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Una straordinaria storia sussurrata

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(Nota dell’autore: Cari lettori, vi scriverò in italiano per i rilevanti amici di Wikipedia.)

C’è una storia non ancora raccontata che vi voglio sussurrare.
E’ la storia di un piccolo gruppo di donne e uomini uniti da un progetto e da un’ispirazione che cresce nelle menti e nei cuori di centinaia di migliaia di persone.
Amano studiare la storia, parlare nella loro lingua nata alcuni secoli fa, sono orgogliosi della natura della terra nella quale sono cresciuti e anche della cultura che questa terra e chi l’ha abitata, a prescindere dalla provenienza, ha saputo formare e trasmettere al mondo.

Questo gruppo di persone ha deciso d’adottare solo metodi pacifici e legali per raggiungere il proprio obiettivo, da molti giudicato di difficilissimo raggiungimento. La storia di questa terra non parla di rivoluzioni violente, anche se di guerre, qui, ce ne sono state e per la maggior parte vinte. Quindi la scelta d’intraprendere un cammino pacifista era abbastanza semplice, nonostante il sangue che ribolle di fronte al protrarsi di una ricerca di libertà più che giustificata da abusi di potere e sfruttamento al limite dello schiavismo legalizzato.

Queste persone di cui vi sto parlando sottovoce sono veneti e chiedono solo di poter interpellare i concittadini della loro Nazione – che attualmente è una Regione, ma che è stata per molti più secoli, appunto, Nazione – per chiedere loro se vogliono vivere in uno Stato indipendente chiamato Venetia, oppure continuare ad essere una Regione dentro uno stato che da poco più di un secolo e mezzo si chiama prima Regno d’Italia e poi Stato italiano. Non chiedono altro: un referendum, un semplice voto perché ognuno possa dire “liberi e veneti”, oppure “italiani”.

Questi veneti, che da poco più di un anno regalano il loro tempo libero a questa idea, non hanno mai inneggiato ad alcun concetto di supremazia, superiorità, razzismo o qualsivoglia spirito di esclusione verso altri abitanti dello Stato che attualmente li controlla o verso abitanti di qualsiasi altra entità. Anzi, hanno ricordato spesso che la tolleranza, l’apertura repubblicana e anche democratica è in totale e forte sintonia con la tradizione di questa terra.

Non a caso il presidente di questo gruppo, che si chiama Partito Nazionale Veneto, poiché di Partito politico organizzato e di movimento per la ricomposizione dello Stato Nazionale Veneto si tratta, non è nemmeno nato e cresciuto in Veneto: è genovese. Quale migliore conferma, qualora ve ne fosse stata necessità, della totale apertura di un partito simile. Inoltre tra i suoi militanti figurava anche una persona di origini brasiliane, morta in un incidente aereo, ma candidata con passione alle ultime elezioni proprio nelle liste di questo partito.

Un partito che ha subito una curiosa e accanita campagna di controlli, ispezioni e perquisizioni da parte delle Forze Armate dello Stato Italiano con il pretesto di una presunta firma non confermata per le sue liste elettorali.

Questa storia sussurrata è quindi piena di sorprese: un partito che chiede l’Indipendenza presieduto da un cittadino cresciuto in un’altra regione, con militanti di ogni estrazione, anche extra-europea, uniti da un preciso impegno pacifista, determinati a seguire un cammino legale…ebbene questo partito viene indagato, perquisito, intimidito nella sua legale, pacifica e soprattutto legittima attività politica fatta senza gridare, senza insultare, senza offendere nessuno, ma anzi inneggiando con toni positivi alle qualità e ai vantaggi per tutti di una Repubblica Indipendente della Venetia. Il discorso politico di questo gruppo di persone si è sempre concentrato, dopo una professionale analisi dei pericoli economici attuali, nell’offrire una alternativa di sviluppo economico, politico e sociale per una Nazione veneta che ha al suo interno una forte carica propulsiva cui attinge proprio nella sua cultura.

A fronte di questo impegno, rinfrancata da primi risultati elettorali ovviamente modesti visto il pochissimo tempo e limitate risorse oltre alla censura mediatica di fronte anche a notizie di cronaca di ovvio interesse pubblico (perquisizioni, morte di una candidata in un incidente aereo di rilevanza internazionale, una campagna elettorale non priva di una certa originalità comunicativa), e oltre all’accanimento delle Forze Armate, si presenta anche un tentativo di censura da parte di un sito enciclopedico su Internet che – ovviamente motivato da diverse e più intolleranti posizione politiche – chiede di oscurare il semplice riferimento al Partito Nazionale Veneto poiché ha preso pochi voti (!).
Se non è una notizia questa….

Eppure tutto tace. Questa storia dev’essere solo sussurrata, appena appena accennata, tanto non rischia certo di svegliare qualche assonnato cronista di provincia, qualche salottiero e arguto homme de plume, e non può assolutamente scuotere qualche paludato direttore di quotidiano dalla sua concentrazione sui “veri giochi” della politica e dell’economia italiane (ah, ah!).
E allora ve la sussurro qui, sapendo che si tratta della storia di un fenomeno politico spontaneo senza precedenti, che poco ha a che vedere con gli imbrogli affaristici di chi promette federalismo a chi vuole indipendenza e gli regala un po’ di potere da amministrare conquistato con briciole di populismo condito da rassicuranti sfoghi di urla violente, lanciati nell’aria per esorcizzare paure e ipnotizzare le volontà.

Eppure qualcosa, qualcuno sentirà.
I tempi della Storia sono lunghi, e noi veneti non abbiamo mai avuto fretta.
Siamo sereni, davvero sereni, siamo serenissimi.

Gustavo Dal Lago

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