Gli errori dell’autonomia e i paradossi delle alleanze degli indipendentisti tradizionali
Accadono strane cose, in questa vigilia elettorale. L’altra sera a Telenuovo, gentilmente invitato da Mario Zwirner, e seduto in un simpatico consesso di rappresentanti di partiti tradizionali, è apparso sullo schermo Fabrizio Comencini, uno dei pionieri dell’indipendentismo veneto nell’ultimo scorcio del Novecento. Ora, Comencini si è dimostrato d’accordo sull’indipendenza del Veneto come unico rimedio al male italico di cui si discuteva quella sera,i salari più bassi del mondo occidentale secondo l’OCSE; uno dei tanti indicatori della miseria crescente di ITA, cui s’associa il desiderio, presto destinato a diventare necessità, avvertito da molti italiani, di un cambiamento radicale, non di governo, ma di Stato. Ora, anche esponenti del centro destra hanno concordato che il problema non è il Veneto, ma l’Italia. Quello per cui stupisco, però, è il fatto che alla fine della festa è venuto fuori che Comencini si è alleato, per questa tornata elettorale, con l’UDC. Ora, certamente non un partito che vuole l’indipendenza di una parte di Italia, Venetia o Sardegna, ma uno dei peggiori rappresentanti del centralismo dei buoni sentimenti, che ha candidato Emanuele Filiberto di Savoia al Parlamento Europeo. Ora, non ci pare che vi sia coerenza in questo. Non credo che le vergini dai candidi manti dell’UDC, la singolare tribù degli ùdici, pensi alla Venetia se non in termini di folclore: certamente alleatevi con noi, vi daremo qualche soldino in più per la sagra della polenta e osei, ma mettendovi anche a giorno del fatto che chi mangia troppa polenta corre il rischio della pellagra (sono uomini di vera cultura, hanno studiato nelle migliori università del Paese, mica come noi veneti, ignoranti contadini beceri).
Questo per quel che riguarda Comencini.
Ma lo stupore cresce nel vedere un movimento dichiaratamente indipendentista, come I Veneti, appassionatamente guidato da giovani, il sale di questa e di ogni altra terra, che appoggia nella tornata elettorale per le comunali gli “slegati” di Covi, che fanno baluginare nell’insensato termine di “autonomia” la speranza che le briglie del governo centrale concedano qualche briciola di autogoverno in più ai comuni, o perlomeno al Comune di Padova. Che conquista storica! I Veneti quindi hanno deciso di non appoggiare noi alle amministrative. E va bene. Ma occorre spiegare loro, ai giovani in buona fede e ai meno giovani forse di minor buona fede, una volta per tutte, che esiste una differenza fondamentale, logica prima che politica, tra autonomia, federalismo, e indipendenza.
L’autonomia è una concessione da parte del governo centrale. E’ un relativo scioglimento delle briglie, che rimangono però saldamente nelle mani del governo centrale stesso. Autonomia è un concetto che ha il proprio ben definito status nelle costituzioni di numerosi paesi al mondo, inclusa l’Italia e la Spagna, ad esempio. I Catalani sono ben lontani da esserne soddisfatti, ed anzi hanno ben compreso che essa non basta, non è quello che vogliono, è qualcosa di radicalmente differente dall’indipendenza. La Scozia gode di ampia autonomia, ovvero margini alla fine magrissimi di autogoverno, e non ne è affatto paga. Infatti nel 2010 vi avrà luogo il referendum per l’indipendenza, quel che il PNV auspica anche per il Veneto.
