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Viaggio in un paese indipendente e felice.

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Per il ponte pasquale ho scelto di fare un giretto nella vicina Slovenia, piccolo stato felice e indipendente dal 25 giugno 1991.

La Slovenia è diventata indipendente in poco tempo. I passaggi principali:

Dopo la morte di Tito nel 1980 lo stato federale di Jugoslavia inizia a scricchiolare. Era diffusa la corruzione, il nepotismo e l’inefficienza pubblica e inoltre Tito lasciò un debito pubblico elevato.
Il popolo sloveno era il più laborioso e quello che subiva la pesante tassazione imposta per perequare le risorse con le altre regioni della Jugoslavia.
Nel 1989 l’assemblea regionale della Slovenia approva il percorso di autodeterminazione. Nel novembre del 1990 si tiene il referendum: l’88% degli sloveni di dichiara favorevole alla creazione di uno stato sloveno.
Il 25 giugno 1991 la Slovenia di dichiara indipendente. Seguiranno 10 giorni di schermaglie con l’esercito Jugoslavo, senza conseguenze per la popolazione residente. L’8 luglio 1991 sono stipulati gli accordi di Brioni, con cui si stabiliscono tre mesi di moratoria prima dell’effettiva indipendenza di Slovenia. Il 15 gennaio 1992 l’Unione europea riconosce lo Stato di Slovenia.

Interviste a tre giovani sloveni:

Diana, 28 anni, accompagnatrice turistica, vive a Lubiana.
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Laurea in psicologia, sta seguendo un master di specializzazione.
Parla perfettamente sloveno, spagnolo, inglese e italiano.

Domanda: com’era Lubiana tra il 1990 e il 1991, quindi nel periodo che va dal referendum per l’autodeterminazione e la dichiarazione d’indipendenza?

Diana: E’ stato un periodo di grande fermento. Tutte le manifestazioni politiche si tenevano in piazza del Congresso e partecipavano migliaia di persone. Quando è stata dichiarata l’indipendenza il popolo sloveno era tutto unito e felice e ha brindato e ballato in piazza del Congresso. E’ stata una grande festa, come poi non ce ne sono state più.

Domanda: Com’è vivere oggi in Slovenia?

Diana: Da quando siamo entrati nell’Unione Europea, anche il popolo Sloveno ha abbracciato molti stili di vita e di consumo europei. Per esempio sono aumentate le automobili in circolazione, provocando un forte impatto ambientale.

Domanda: hai mai sentito parlare dei legami storici tra popolo Sloveno e popolo Veneto?
Diana: si, ne ho sentito parlare, soprattutto per quanto riguarda le influenze linguistiche. Ma queste teorie sono oggi osteggiate politicamente in Slovenia.

Igor, 39 anni, noleggia biciclette e vive a Novo Mesto.foto-igor
Ha due figli di 8 e 6 anni. Anche sua moglie lavora.
Parla bene sloveno, tedesco, inglese e qualche frasetta di italiano.

Domanda: Qual’è la cosa bella che ha portato l’indipendenza al popolo Sloveno?

Igor: Ha portato ordine e cura per il nostro territorio, proprio come piace agli Sloveni.

Domanda: Cosa ha portato di negativo l’indipendenza?

Igor: dopo l’ingresso nell’Euro il costo della vita è aumentato moltissimo.

Julia, 37 anni, accompagna i turisti su una zattera a Novo Mesto.foto-julia

Parla perfettamente sloveno, inglese e italiano.

Domanda: come è stato il periodo tra il 1990 e il 1991?

Risposta: Avevamo molta paura. Non sapevamo cosa potesse succedere. Ma non c’era alternativa. Non potevamo più restare in quella situazione, governati dai Serbi.
Oggi siamo un piccolo stato e siamo in pochi a parlare Sloveno. Tutti gli sloveni parlano almeno un’altra lingua, importantissimo per noi per non essere isolati e lavorare bene con i turisti.

Domanda: Cosa ha portato di negativo l’indipendenza?

Risposta: l’ingresso nell’euro ha portato un forte aumento dei prezzi. Ma siamo comunque contenti di far parte dell’Europa: solo così possiamo lavorare con il turismo e godere di un mercato più ampio.

