L’oscurantismo culturale della Lega crea danni all’immagine del Veneto e ci distrae dal furto con scasso dei nostri soldi da parte di ITA
L’attuale situazione socio-economica veneta non lascia spazio a molte interpretazioni. Siamo in balìa di uno stato canaglia (che chiamiamo ITA) che non può e non vuole fare le riforme necessarie per poter competere nel mondo odierno. Il risultato è che il Veneto si trova accerchiato da nuovi stati indipendenti molto più flessibili nel prendere decisioni ed efficienti nel saper interpretare le occasioni che la nuova economia globale mette a disposizione, oltre ai rischi e alle minacce per chi invece sta fermo, oppure si ostina a specchiarsi in un passato che non tornerà più.
Ecco che allora assistiamo ogni giorno alle pantomime di una classe dirigente veneta fallita e fallimentare che, pur di continuare a ritagliarsi fette di potere mietendo come vittime la verità, la giustizia, il buon senso e l’interesse generale veneto, decide di portarci nel regno dell’oscurantismo culturale pur di mantenere i propri privilegi di casta politica di ITA.
Ahinoi contano di più le prebende, gli stipendi d’oro della politica, le feste e i festini dedicati a chi ha il compito di rubarci il portafogli che non l’amor patrio e l’amore per il Veneto e per i Veneti.
Questo branco di affamatori che reggono il sacco a ITA nel furto continuato con scasso del frutto del nostro lavoro meriterebbero la fine di Marino Falier e la damnatio memoriae per quanto hanno fatto e stanno facendo.
Ogni giorno riempiono pagine di giornali con pezzi di teatro, ma poi ogni giorno continuano incessantemente la loro opera di ladri dei soldi dei Veneti. Tra l’altro, per poterci distrarre, i politicanti veneti devono far ricorso al populismo di bassa lega, a quel maledetto oscurantismo culturale che crea un gravo danno di immagine al Veneto nel suo complesso. Parlano alla nostra pancia, per poterci derubare meglio.
Per farla breve, noi Veneti viviamo nel peggiore inferno fiscale del mondo, il regno del terrore economico e il risultato naturale di ciò è infatti che il miracolo economico veneto che avevamo saputo creare è oramai solo un lontano ricordo e che le economie forti e libere degli stati vicini al Veneto – Austria, Svizzera, Slovenia, Slovacchia, Cekia – hanno saputo invece avvantaggiarsi del nostro schiavismo istituzionale. Noi Veneti siamo prigionieri di ITA e non possiamo godere del frutto del nostro lavoro, perché serve a mantenere la corte moderna di nuovi nobili, parvenue senza sangue blu, i politici e i loro manutengoli, che mangiano, bevono e se la godono a sbafo a nostre spese.
Un Popolo che non può godere delle proprie risorse economiche è un Popolo schiavo, alla mercé dei propri colonizzatori. Il Popolo Veneto risponde a questa definizione e ITA è il nostro maledetto nemico.
Solo l’indipendenza può farci uscire dal peggiore inferno fiscale al mondo. E solo il PNV ha realizzato un programma semplice e concreto per fare questo percorso di libertà, in modo pacifico e democratico.
Per essere liberi, rafforziamo il PNV e percorriamo assieme la strada verso l’indipendenza e la felicità.
giane
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Ahimè è lo stesso problema che attanaglia anche i Lombardi. Lombardia e Veneto sono le galline dalle uova d’oro dello Stato canaglia.
Sàbo de sera mi era a Somacampagna (VR) co i mé amighi; sérimo inte on bàr, có, a on sèrto pónto tachén a sentìr el “Và Pensiero” en lontanansa…
Ghera la “festa della lega nord” inte’l paéxe. I tàca a far sù na invaxión colturàl, cofà el PCI inte i àni pasè.
e la lega buxiara ne distrae dal furto dei nostri schei!
lega ladrona el Veneto no perdona!
Penso che Albignasego sia un caso lampante di come la Lega da anni navighi nella sottocultura dialettale boarotta. Mi spiego la lingua Veneta e il “boarotto leghista” sono due cose diverse perchè una è data dall’humus storico-culturale veneto, l’altro dalla gretta incultura cialtrona ed arrogante insomma “porsea”. Parlar veneto xe cantar na lengoa, Parlar leghista xe come vedar na Roja che magna int’el albio dei porsei, da vomitare. Insomma nel mio bel paesello i leghisti alcuni anni fa imposero i cartelli stradali in dialetto. E quindi Albignasego divenne ” ‘Bignasego ” che, si badi bene, non è la denominazione in lingua veneta, ma è un gergo contadino del luogo senza alcuna base linguistico-culturale. La frazione di Carpanedo divenne “Carpaneo” che ribadisco non è lingua veneta ma gergo contadino come confermato da decine di nativi del luogo. Eppure ne hanno fatto una battaglia lunga e cruenta per ottenere la cartellonistica (rifatta per ben 3 volte)
Se questi signori pensano di sputtanare la cultura Veneta per renderci ridicoli agli occhi del mondo, prima se la devono vedere con noi. Ci stanno facendo piombare nel Nuovo Medioevo economico con le loro gabbie salariali, con la loro voglia mi mettersi in mostra con sparate da fiera (oggi “Pomata Zaia” el vien fora col simbolo regionale sulle maglie dei calciatori quando il suo amico ” Pork Gobbo” ha fatto fallire di fatto il Treviso per 200mila euro). Ma dai dobbiamo veramente sompergli le palle da mattina a sera mettendoli costantemente in ridicolo e chiedendo di non scopiazzarci più male come stanno facendo.