistiche, potranno farlo per gentile invito dei ministri italiani e in ogni caso devono concordare la loro posizione politica con Roma prima di poter dire qualsiasi cosa. Essi non possono parlare mai per l’esclusivo interesse dei veneti.
Con l’indipendenza, i ministri veneti saranno liberi di rappresentare per diritto le priorità e i bisogni della Venetia. Il trattato di Nizza del 2001 assegnerebbe alla Venetia indipendente da un minimo di sette voti (nel caso di indipendenza della sola Regione Veneto e come Irlanda, Finlandia e Danimarca) ad un massimo di dieci voti (nel caso di indipendenza dell’intero territorio storico della Venetia, come Austria e Svezia). Al momento la Venetia non ha alcun voto. Avremo inoltre almeno il doppio dei parlamentari europei rispetto ad ora che potranno difendere gli interessi veneti nel parlamento europeo e potremo inoltre nominare un Commissario Europeo.
Migliaia di posti di lavoro in Venetia dipendono dal mercato europeo. Grazie alla difesa degli interessi veneti, un governo indipendente potrebbe dare priorità ad aree che ora vengono totalmente trascurate dai rappresentanti italiani, ad esempio l’allevamento e l’agricoltura.
Dieci nuovi paesi hanno raggiunto l’UE nel maggio 2004, compresi Cipro, Estonia, Lituania, Malta, Lettonia e Slovenia. Tutti questi paesi sono più piccoli della Venetia, eppure ciascuno di essi ora ha un seggio al tavolo decisionale europeo. È giunto il momento anche per la Venetia di averlo.
Questi paesi riconoscono quanto sia vitale essere rappresentati nell’Unione Europea come stati membri pienamenti indipendenti.
Kristiina Ojuland, ministro degli esteri estone, ha affermato: “i piccoli stati già detengono una prospettiva più internazionale, semplicemente perché non possiamo ignorare l’esistenza degli stati più grandi. Ma continueremo a cogliere ogni opportunità per influenzare gli eventi, perché se non lo facciamo saranno loro ad influenzarci e avremo le cose già confezionate nostro malgrado, invece di fare la nostra parte nel disegnare gli eventi e prepararci per essi”.
Fino all’indipendenza, la Venetia continuerà ad essere influenzata dalle decisioni per la cui determinazione non avrà potuto giocare alcun ruolo.
Non sarà mica che l’indipendenza ci farà perdere l’influenza che abbiamo essendo parte dell’Italia?
Questa tesi richiede che l’Italia al momento utilizzi la sua influenza per aiutare la Venetia. Molti allevatori, agricoltori e imprenditori veneti la pensano in altro modo.
Solo con l’indipendenza i veneti eleggeranno i propri rappresentanti per portare in Europa le priorità venete. Proviamo a paragonare l’influenza di un piccolo paese dell’Unione Europea, che può essere notevole, con la completa assenza di rappresentanza veneta nelle istituzioni europee chiave.
Gli enormi problemi degli allevatori e agricoltori veneti sono solo un esempio del fallimento italiano nella rappresentazione dei loro interessi in sede europea.
Roderick Pace dell’Università di Malta ha messo in luce i vantaggi delle piccole nazioni indipendenti nella UE: “Malta ha utilizzato la sua piccola dimensione per avantaggiarsi nel negoziare il proprio ingresso in UE. I piccoli stati hanno la tendenza ad una maggiore flessibilità e possono quindi adottare le proprie posizioni negoziali in modo più semplice. Allo stesso tempo tale flessibilità è spesso rafforzata da e collegata al fatto che essi dimostrano maggiore coesione sociale o unione in ambito domestico rispetto ai paesi più grandi”.
Essere indipendenti in Europa non significa scambiare un’unione di nazioni con un’altra?
Non c’è paragone tra le strutture centraliste italiane e quelle dell’Unione Europea, dove gli stati membri collaborano, ma mantegono la propria sovranità.