Il federalismo è un patto (per raggiungere determinati fini comuni) tra stati sovrani precedentemente sciolti da ogni vincolo l’uno con l’altro. E’ stato trasformato nella caricatura della caricatura di questo dalla Lega Nord, che dopo la morte di Miglio, avvenuta nel 2001, non ha più avuto menti pensati e scienziati della politica in grado di spiegare loro questo concetto fondamentale: per cui il federalismo è stato stravolto in mostruosità, anche linguistiche, come il “federalismo fiscale”. Che vuol dire semplicemente che parte delle tasse pagate da una regione dovranno rimanere all’interno della regione stessa, in percentuali peraltro basse. Insomma, una specie di accordo con il ladro ITA: lasciaci per pietà il 20% di quel che produciamo, “come è umano lei…”. Le regioni-Fantozzi legate da codesto “federalismo fiscale” che nulla ha di federalismo, una volta ottenuto questo sconto, dovranno dimostrare infinita gratitudine al ladro che risparmia loro una parte dei loro legittimi averi: e che si sentirà dunque legittimato moralmente a compiere le peggiori porcherie con quello che avrà estorto comunque. E Bossi e l’allegra banda bossotti esulteranno, “ce l’abbiamo fatta, ora siamo federali”.
Il PNV vuole l’indipendenza. Significa che tutte le tasse pagate dai cittadini della Venetia rimarranno nella Venetia: e saranno assai più basse, ovviamente, di quelle pagate ora. E’ così difficile capirlo? E’ così difficile crederci?
Ora, l’idea di fondo dell’indipendenza nulla ha a che fare né con l’autonomia né con il federalismo. Uno stato indipendente è qualcosa di del tutto diverso da una regione autonoma. Poi, lo stato indipendente potrà anche “federarsi” con qualche altro stato indipendente, ma nel caso della Venetia non ne vedo le ragioni: sarà già, forse, parte della UE, e della NATO. Basta e avanza, considerando che esistono stati europei ricchissimi, come Norvegia e Svizzera, che della UE non fanno parte.
Dal momento che la strada che il diritto nazionale ed internazionale indica per il raggiungimento dell’indipendenza non solo è perfettamente legale, ma è già stata praticata perfino a pochi chilometri da noi, in Montenegro, quali paure agitano questi gruppi, questi partiti, queste persone?
Attenzione: molti tra coloro che hanno fatto l’Italia, nel Risorgimento – e qui voglio scrivere Italia per intero e maiuscola, e Risorgimento maiuscolo, per rispetto per coloro che sono morti, e sono tanti, in perfetta buona fede per questo – hanno sofferto torture, esilio, fame, le baionette austriache. Certo, senza saperlo servivano le mire espansionistiche dei Savoia, abilissimi, ma credevano nella libertà e per essa morivano.
E noi, qui, ora, con il diritto internazionale che ci appoggia, e perfino quello di ITA (fino a tre anni fa sarei finito in galera per le cose che sto scrivendo da tempo, e certo non solo io), di cosa abbiamo paura? Anzi, voi dei I Veneti, voi della Liga, eccetera, di cosa avete paura?
Nella storia coloro che sono morti per fare l’Italia sono ricordati come patrioti. Attenzione a non dover essere ricordati come “caregari”. Anche se questo pericolo non lo correte. I caregari non vengono ricordati, rimane solo il sostantivo e ad esso s’associa scherno e commiserazione.
Paolo L. Bernardini
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Com’é che un genovese radicale antiveneto per eccellenza si preoccupa così profondamente per le sorti venete? Per caso sta cercando una sistemazione su qualche poltrona? Da dove è uscito lei signor bernardini? Da quale cilindro e da che parte sta? Da quella veneta, italiana o ebrea? Che cazzo ne sa lei della cultura veneta? Si preoccupi piuttosto dei colleghi che siedono a suo fianco, gente che fino ad ieri si batteva per la padania, quanto di peggio abbia prodotto la merda italiana, (Non è sempre vero però, come diceva un suo illustre corregionale, che dal letame nascono i fiori) gente che ha avuto l’idea ed il coraggio di fondare un sedicente movimento per l’indipendenza della padania; proprio la padania, ultimo baluardo a difesa dell’unità d’italia. Non dia lezioni e non esprima giudizi su cose fatti e persone che non conosce. Non gli si addice. Magari potrebbe impiegare il suo molto tempo libero aiutando a far conoscere le ragioni del MIL, potrebbe essere più credibile. Lei è in malafede e sicuramente, come molti pensano, a servizio di qualche figura non veneta.
Saluti.
Andrea
Caro Bernardini,
ho avuto modo di leggere il tuo intervento su internet.
