Molti sono contrari all’indipendenza della Venetia per il fatto che questo, ai loro occhi, porterebbe alla nascita di una sorta di stato clerico-fascista.
Ma questo non è assolutamente vero!
Intanto bisogna dire che quando si parla del “razzismo dei veneti“, ci sono moltissimi luoghi comuni e moltissima disinformazione. La televisione spesso dipinge il Veneto come un luogo infernale nel quale gli stranieri sono considerati alla stregua di cani randagi da abbattere. Spesso, gente che non è mai stata in Veneto si permette di emettere sentenze definitive su quel postaccio abitato da trogloditi. La realtà, la semplice realtà, è che in Veneto il fenomeno della rapida e consistente immigrazione ha provocato alcuni fenomeni di tensione, come succede in qualunque posto al Mondo nel quale ci sia un rapido e consistente fenomeno di immigrazione. La realtà, la semplice realtà, è che i veneti non sono dei mostri e che, per esempio, in Veneto il volontariato è praticamente un fenomeno di massa.
Probabilmente questa cattiva reputazione del Veneto è dovuta soprattutto ad alcuni personaggi “folkloristici” che con le loro esternazioni e le loro azioni sembrano confermare che il Veneto l’è un postazo. Il populismo del sindaco de facto di Treviso o del primo cittadino di Verona non sono indubbiamente un bel biglietto da visita per l’immagine del Veneto; considerando anche il fatto che questi personaggi hanno ampi consensi. Io penso però che il successo di questo populismo sia una risposta (sbagliata) alla domanda (giustificata, in parte) di “sicurezza”. Ossia, in assenza di un piano credibile e attuabile per fare in modo che il territorio nel quale si vive non diventi ostile, ci si affida a quelli che vengono ritenuti risolutori. Questi risolutori poi, galvanizzati dal consenso, si fanno prendere la mano. Ecco allora che assistiamo, per esempio, ai divieti risibili di mangiare in strada in centro storico e alle esternazioni da mano nei capelli. Queste cose però ai cittadini non interessano, loro sono appagati dalla sensazione di maggior sicurezza e perdonano o ignorano il resto del “pacchetto supersindaco”. Sta a noi, a chi crede nel valore primario della libertà, diffondere maggiormente una cultura liberale e far comprendere che non è sfrattando i senzatetto dal centro che la città diventa un posto migliore. Comunque, ripeto, il Veneto sotto questo punto di vista non né migliore né peggiore rispetto al resto dell’Europa; il fatto è che qui sono venuti fuori dei personaggi furbi che hanno saputo sfruttare bene la situazione.
Collegata a questa paura di un Veneto razzista e fascista, c’è la paura di un Veneto clericale. Chi scrive è al di sopra di qualsiasi sospetto di clericalismo e di baciapilismo ed è sempre schierato contro l’oscurantismo e il bigottismo. Mi sento di dire quindi, essendo io dall’altra parte, che il mito del Veneto ultracattolico è, in effetti, un mito. Il Veneto fedele che si riunisce attorno all’altare non esiste più. Inoltre, associazioni come Comunione e Liberazione o Opus Dei sono caratteristici di altri territori, come la Lombadia (nella quale esiste effettivamente una vera e propria rete cattolica). Quello che, purtroppo, esiste in Veneto sono alcuni gruppuscoli cattofascisti che, per fortuna, non hanno un seguito popolare. È tuttavia preoccupante il fatto che questi gruppuscoli siano ben inseriti nel tessuto politico e che abbiano agganci politici importanti. La cosa fondamentale, comunque, è che il veneto medio che va in chiesa ha una religiosità normale e non fanatica, è immerso nel presente e non nel mediovo; insomma, qui di talebani non ne vedo molti in giro.
Per concludere il quadro, in Veneto esiste una tradizione di gruppi dichiaratamente fascisti e nazisti. Questo, però, è un problema italiano dato che in questi gruppi è tutto un tripudio di tricolori, di retorica romana e difesa del sacro suolo della patria italica; ossia, i fascisti sono dalla parte di chi non vuole l’indipendenza della Venetia.
C’è da chiedersi, infine, se questo insistere sulla probabilità di uno Stato indipendente pericolosamente sul crinale del clerico-fascismo (ma, ripeto, non è così), non sembra anche a voi un atteggiamento che dice “vi teniamo noi ché sennò chissà voi dove andate a finire” e quindi smaccatamente paternalista? Non ricorda anche a voi i discorsi dei colonialisti contro la richiesta di indipendenza dei Paesi sotto il giogo colonialista? Non sembra anche a voi che accusare una popolazione di non sapersi autogovernare e quindi sentirsi in diritto di interferire sulle sue decisioni sia un discorso odioso e profondamente sbagliato?
Luca Vnt
http://www.venetialibertarian.org/?p=121
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