L’Europa è un luogo in cui i paesi indipendenti lavorano assieme. Non è certo uno stato unitario e centralizzato come l’Italia. Nessuno direbbe seriamente che stati della UE come la Finlandia o l’Austria non sono paesi indipendenti. Ma come parte dell’Italia, la Venetia non ha invece alcuna indipendenza.
Se anche fosse ottenuta maggiore autonomia, il consiglio regionale anche se utilizzasse tutti i propri poteri a disposizione, controllerebbe al massimo il 7,5% delle entrate fiscali dei veneti. Se fossimo un paese indipendente, potremmo controllare il 99% delle risorse fiscali, ovvero tutto escluse le competenze dell’Unione Europea. È chiara la differenza tra i due tipi di unioni.
Essere indipendenti nell’Unione Europea non significa cedere ogni potere a Bruxelles, anzi al momento la Venetia non possiede proprio alcuna forma di sovranità.
Inoltre, la Venetia, nella condizione di macroregione italiana divisa, deve pure implementare decisioni europee che non ha contribuito a prendere. Di più, l’indipendenza in Europa dà alla Venetia quella parola a Bruxelles che finora non ha mai avuto. Ciò ci consentirà di giocare il nostro ruolo per assicurarci ad esempio che l’Unione Europea svolga la funzione di ammortizzatore agli eccessi della globalizzazione, così come si batta per i temi economici e ambientali che interessano tutti i cittadini europei.
Sebbene il PNV sia fortemente europeista, come la maggioranza della gente in Europa, noi riteniamo di mantenere il controllo su molti aspetti cruciali quali la costituzione, la spesa e il fisco.
Raggiungere l’euro non significa comunque perdere la propria sovranità?
Di fatto, come paese indipendente nell’Euro, la Venetia avrebbe molta più voce in capitolo di quanto non abbia ora.
Essere nell’area Euro ci permetterebbe di affrontare i cicli economici in modo più stabile.
In ogni caso il PNV ritiene che il popolo veneto debba essere consultato attraverso un referendum per accettare o respingere l’adesione all’area Euro.
L’indipendenza come influenzerà i rapporti con le regioni italiane e in particolare con la Lombardia, l’Emilia-Romagna, o i territori della Venetia che vi entreranno a far parte in un secondo momento?
Il PNV crede che l’indipendenza sia nell’interesse di migliori relazioni tra Venetia e Italia e tra la Venetia e i vari popoli italiani. La fine dell’unità politica non significa la fine dell’unità sociale e la fine dell’amicizia tra i due paesi.
Venetia e Italia continueranno sempre ad avere forti e validi legami sociali e commerciali ed essi saranno ulteriormente rafforzati da un condizione di partner alla pari in seno all’Europa.
L’indipendenza riuscirà a ridisegnare e migliorare le relazioni tra Venetia e Italia e non le terminerà.
Avrò bisogno di un passaporto per entrare in Italia?
No. I controlli doganali nei confini dell’Unione Europea sono illegali e anche i controlli dei passaporti sono stati aboliti nella maggior parte delle frontiere.
Il PNV è a favore del libero passaggio di persone e merci in Venetia e in Italia. Non c’è alcuna ragione per cui Venetia e Italia non debbano accordarsi per evitare controlli dei passaporti tra i due paesi. Già al momento non vi sono controlli di passaporti tra Italia e i paesi confinanti.
Come cambierà il ruolo della Venetia nel mondo?
Con l’indipendenza, la Venetia potrà essere rappresentata nel mondo in organismi internazionali quali le Nazioni Unite.
Il PNV vuole che la Venetia diventi un paese saggio e lungimirante, in linea con la propria storica tradizione diplomatica, svolgendo un ruolo determinante per l’incremento della cooperazione internazionale, in particolare modo per la difesa dei diritti dei paesi in via di sviluppo. L’esperienza dimostra che i piccoli paesi hanno spesso un ruolo chiave nel condurre e aiutare le attività diplomatiche per la pace e la riconciliazione e questa sarà un’ulteriore opportunità per la Venetia di operare per l’aumento del benessere internazionale.
La Venetia inoltre continuerà ad osservare i trattati e le convenzioni internazionali esistenti quali la Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo.
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