Lo spirito di sacrificio e di ricerca dell’unità del
popolo veneto che anima il Movimento che rappresento mi
direbbe di soprassedere e di evitare di rispondere ai tuoi
insulti, ma dall’altra, il dovere di difendere la dignità
delle centinaia di nostri iscritti mi costringere a
difendere la verità e rispondere punto per punto.
Del resto che un genovese potesse essere amico dei Veneti
è storicamente discutibile.
Cominciamo dalla ultime parole della tua lettera: ci
definisci caregari, a noi dei VENETI.
E’ paradossale che chi si candida per accaparrarsi una
comoda poltrona in un ente parassitario dello stato
italiano come quella della provincia di nessuna utilità
pratica ma costoso e che spesa sulle tasche dei veneti venga
ad accusare di essere caregari i militanti dell’unica forza politica veneta che
ha fatto un passo indietro e ha evitato di contribuire a
creare confusione nelle elezioni che, ricordiamo, vede
presentarsi ben sette liste che si rifanno al venetismo.
Altro punto.
Ti chiedi perchè le altre forze venetiste non
appoggiano il tuo partito neonato: vale la vena di ricordare
che un tentativo di mettervi tutti insieme è stato fatto
nei mesi scorsi e che il Movimento VENETI si è offerto di
prestare appoggio concreto se caso vi fosse stato tra di voi
un accordo.
Vale la pena di ricordare ancora che la formazione che più ha
reso difficile l’accordo (e che in realtà non l’ha mai voluto) è
quella di cui fai riferimento, che non ha risparmiato
nessuno negli insulti anche pubblici.
Il chiedere appoggio dopo che si è fatto di tutto per
creare spaccature (e del resto il tuo neonato partito è
nato proprio come spaccatura) è come minimo pretestuoso.
Ancora, dare giudizi su chi è o meno indipendentista da
parte tua è quanto meno ridicolo.
Da uno che fino a l’altro ieri sguazzava di gusto nei
radicali italiani della Bonino e di Pannella, il partito
anti veneto per eccellenza, che da sempre si è dimostrato
nemico delle nostre istanze e più in generale nemico delle
aspirazioni alla libertà dei Popoli non accettiamo lezioni.
Chi si è candidato insieme con questi squallidi personaggi o ha dato
via in prima persona a pseudo movimento per la Padania qui in
veneto (la Padania è la più grande invenzione anti
veneta, negatrice della nostra identità di popolo)
dovrebbe almeno esimersi nel permettersi di dare giudizi su
chi da anni combatte per il Veneto.
Hai cambiato idea (o ti hanno detto di cambiarla) e sei
diventato dei nostri?
Bene, tutti abbiamo la possibilità di maturare e di
renderci conto che avevamo sbagliato, ma sarebbe utile un
po’ di umilità che vedo che dalle tue parti scarseggia
almeno quanto la credibilità.
Questo non vuol dire che diamo un giudizio negativo sulla
formazione in cui militi: capisco che il tuo intervento vorrebbe foemntare l’odio tra gli indipendisti veneti, ma non troverai sponde da queste parti.
dentroal partito in cui ti sei furbescamente infilato ci sono brave persone che
meritano rispetto e che con il tempo sapranno sicuramente distinguersi per
tutt’altro comportamento.
Curioso che questa tua lettera sia arrivata dopo pochi
minuti nella quale alcuni nostri iscritti militanti in un
partito concorrente al tuo, ma sicuramente animati da un
spirito ben diverso ci scrivevano
“Volevo consiliarte na roba.
Se nemo fora tacar manifesti in provincia de Padova e Venesia, parché no ghe demo na man sotobanco a cuei de PNV? In fin dei conti i xe drio lotar par l’indipendensa anca lori e se lori i ga on posto soi tabeloni, on manifesto in pi da tacar via dove lori noi riva se pol tacarlo: xe senpre on colpo xbarà contro el nemigo comun. Tanto sarà fadigaà asà a elexar calchedun, ma almanco el mesajo pasa.”