Cenni sulla storia del popolo Sloveno:

Gli slavi raggiunsero le terre che occupano attualmente nella seconda metà del VI secolo. Furono cristianizzati in massa dopo il 748 e nel 1335 iniziò il dominio austro-ungarico, che durò 600 anni.Il 1500 fu il periodo del ritorno della lingua e delle tradizioni slovene, come segno di un malcontento generale al dominio austro-ungarico.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, con il crollo dell’Impero austro-ungarico, la Slovenia divenne parte nel neonato Regno dei “Serbi, dei Croati e degli Sloveni” ad eccezione della parte carsico-istriana che si trovava sotto l’Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne occupata in parte dall’Italia (con la creazione della Provincia italiana di Lubiana), in parte dalla Germania e in parte dall’Ungheria.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il popolo sloveno divenne parte della repubblica federata alla Jugoslavia.

La lingua slovena

Il primo documento scritto in un lingua slovena sono i testi di Freising risalenti al secolo IX, ma tranne rare eccezioni la lingua venne tramandata solo oralmente fino al secolo XVI. Allora, in seno ad un più vasto movimento europeo, anche gli Sloveni iniziarono ad usare la propria lingua, inizialmente solo in testi religiosi. Furono infatti i protestanti a fissare alcune delle regole fondamentali della lingua che rimangono valide ancora oggi. Solo dopo l’indipendenza del 1991 la lingua slovena diventa lingua ufficiale.
Una curiosità: la lingua slovena declina in singolare, plurale e duale! Solo anche la lingua macedone ha la stessa caratteristica.

2009 – la Slovenia oggi

La Slovenia conta oggi poco più di 2 milioni di abitanti su un territorio esteso come quello della regione Lombardia.
Nel 2004 la Slovenia è entrata a far parte della NATO e dell’Unione Europea. Nel 2007 la moneta ufficiale slovena, tallero, è stata sostituito dalla moneta unica europea.

Dopo l’indipendenza del 1991, l’economia slovena ha iniziato un periodo di crescita e prosperità.

Se nella ex-Jugoslavia era la regione più ricca, anche oggi la Slovenia continua a mantenere questo primato tra i nuovi paese dell’Unione Europea grazie alla costante ripresa economica e un’ottima qualità di vita.
Oggi il PIL pro capite è paragonabile a quello di Grecia e Portogallo. Dalla metà degli anni ’90 la Slovenia ha potuto compensare lentamente il crollo dei mercati dell’Europa orientale e stabilizzare così la propria economia. Da allora registra incrementi continui.
Per maggiori informazioni sull’economia slovena potete consultare:
http://www.diritto-internazionale.com/guide/slovenia.html#Situazione%20economica%20generale
Dalle ultime statistiche è stato rilevato che sicuramente nel 2011 il PIL pro-capite prodotto da uno sloveno sarà più alto del PIL pro-capite prodotto da un italiano.

Dalla guida “Slovenia – the Bradt Travel Guide” edizioni FBE

In poco più di un decennio la Slovenia si è trasformata da riluttante annessa alla Jugoslavia in democrazia europea moderna e di successo. (….) E’ difficile non ammirare gli Sloveni, che sembrano avere un’attitudine naturale per l’impegno e la determinazione nell’ottenere le cose. Invece di ritrovarsi immersi in lotte e conflitti etnici, si sono concentrati nella costruzione della loro economia, disegnando il loro piccolo paese sulle carte geografiche e infiltrandosi nei “club a porte chiuse” della NATO e dell’Unione Europea.

Il tiglio

Uno dei simboli nazionali della Slovenia è la foglia di tiglio, o “lipa” in Sloveno. Per gli sloveni e le altre popolazioni slave del sud, l’albero del tiglio è simbolo di vita, dunque i villaggi, tradizionalmente, sono stati costruiti attorno a tigli, oggi diventati antichi. Essendo nel centro geografico di un villaggio, il tiglio divenne anche il centro sociale della comunità locale, il punto in cui gli abitanti del villaggio erano soliti incontrarsi. Oltre a essere presente in tutto il paese, il tiglio compare all’improvviso anche nella musica e nella letteratura, sotto forma di poemi e canzoni per bambini. E’ stato anche utilizzato in una campagna pubblicitaria per promuovere il turismo nell’ex-Jugoslavia alla fine degli anni ottanta.

Alessia Bellon

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