L’informazione che conta lavora contro il nostro interesse, facciamo uno sforzo per costruirne una che non risponda ai burattinai italiani
Nel mondo odierno ciò che conta è l’informazione. Ogni notizia, bella, o brutta che sia, ha un impatto per come viene presentata e per il pubblico cui è rivolta. In un mondo sempre più denso di segnali, contano i titoli dei giornali, le foto, le notizie dei tg, oppure i silenzi.
Tutte le attività umane si basano sul possesso, o sulla distribuzione di notizie, vere, verosimili, false, adattate, filtrate, taciute. Esse muovono l’economia, la politica, le coscienze di ognuno di noi, il vero grande motore dell’evoluzione umana.
Non è una novità, è da sempre così nella storia.
Gengis Khan controllò così il più grande impero della storia dell’umanità […]
e riusciva a farlo grazie alla più potente rete di informazione fino ad allora mai creata, basata sull’opera dei suoi famosi messaggeri e staffette di cavalieri che alla velocità della luce portavano le informazioni in ogni dove del suo dominio fino ai comandanti degli eserciti, impiegando al massimo due giorni per portare un’informazione “a cavallo” dal Danubio al Mar Giallo.
Oggi le fibre ottiche svolgono il compito dei cavalieri a staffetta, nell’unità di tempo, o quasi. Al punto che l’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha creato proprio attraverso il web la leva finanziaria necessaria a battere i grandi potentati economici degli altri candidati alla presidenza.
Internet insomma oggi può determinare la creazione di una nuova forma di comunicazione, superiore a quella dei tradizionali mezzi, giornali e televisioni in primis.
Ma solo dove arriva la fibra, però. E se l’accesso alla rete viene lasciato libero dai regimi politici.
Se andiamo a vedere la mappa del Veneto della disponibilità di accesso a banda larga, ci accorgiamo che, dopo una prima vista superficiale in cui sembra che vi sia buona copertura quasi ovunque, emergono zone ove è veramente difficile accedere alla rete. Tutto il Veneto orientale, gran parte delle province di Belluno e Rovigo, incredibilmente martoriate anche le province di Treviso, Verona e Vicenza. A ciò si aggiunga un tasso preoccupante di analfabetismo informatico, in particolare tra le generazioni più anziane, che sono anche le più numerose. Ecco spiegato perché oggi a dominare politicamente il Veneto ci sono ancora i partiti italiani, basati sul passaparola umano dei loro militanti che, in buona, o cattiva fede, svolgono l’opera delle staffette a cavallo di Gengis Khan.
Ecco perché oggi svolge un ruolo di fondamentale importanza ancora il controllo dei mezzi di informazione tradizionali.
Ecco perché, per esempio, i Caltagirone e i De Benedetti tanto si sono dati da fare per controllare i quotidiani storicamente più letti in Veneto, per non parlare dell’opera scientifica di bocca mafiosa per controllare l’intera tv italica. Ecco perché si sente la mancanza di una televisione che risponda esclusivamente ad interessi generali veneti e che copra il territorio in modo completo. Giorgio Panto c’era quasi riuscito, è morto come sappiamo nel più classico dei misteri italiani. Misteri di stato. Un elicottero precipitato, guidato da un pilota abilissimo, con una pala dell’elica mai più ritrovata. Sparita nel nulla. Una morte come molte altre di quelle che hanno caratterizzato la storia del Veneto e di molti suoi uomini potenti che volevano emanciparlo dal controllo coloniale italiano. Così come la Venetia nella sua interezza è stata emancipata per oltre un millennio grazie all’indipendenza della Serenissima.
Oggi non abbiamo ancora la leva finanziaria per poter prendere il controllo di questi mezzi di informazione, che per quanto del passato ora e qui ricoprono ancora un valore strategico.
E mentre li costruiamo grazie per esempio a sistemi di raccolta fondi come Veneti al 1000 x 1000, dobbiamo adattarci e trovare delle soluzioni originali, come noi Veneti siamo abituati a fare.
Ecco perché è importante che ognuno di noi con la propria stampante si stampi da sé gli articoli che più gli piacciono del sito www.pnveneto.org, ne faccia 50 fotocopie e le distribuisca ai suoi conoscenti, le appenda alle locandine dei bar e fuori dalle Chiese dopo la Messa, li metta sotto i tergicristalli delle auto nei giorni di mercato. Faccia insomma arrivare la rete anche laddove oggi non può arrivare, perché siamo parte di uno stato retrogrado che di internet ha una paura tremenda. Hanno paura della rete perché non possono imbavagliarla, non possono controllarla. Possono solo censurarla e forse lo faranno, come già fanno in Cina, in Iran, in Birmania.
Ma se oseranno fare tanto arriveranno tardi, perché noi avremo già creato una rete umana di contatti e collegamenti, i cavalieri a staffetta del 201X, per la nostra indipendenza!
giane
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