Ecco, sicuramente questi sono Patrioti che meritano
appoggio, che fanno politica non per tornaconto personale o
perchè manovrati da poteri occulti, ma per semplice amore
per la libertà.
E sicuramente avranno tutto il nostro appoggio.
l’italia teme come il diavolo l’acqua santa che si crei un fronte veneto unito e credibile alternativo al duopolio italiano e per evitarlo useranno ogni mezzo, ma qnahce per questa volta vi è andata male.
Patrik Riondato
VENETI
Cari ragazzi, mi pare che in malafede siate voi. Per prima cosa: che movimento avrei mai fondato io? Seconda cosa: io nel 2004 mi sono candidato per i Radicali, è vero. Ma senza tessera e per puro divertimento, sposando la causa dei liberali. Terza cosa: io sono solo al servizio delle mie idee e della libertà. Quarta cosa: ma come fate a non rendervi conto che se proprio volessi io una poltrona da qualche parte (oltre a una cattedra qui e una in America, conquistate con tanta fatica), NON DOVREI lottare per l’indipendenza del Veneto, o della Liguria, cosa che mi scava una fossa gigantesca negli ambienti in cui lavoro, mettendomi in una posizione di isolamento che neanche potete immaginare, bambini cari e belli, visto che credo che voi di cattedre non ne occupiate (nell’università italiana e in quella americana, nei giornali e nelle case editrici ho pagato la mia scelta, vi assicuro): potrei comodamente mettermi in un partito italiano, e vi garantisco che di poltrone ne avrei molte. Se poi proprio pensate che un genovese non debba far parte di un partito indipendentista veneto, questa è un’altra questione, fatelo presente e argomentate le vostre posizioni: se per la causa dell’indipendenza e della libertà io dovessi dimettermi, lo farei subito. Ve lo giuro. E per quanto riguarda gli ebrei, sta parlando qualche antisemita? Che cosa vuol dire? Signor Andrea la prego di chiarire. Ci metta anche il cognome poi nelle lettere. Io lo faccio sempre, per ogni articolo che scrivo e firmo mi scavo una fossa negli ambienti accademici e culturali DEL MONDO. Quando leggo le cose che scrivete contro di me mi chiedo se ne valga la pena.
E pensateci bene quando parlate di “insulti”. Imparate a pesare le parole. E imparate tante cose. Ne avete davvero bisogno. Fatevi un bel master in qualche università americana. Perché quelli che l’Italia hanno unito erano enormemente più astuti e colti di voi. E ci sono riusciti. Liberare la Venetia non è un compito per dilettanti. Bisogna essere pari e migliori di loro. Se poi volete un posto da assessori alla cultura, avrete barattato la libertà della Venetia con qualche fondo in più per la sagra della polenta.
Cordialmente,
Paolo Bernardini
“Del resto che un genovese potesse essere amico dei Veneti
è storicamente discutibile.”
Solo sta frase la dixe TUTO…
Oh my God!!!!
Po’ che on genovese se parmeta de parlarghe a altri de paura… dopo queo che ga fato i so conpatrioti de genova so la batalia de Lepanto, quando che a la vista dei turchi i ga girà e “caravelle” e i xe scanpai casa! Caro bernardini se fuse sta par la to xente, to mojere deso gavaria on bel bourka altro che minigona! I Veneti ma non solo xe morti par salvar l’Europa e la cristianità altro che la gloriosa republica de genova, parla ogni tanto anca de sta onta che ve portè drio da secoli. Vista la to gran cultura, che forse a serve solo par rognar co on grupo de tosati ignoranti magnia poenta come che te disi ti! La polenta è un punto di forza del Popolo Veneto, questo ti porta ilarità , come a tutti gli italiani. Non è un bel messaggio in campagna elettorale pro venezie; cerca di essere più astuto, l’invidia porta a conseguenze non prevedibili.
On veneto no parlaria mai come che te parli ti. Ti no te si veneto e mai te o saré. Te resti senpre on ‘talian!
Letizia
Di cosa dovrei essere invidioso? Sono solo infinitamente amareggiato. Ma davvero a questo punto non importa più. Per cortesia almeno non chiamatemi invidioso. Come per Dante–che aveva come Lei scarse simpatie per i genovesi — l’invidia non fa parte dei miei peccati.
