Inizia la stagione decisiva per il nostro futuro
Archiviate le elezioni 2009, inizia una nuova fase politica.
Una fase politica cruciale per noi Veneti. Le stime di autorevoli organizzazioni internazionali come OCSE o Eurostat in questi giorni descrivono con abbondanza di particolari la grave recessione economica che caratterizza l’economia italiana. Tali temi in realtà sono stati del tutto assenti in campagna elettorale, poiché nessun partito, o politico italiano, ma neanche veneto, ha una ricetta per esorcizzare la grave realtà in cui ci troviamo. Nessuno di loro sa cosa fare. Nessuno di loro può farci nulla, se non rubare e spassarsela alle nostre spalle e sulle nostre spalle.
Il ministro dell’economia trikolore parla da molti mesi a questa parte di una bufera finanziaria che avrebbe toccato lo stivale molto meno di altri paesi occidentali. Se da un lato ciò è anche vero, grazie al deciso sottosviluppo di un paese sull’orlo del fallimento che ha creato un paradossale isolamento e parziale immunità all’elettrochoc finanziario globale, è d’altro canto evidente che nel momento in cui vengono addolciti i picchi di volatilità internazionale, emerge con ancora più forza e decisione l’assoluto stato di coma profondo dell’economia italica.
La produzione industriale a picco non è un’invenzione dei giornali antigovernativi.
L’insostenibilità dei conti pubblici italiani non è una novità di oggi.
Questo stato è con incredibile orgoglio uno dei peggiori e più invivibili paesi del mondo, se escludiamo i soli paesi poveri del terzo mondo e pochi altri stati canaglia.
E veniamo al Veneto, che è ciò che ci interessa. Bene, il Veneto non gode a sua volta di particolari immunità alla crisi trikolorita. Anzi, paradossalmente sta risentendo in modo ancor più grave della situazione.
Chi lavora lo sa bene. In molte province venete si parla con sempre più frequenza di fallimento di molte aziende. Aziende che non hanno più linee di credito, strette tra gli insoluti e la stretta bancaria. Stime che passano di bocca in bocca, sospirate quasi a volerle esorcizzare parlano di un 80% di società ormai prossime alla chiusura. Aspettando con ansia un settembre e un autunno da paura.
Il Veneto, stretto tra piccoli stati che praticano condizioni fiscali e normative assolutamente per noi impensabili sta perdendo una partita epocale. Grazie all’Italia e solo all’Italia.
Come fanno le nostre imprese a competere con tassazioni sul reddito del 20%, o anche meno (in Montenegro si parla di un 12%, che presto sarà abbassato al 9%).
L’aspetto economico è in realtà solo la cartina di tornasole di una situazione totalmente compromessa e senza ritorno: come facciamo infatti noi Veneti ad accettare di vivere in uno stato che è al:
- 73° posto al mondo per libertà di informazione,
- 156° posto al mondo per efficienza della giustizia,
- 128° posto al mondo per libertà fiscale,
- 168° posto al mondo per libertà economiche?
In realtà per riprendere il cammino virtuoso a noi Veneti basta poco.
Ci basta prendere atto dell’impossibilità italiana di essere uno stato adatto al mondo moderno in cui viviamo.
Uno stato morto che viene tenuto in vita solo da una classe politica irresponsabile e corresponsabile del disastro in cui ci troviamo. Trasformiamo questa grave minaccia in una vera e unica opportunità, la nostra indipendenza politica.
Per farlo basta prendere l’esempio dai Paesi che l’hanno ottenuta di recente (Slovenia, Montenegro, Groenlandia) e di quelli che si apprestano a farlo (Quebec, Scozia, solo per citare i casi più famosi), seguendo il percorso politico tracciato dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite per quei popoli che vogliono diventare stati moderni del ventunesimo secolo.
Noi Veneti ci meritiamo di meglio!
Diventiamo Veneti al 1000×1000 e cogliamo l’occasione storica per dimostrare il nostro vero valore.
