L’udc censura internet e ci porta alla Birmania. E Antonio Guadagnin resta in quel partito?
C’è un partito in italia che ci fa realmente chiedere quanto masochisti possano essere coloro che lo votano. Un partito di inguardabili guardoni. Almeno a giudicare dalle parole di tale pingue assessore D’Alia, che sembra un monumento alla casta tricolore.
Un essere che ci pare un ibrido politico moderno tra Goebbels e Stalin. L’incarnazione della maledizione politica degli italiani, che infatti li sta aiutando nel porre fine a uno stato che non ha mai saputo esistere, perché una pura espressione geografica priva di qualsiasi significato politico e ideale.
Ecco, questa udc del leader dell’ipocrisia italiana Casini, che anche nel nome si fa simbolo della propria contraddizione.
Un divorziato dandy che si fa portavoce del cattolicesimo più puro, accompagnato ovviamente da compagni di partito più dediti alle festine prosaiche, magari condite di cocaina e prostitute, visti i trascorsi di tale Cosimo Mele e del suo segretario Cesa che ebbe addirittura l’ardire di didfendere i deputati della casta che vivono da soli a Roma, lontani dalle famiglie (e dagli occhi indiscreti aggiungiamo noi).
Bene, questa organizzazione cuffariana, dopo aver ordito una delle peggiori leggi del mondo e della storia in tema di repressione della libertà di opinione, ora ha messo gli occhi anche sul Veneto. Prima con l’acquisto del Gazzettino da parte del suocero di Casini, il palazzinaro romano Caltagirone e poi con la creazione di manovre politiche subacquee stile nutria. Questi signori stanno infatti infestando la nostra Patria Veneta con infiltrazioni disgustose, degne più della peggiore tradizione politica italiana mafioseggiante che allo spirito di servizio alla comunità di cui tanto si sbrodolano la bocca.
Ci chiediamo come possa restare in tale squallido partito italiano una persona che molti ritengono per bene come Antonio Guadagnin, vice sindaco di Crespano sul Grappa e leader del movimento dei sindaci Veneti del 20%.
Caro Guadagnin, prenda le distanze dal partito di D’Alia, il nemico della libertà d’opinione, novello Mao Tze Tung di Messina.
L’appello è rivolto anche a tutte le persone mosse da sane principi, che magari per errore e in buona fede militano in una simile inguardabile compagine: ma che ci state a fare nel partito tricolore ‘di opposizione’ con più deputati perseguiti penalmente?
Il Veneto indipendente non vedrà di sicuro la presenza di organizzazioni specializzate nella sottrazione legalizzata di soldi pubblici come questa unione intestinale democratica di centro.
Buona indipendenza a tutti!
Gianluca Busato
Segretario Pnv
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