Una persona scrive un suo ragionamento spiegandolo e motivandolo e riceve indietro insulti e lezioncine di storia che con il suo argomento c’entrano come i cavoli a merenda.
La risibile motivazione “ti te si on genovese, sa vuto da nialtri?” è veramente patetica e rivela in pieno il divario esistente tra una forza politica indipendentista moderna con un suo spessore e una sua strada chiara per arrivare all’indipendenza e un movimento che mi sembra essersi perso on fià tra udicini pro-savoiardi e covi “n’do cojo, cojo”.
Il mio suggerimento a tutti quelli del PNV è: lasemoli ndar par la loro strada ché no ghemo mia tenpo da perdar. Catemo su el consenso dai sitadini Veneti, ché i c.d. “venetisti” i vegnarà dopo, se i vorà vegner, senò no me metarò a spianxotar.
Ciò fioi, ma no xe possibie che baruffè tra de vialtri. Ghe giova soeo che al stato talian.
Stemperemo i animi, e vanti tuti pa la causa comun.
“no ste a far barufa tra de nialtri” no resolve mia la situasion de on movimento indipendentista ca apoja candidati (forse) autonomisti. el post de bernardini no l’era né insultante né vilan; le risposte risevue inveze…
caro Luca,
secondo te questo passaggio “Nella storia coloro che sono morti per fare l’Italia sono ricordati come patrioti. Attenzione a non dover essere ricordati come “caregari”. Anche se questo pericolo non lo correte. I caregari non vengono ricordati, rimane solo il sostantivo e ad esso s’associa scherno e commiserazione.” non è offensivo?
ma stiamo scherzando?
bene ha fatto riondato a rispondere alle stupidaggini di Bernardini.
ma lo sai che per statuto chi ha cariche nel Movimento VENETI non può avere incarichi pubblici pagati?
a che pro un intervento del genere se non per creare odio?
Ma vi rendete conto di che personaggi che vi avete portato in casa?
bellissima la risposta di Bernardini che accusa i veneti di essere polentoni, viene fuori tutto il suo astio antiveneto.
Che dire… La madre degli sciocchi è sempre gravida.
W San Marco!
e l’invito a studiare poi 😀
in america poi: a imaprare cosa, lo schifo di società americana che avete costruito? no grazie.
veneti=ignoranti?
si è dimenticato il clichè dei veneti ubriaconi e delle venete serve e prostitute…
TIPICA PARANOIA ANTISEMITA DEI SIONISTI YANKEE
” E per quanto riguarda gli ebrei, sta parlando qualche antisemita? Che cosa vuol dire? Signor Andrea la prego di chiarire. ”
E POI COS’E’ STO SNOBISMO ?
“Ci metta anche il cognome poi nelle lettere. Io lo faccio sempre, per ogni articolo che scrivo e firmo mi scavo una fossa negli ambienti accademici e culturali DEL MONDO.
…
Imparate a pesare le parole. E imparate tante cose. Ne avete davvero bisogno. Fatevi un bel master in qualche università americana. Perché quelli che l’Italia hanno unito erano enormemente più astuti e colti di voi. E ci sono riusciti. Liberare la Venetia non è un compito per dilettanti. Bisogna essere pari e migliori di loro. Se poi volete un posto da assessori alla cultura, avrete barattato la libertà della Venetia con qualche fondo in più per la sagra della polenta.
lei non e’ einstein, non e’ laureato in una materia scientifica, bensi’ in filosofia appunto, dove tutto e’ soggettivo e opinabile.
E poi dal suo profilo su Wikipedia si evince che le vuole abolire gli stati inclusa la Venetia.
Lei e’ un proprietista.