Vuoi aiutarci a cogliere questo traguardo? Ecco come:
- iscriviti al PNV, puoi farlo da internet in pochi secondi e partecipa attivamente alla costruzione della rete di agenti per l’indipendenza
- dona un aiuto alla squadra che sta organizzando la campagna per l’indipendenza alle prossime elezioni regionali
E ricordiamoci che non ci sono alternative (o meglio bufale) autonomiste, o federaliste: o Italia o Veneto indipendente, tertium non datur.
Gianluca Busato
Segretario PNV
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Segnalo che nella voce di Wikipedia sul PNV sono stati cancellati tutti i fatti sulle persecuzioni politiche delle ultime provinciali ed inoltre la medesima voce è proposta per la cancellazione!
inutile perdere troppo tempo con wikipedia.it, io la penso come l’utente Checco (http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Checco), di cui riporto il pensiero “Cosa penso di it.Wiki: Ritengo che Wikipedia sia un progetto bellissimo, ma anche che noi utenti di it.Wiki abbiamo fatto il nostro meglio per rovinarlo. Passiamo ore ed ore in discussioni interminabili, spesso accecati dalle nostre personali ideologie che non di rado ci impediscono di essere equilibrati quando scriviamo. Troppi di noi sembrano bazzicare in it.Wiki con il solo scopo di scaricare le proprie frustrazioni o ossessioni politiche. Ricordiamoci sempre che il nostro compito è descrivere la realtà, non commentarla come vorremmo che fosse. Come vedete ho scritto “noi” perché ritengo anch’io di avere la mia parte di colpa.
Per queste e tante altre ragioni, mi trovo molto meglio in en.Wiki. Non è che tutto lì sia perfetto, ma almeno c’è più trasparenza (nessuno si sognerebbe di bandire i babel politici o di considerare inconveniente avvisare qualcuno che c’è una votazione in corso, quella che in it.Wiki viene chiamata con disprezzo “chiamata alle armi”) e si respira uno spirito diverso: davvero l’obiettivo comune di tutti è quello di scrivere un’enciclopedia equilibrata e completa. A tale proposito, vorrei stigmatizzare anche la furia cancellatrice di chi pensa che un consigliere regionale, un ex-sindaco di una città e via dicendo non siano enciclopedici. Se continuamo così, rimarremo sempre più indietro rispetto alle altre Wikipedie che stanno facendo passi da gigante.
Il problema è che it.Wiki, anziché essere una Wikipedia in lingua italiana, è un’enciclopedia fatta dagli italiani per gli italiani. Questo è un problema che avremo sempre perché l’italiano è parlato solo in Italia, ma perlomeno un minor tasso di partigianeria e ideologizzazione non solo è auspicabile ma anche possibile. L’Italia è un Paese in grave crisi e it.Wiki è lo specchio fedele di molti suoi difetti.
Il progetto troppo spesso sembra essere messo in secondo piano rispetto alla comunità che lo scrive e ciò non va bene. Poi ci sono gli amministratori. Spesso autoreferenziali, molti di loro si atteggiano da giustizieri della notte e piegano le regole ai loro comodi. Le regole ci sono (anche troppe, come vuole la tradizione italiana, così come le votazioni: ovunque eccetto dove servirebbero, en.Wiki docet), ma spesso queste regole si applicano solo ai deboli e raramente ai forti: in quel caso al massimo si aprono discussioni…
Da tutto ciò nasce il mio rigetto per il termine “comunità” e la mia abitudine di rivolgermi solo e semplicemente agli “utenti”. Preferisco parlare di “utenti” perché, da cristiano e da liberale, credo nella centralità della persona, dell’individuo, e non posso non osservare come ci siano molti utenti che lavorano nel silenzio con umiltà e dedizione.
Molti utenti seri e preparati hanno lasciato Wikipedia con delusione. Io non lo farò mai perché so bene che (per fortuna) non c’è solo it.Wiki e che, quando voglio, posso rifugiarmi in en.Wiki, dove il mio lavoro è più apprezzato e sembra essere più utile. Ho scritto però queste cose perché credo che vadano tenute sempre a mente e che non sia il caso di scriverle solo quando si è sul punto di andarsene via.”
New blog post: Noi Veneti ci meritiamo di meglio e possiamo averlo solo con l’indipendenza! http://bit.ly/BcfoZ