Sono seduto sul piccolo treno regionale che da Montegrotto porta a Padova. E’ un mattino di luglio, di venerdì 17, tra l’altro, un giorno ideale per non lavorare e non esporsi così ad alcun rischio, il giorno perfetto per stare a mollo alle terme. Ma bisogna lavorare. Leggo le pagine del Corriere del Veneto. Sono lieto che uno storico della Venetia di così grande fama come Giuseppe Gullino rievochi anch’egli un giorno di luglio di cinquecento anni fa: il 17, proprio, quando Padova venne liberata dai veneziani alla riscossa. Ma una notizia mi colpisce, in questa afa che toglie il fiato e la ragione. Negli ultimi anni è ripreso con grandissima forza il fenomeno della migrazione dal Sud al Nord d’ITA. Si calcola che almeno 700 mila abitanti delle regioni meridionali di ITA si siano trasferiti al nord negli ultimi dieci anni. Ancor più di noi, il Sud avrebbe bisogno di indipendenza per un riscatto grandioso, che attende da un secolo mezzo. Non autonomia, non federalismo, ma indipendenza. Spero che questo sia chiaro ai liberali come Antonio Martino che pare si stiano dando da fare in questo senso.
Di mestiere sono storico, e amo sempre connettere il particolare al generale, la tendenza sociale al destino dell’individuo. Ieri tornavo con un treno simile, un’afa simile, il medesimo singolare incontro tra turisti di ogni parte del mondo e studenti e lavoratori veneti, da Padova a Montegrotto. Ma poco fuori dalla stazione di Padova il mio treno è rimasto bloccato per un’ora.
Ad Abano un signore di 35 anni s’era suicidato da poco, gettandosi sotto a un treno merci in corsa. E oggi la stessa notizia la riportano i giornali, dando solo la vaga indicazione, chissà se per pietà o per altro, che l’uomo era un siciliano.
Ci si suicida per tanti motivi, non solo per la disperazione di non poter più andare avanti. Eppure mi viene quasi naturale collegare le due notizie che leggo nel medesimo quotidiano: ad una è riservato un trafiletto nel dorso locale, all’altra un intiero servizio nella sezione “nazionale”.
Quest’aria irrespirabile porta venticelli di disperazione, che si leggono in ogni dove. E che in ogni dove s’infiltrano, incuranti della cappa di calore che sembra impedire ogni incrinatura.
Speriamo che il Sud, che ha anticipato tante volte il Nord nella storia, presto si separi da ITA e rifiorisca davvero. Speriamo che da qualche parte si cominci davvero.
Paolo L. Bernardini
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si suicidano gli imprenditori veneti che non riescono a stare a galla e si suicidano i siciliani veneti… più chiaro di così che qualcosa davvero non va come voglion farci credere…
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