“e l’invito a studiare poi
in america poi: a imaprare cosa, lo schifo di società americana che avete costruito? no grazie.
veneti=ignoranti?
si è dimenticato il clichè dei veneti ubriaconi e delle venete serve e prostitute…”
Anonimo ga raxon, dato ke lei ga lavorà nella piu’ grande fogna-cloaca a cielo aperto del mondo: li USA.
commento #1 a Sołidarietà a Paolo Bernardini Scorciatoie e via maestra non portano allo stesso luogo
autore: Nickname
indipendentzia@gmail.com
ip: 87.9.177.168
commento #2 a Sołidarietà a Paolo Bernardini Scorciatoie e via maestra non portano allo stesso luogo
autore: patrik
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commento #5 a Sołidarietà a Paolo Bernardini Scorciatoie e via maestra non portano allo stesso luogo
autore: Letizia
letizia@polenta.com
ip: 87.9.177.168
commento #10 a Sołidarietà a Paolo Bernardini Scorciatoie e via maestra non portano allo stesso luogo
autore: Anonimo
ip: 79.4.176.90
commento #1 a Sołidarietà a Paolo Bernardini
autore: Anonimo
ip: 79.4.176.90
Nota di servizio del webmaster: se continuano commenti con nick diversi provenienti da ip uguali, dovremo catalogarli come spam
è ormai chiaro che l’obiettivo di Bernardini (spero non di tutti quelli del pnv) è di creare zizzania e di dvidere i veneti.
Dopo l’appello all’unità di domenica viene fuori la sua lettera piena di insulti.
un conto è la critica politica un conto sono gli insulti.
Radicali?
no grazie!
Riapriamo il discorso della Venezia-Giulia in sede comunitaria
* Comunicati stampa
Inserito da admin il Mer, 02/06/2004 – 10:06
Data:
02/06/2004
Testo:
di Paolo Bernardini
….Non so se un giorno un tricolore tornerà su quella splendida penisola istriana, sulla costa dalmata, aldilà dei confini di Gorizia. Lo sogno forse…..
* Candidato alle elezione europee della Lista Bonino
Autore:
PAOLO BERNARDINI
continuasion e final de chel comunicà: “Ma se dovrà avvenire non sarà la violenza della guerra, ma il principio dell’autodeterminazione dei popoli, nella sua forma non violenta, che lo porterà in essere”
Scuseme se intervegno, a mi no me piaxe mia che barufffe. Ma ghe stà el confronto par cresare. Parò che el presidente del Pnv el daga dei poentoni, bocie, gnoranti a la zente (sensa gaver gnente de personae contro de elo che me pare comuncue na bona parsona) veneta, in coalsiasi partito eoropeo (assemo perdare i tajani) conportaria le dimision inmediate. Poi fe come che volì. In speransa de un unico fronte, ve saludo.
[…] e il suo presidente, Paolo Bernardini, l’ha ripetuto in modo chiaro e senza fraintendimenti qui, chiedendo anche conto, come avevo già chiesto io, a un movimento indipendentista importante come […]
me par invese che no ghe xe ofexe da parte de bernardini, se non quee che qualcuni se vol inventar. Se dopo no se xe boni de lexar e capir quel che uno scrive, pasiensa…
digo a mia anca su sta boiada del’unico fronte (che bruta paroea fasista!): mi spero che el pnv el se prexente sì in coalision ae regionai del 2010, ma soeo co indipendentisti de nome e de fato, par carità no stemo tirarse su che che gà paura del’indipendensa
Ben detto bepi. Sull’altare dell'”unità a tutti i costi” si finisce con il fare i compromessi dei compromessi. Poiché di politici che fanno compromessi ne abbiamo le tasche piene, non credo sia questione di insulti il pretendere semplicemente di essere rispettati per la propria idea e di non volerla prostituire al compromesso.
Tutto il resto, tutto questo agitarsi, è francamente piccolo. Prendersela poi con una persona per il luogo in cui è nato è vomitevolmente razzista.
Mentre è ridicolo parlare di “poteri occulti” ad una organizzazione che fa della democrazia diretta la sua scelta fondante.
Perché devi capire, caro Patrik (parlo a te visto che su 10 risposte 8 sono tue), che il pnv non è fatto da Paolo Bernardini, né da Gianluca Busato, né dal sottoscritto, né dai candidati presidenti alle province di Venezia e Padova.
