In questi primi giorni di esodo agostano non potevano mancare le polemiche puntuali sulla viabilità in Veneto. Sembrava quasi ne fossimo orfani, dall’inaugurazione del Passante di Mestre, che, ricordiamolo, per essere portato a termine ha richiesto 30 anni, il doppio del tempo della fase Ch’in nella costruzione della Grande Muraglia Cinese.
In realtà, siamo quasi contenti che ci sia stato l’ingorgo sabato scorso. Sì, perché in realtà, viaggiando per lavoro negli ultimi 6 mesi chiunque avrà notato un calo spaventoso del traffico, perlomeno in alcune direttrici che ci avevano abituati essere dei veri campi di battaglia.
Sì, vedere che molta gente passa per il cuore del Veneto per scappare in ferie ci fa ben sperare che il peggio possa essere passato, forse…
Il nostro ottimismo si estende anche alla causa per l’indipendenza veneta: infatti, constatare nuovamente che il Veneto è la prima regione turistica dello stato italiano e che è sotto osservazione particolare da parte dell’Anas, la longa manus coloniale italiana in tema di strade, ci fa capire quanto siamo diversi dagli italiani e quanto questi hanno bisogno di tenerci con il legaccio bello stretto e corto per impedire che imbocchiamo finalmente il passante per l’indipendenza.
Già, i notoriamente brillanti italiani in tema di strade (per chi non lo sapesse, il gioiello ingegneristico dell’Anas è l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, un cantiere infinito di straordinaria bruttura), devono venire qui a insegnarci come si fa.
Speriamo che ai veneti – anche se sicuramente non ai servi sciocchi e strapagati degli italiani, da Galan a superBrunetta che ha giustificato i 4 miliardi alla Sicilia come investimento per tutti noi (sic!) – venga in mente che forse non abbiamo bisogno di italiani che ci tengono sotto tutela e che siamo perfettamente in grado di scegliere da noi stessi anche la migliore politica per una viabilità degna di uno Stato Veneto indipendente.
giane
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so d’acordo con ti giane. saeudi a tuti e sempre VENETO LIBARO E VIVA SAN MARCO
Dal Corriere della Sera del 02/08/2009 a firma Sergio Rizzo
Quell’imbuto che non regge
Flop clamoroso per il Passante di Mestre: doveva segnare l’avvio di un rinascimento delle grandi opere pubbliche
Il gigante non regge. Alla prima, vera prova il Passante di Mestre cede: bloccata per un’intera giornata l’autostrada nuova di zecca che avrebbe dovuto segnare il rinascimento delle opere pubbliche italiane.
Un flop clamoroso: l’opera che avrebbe dovuto segnare l’avvio di un nuovo rinascimento delle grandi opere pubbliche in Italia era stata inaugurata in pompa magna a febbraio di quest’anno niente meno che dal premier Silvio Berlusconi in persona. Forse chi ha concepito questa moderna arteria come il toccasana per la circolazione congestionata del Nord-Est non aveva considerato la legge sull’impenetrabilità dei corpi. Ma quando una strada a cinque corsie si immette in un’altra strada che di corsie ne ha soltanto due è facile che quella legge produca i suoi effetti. Soprattutto se la situazione del traffico è quella che gli esperti definiscono da bollino rosso.
Questo non significa che il passante di Mestre sia completamente inutile. Al contrario. Ma realizzare quell’opera senza intervenire sul resto, come l’imbuto nel quale il passante si immette, è stato come mettere un treno di gomme nuove a un’automobile che ha il motore fuso, sospensioni rotte e l’impianto elettrico in tilt. I fatti di ieri hanno dimostrato, se ce ne fosse stato ancora il bisogno, che l’intero sistema infrastrutturale del Nord-Est non regge più. E che probabilmente bisogna mettere mano a ogni cosa: al motore, all’impianto elettrico e alle sospensioni della nostra malandata auto. Senza trascurare però le aree di servizio, per evitare di dover chiamare la protezione civile a distribuire bottiglie d’acqua agli automobilisti imprigionati nelle vetture arroventate. Ma è mai possibile che su un’autostrada moderna come il passante di Mestre non ci sia un punto di ristoro perché (parole del governatore del Veneto Giancarlo Galante) «a suo tempo la commissione nazionale per la valutazione di impatto ambientale bocciò quanto era stato progettato? ». Chi era il ministro dell’Ambiente quando quel progetto è stato bocciato? E perché quel progetto non è stato poi rifatto? Con quali motivazioni la commissione Via, che evidentemente aveva concesso il proprio benestare per fare un’autostrada di 32 km a cinque corsie, non ha dato il permesso per un’area di servizio? Un’area di servizio…
Ora voglio esprimere il mio semplice pensiero cercando di coinvolgere tanti amici del PNV. Quando un dirigente d’azienda fa flop…se ne va, se ne deve andare perchè non si può più tornare indietro e rimediare a una “cappella” lunga 32 km, vecchia di 30 anni e costata miliardi di euro. El sbrego ormai è fatto e abbiamo capito che così è e così ce lo teniamo il passante, donato e ripeto donato dal presidente del consiglio italiano, con i nostri soldi però. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che…Galan, Berlusconi, Zaia, Sacconi e tutti i loro amici in gran parata all’ inaugurazione dell’8 febbraio 2009 si accorgessero che non si può far passare un elefante (il traffico) per un imbuto (Quarto d’Altino). Invece questo è solo il preambolo di quello che accadrà quando e se l’economia tornerà a correre, su gomma, sui tir, in direzione Est. Allora sì rideremo. Recentemente degli amici sono andati in Russia, a Mosca e sono rimasti di sasso quando hanno visto che le strade principali di Mosca sono ad 8 corsie per senso di marcia cioè 16 corsieeeee ! Va bene è una città da 10 milioni di abitanti…ma se di fatto non passa giorno che si parli della città metropolitana VE PD TV e aggiungici VI mi spiegate come potranno spostarsi 2,5 milioni di Veneti ?