La crisi economica in atto è tutta italiana e vede questo stato in declino strutturale ininterrottamente da 20 anni ormai. La crisi finanziaria globale in corso è solo la pioggia insistente sul bagnato di un sistema privo di vita e in preda ai colpi di coda di una classe politica irresponsabile e incapace.
Oggi Trimurti-Tremonti parla di un 2009 peggiore del 2008 (se lo dice lui, il mago dell’ottimismo…), poco tempo fa Sacconi si lasciava scappare la parola proibita “bancarotta” (che l’altro ieri è sfuggita di bocca pure ad Almunia), insomma le bugie dei politicanti italiani stanno dimostrando le loro gambe tremendamente corte e anticipano il prossimo tsunami politico.
Lo tsunami si chiama indipendenza del Veneto.
Il percorso è quello indicato dal Pnv, con un referendum perfettamente legale e indetto dalla Regione Veneto, dopo che la coalizione indipendentista che si presenterà alle elezioni regionali del 2010 sconfiggerà i partiti boccheggianti italiani e otterrà il mandato popolare per conquistare la libertà.
L’indipendenza del veneto è la nostra assicurazione sulla felicità. Proprio ieri sera a Padova, il gestore di un locale angariato dalla giunta Zanonato, oltre che dallo stato italiano con le sue propaggini tentacolari (ispettori del lavoro, guardia di finanza e simili mostruosi organismi di oppressione nati per kafkiogenesi), ci confermava che i Padovani vedono l’indipendenza come un sogno meraviglioso.
I Padovani e in generale i Veneti hanno oggi quasi paura di sognare la libertà, tanto è forte il distacco dalla realtà di quotidiano schifo che questa Italia ci propina.
Eppure la libertà è lì, a portata di mano. E’ vicinissima in termini temporali.
Pensiamo al regime sovietico alla fine degli anni ’80: chi mai avrebbe pensato che una potenza mondiale di tali proporzioni si potesse sciogliere come neve al Sole in men che non si dica?
Ecco, pensiamo allora a come vedremo e ricorderemo questi istanti di schiavitù fra pochi anni, quando saremo liberi.
L’importante ora è proseguire l’opera secondo il percorso consolidato a livello internazionale e che prevede:
- l’indizione di un referendum per l’indipendenza e, in parallelo,
- la creazione di una nuova classe dirigente che divenga interlocutrice della comunità internazionale
Questo percorso deve essere pacifico e non violento, democratico e rispettoso delle norme del diritto internazionale.
Basta poco ed è per questa ragione che si stanno scatenando i nostri nemici, partiti italiani, vecchi e logori partitini autonomisti, derive antidemocratiche, paure indotte dai provocatori, mancanza di fiducia in sé stessi e scarsa autostima per la gloria veneta che ha dato dimostrazione della propria grandezza in oltre tremila anni di storia.
Ecco, riappropriamoci del tiglio, l’albero sacro ai Veneti, l’albero simbolo del civismo che ci ha sempre caratterizzato, facendoci campioni di solidarietà e cultura. Riappropriamocene subito, senza indugi. Come? I gradi di libertà sono a portata di mano. Ecco qualche esempio:
- Fare il passaparola della libertà, firmando le nostre petizioni, facendo conoscere le nostre idee, aderendo alle nostre cause;
- iscriversi al Pnv, il primo partito patriotico dei Veneti (costa solo 15 euro e lo si può fare in 30 secondi on line da qui);
- dedicare parte del proprio tempo libero all’organizzazione di incontri e riunioni periodiche (il Pnv dà piena autonomia e libertà ai gruppi territoriali di organizzare la propria vita politica);
- dare la propria disponibilità a partecipare alle elezioni nelle liste del Pnv (cominciando subito dalle prossime elezioni provinciali di Padova, Venezia, Brescia e verona);
- aiutarci nella campagna elettorale che è già partita;
- suggerirci nuove idee, oppure sentirvi liberi di criticarci su tutti gli aspetti che vi vengono in mente.
La libertà la si ottiene prima con la volontà e poi diventando parte attiva del processo che ci porterà in breve tempo all’indipendenza e alla felicità.
Viva San Marco e viva la Venetia indipendente!
Gianluca Busato
segr. Pnv
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