No, il pnv è fatto dalle PERSONE, dai suoi soci che credono in un IDEA e sanno che possono intervenire direttamente nelle decisioni che assume il partito.
Cosa ben diversa del sistema in cui ti trovi tu. Allora potrei rovesciare il paradigma e chiedere: chi più facilmente può nascondere un “potere occulto”? Noi che rendiamo conto ai nostri soci e sono loro sovrani, o un movimento che ha un vertice blindato in cui i neo iscritti non hanno nemmeno diritto di voto?
Mi dispiace allora, ma devo darti una notizia: non sarà per le tue ripicche personali, né di quelle di qualcun’altro della compagnia, che si riuscirà a calpestare LIBERE persone che LIBERAMENTE hanno scelto di sostenere e diventare parte del PNV per un’idea di LIBERTA’.
LORO sono il pnv!
Claudio G.
Caro claudio,
quando capirai che i pareri politici sono una cosa e gli insulti un’altra farai un gran passo avanti.
Se dici ad uno “venduto” o “finanziato sottobanco da tizio e da caio” o “caregaro” offendi, tra l’altro in maniera completamente gratuita.
continui naturalmente a distribuire falsità, il veritce dei veneti è talmente blindato che all’ultimo maggior consiglio io ero dimissionario e ho chiesto di non essere votato, votando per un altro e che ad ogni elezioni i membri del minor consiglio sono variati.
E gli iscritti maturano il diritto dopo 6 mesi di iscrizione, com’è la regola in qualsiasi organizzazione politica.
Conoscendo tu bene tutto questo nno posso che prendere atto che sei abituato a sostenere falsità.
E le bugie hanno le gambe corte, come sai.
basta per favore
per uno come me che segue il tutto dall’estero e che è disgustato delle beghe dei politici italiani, l’unica cosa che mi sta a cuore solo il destino del nostro Veneto. Tutte ste beghe interne, comunicati e controcomunicati mi provocano una tristezza infinita e sono tutte energie sprecate contro chi sta lottando per lo stesso obiettivo. Energie che dovremmo invece impiegare per avvicinarsi invece alla liberazione della nostra terra.
La mia massima stima sia a Bernardini sia a Patrick per tutto quello che avete fatto e continuate a fare per la nostra terra. Fatevi una telefonata e chiaritevi, per carità metarse far a guera tra fradei xe propio l’ultima roba che ne serve.
spero siano solo i fumi da campagna elettorale…
Lorenzo Crosato
Mi dispiace di aver creato tutte queste tensioni. Forse sarebbe il caso che presto, prima della pausa estiva, tutti i movimenti a favore dell’indipendenza della Venetia si riunissero in un congresso. Altrimenti temo che il nostro destino sarà quello dei polli di Renzo, divenuti proverbiali. Vorrei solo ribadire che non sono invidioso, né inviato da potenze occulte, né in cerca di pubblicità, né in malafede. Sono un liberale classico, questo sì. Ma il mondo che sogno è quello senza stati, che ci sarà tra mille anni. Un piccolo stato come la Venetia sarà una tappa intermedia, in grado di rendere più felice generazioni e generazioni. Detto questo, se ho offeso qualcuno, mi scuso. Io sono un ospite in questa terra, la Venetia. Con il mio lavoro, qui, a Como, in America, continuamente le rendo omaggio.
L’obiettivo del Veneto indipendente deve sempre rimanere al di sopra di tutto e tutti, e si deve con ogni forza evitare che si creino spaccature all’interno delle forze indipendentiste.
Chi vuole ostacolare la libertà che legittimamente ci spetta non chiede di meglio, che attacchi personali e rancori ci mettano l’uno contro l’altro.
Alla libertà del nostro popolo dobbiamo sacrificare ogni tipo di individualismo, se ci sono critiche che vengano fatte, anche duramente, ma sempre con la fermissima intenzione di tenere il più compatto possibile il movimento indipendentista.
Quindi invito coloro che sono alla guida di queste forze, che ci rappresentano nella nostra rivendicazione di libertà, di fare tutto ciò che è in loro potere per mantenere costantemente il dialogo volto al raggiungimento del fine comune.