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Il rendimento negativo dei BOTs?

di Lodovico Pizzati

pubblicato su noisefromamerika.org

buono del tesoro

Vengono chieste spiegazioni. Ecco un mio commento a caldo.

Se ci sono risparmiatori fessi che se li comprano, è buona cosa per lo stato italiano. Forse questo è dovuto a fondi di investimento che vogliono spalmare il rischio e comprano obbligazioni da un po’ tutti i paesi industrializzati. Difficile dire di più.

Trovo invece più interessante commentare quest’altro articolo apparso ieri sul Sole con il titolo BTp 2040: performance da star. Dopo averlo letto ci ho dovuto pensare un po’, e poi ho capito la genialità della giornalista. Si è ritrovata di fronte ad una notizia pessima, basata su dati, perciò c’era poco da abbellire. Ma come fare quando vige il coprifuoco dell’ottimismo? Basta imparare da autori e giornalisti vissuti sotto i peggior regimi sovietici. Occorre scrivere con ironia per raggirare la poco acuta Gestapo mediatica e così evitare di perder sponsors se non addirittura il posto.

Allora leggiamo che “Il nuovo BTp 2040 ha conquistato il palcoscenico dei titoli di Stato con una performance da star. Applaudito soprattutto da investitori istituzionali”. Questo per dire che lo stato italiano dovrà pagare un salatissimo 5,2% di interessi annui per affibiare il proprio debito a qualcuno. Con l’inflazione momentaneamente a zero, questo è un 5% reale (altro che il 3% utilizzato nelle simulazioni di sostenibilità del debito).

Ma l’ironia continua, e leggiamo che “Il rischio-Italia piace”. Ue’, ma sono proprio fighi questi BTp italiani, altro che quei pirletti di Bunds tedeschi che non riescono a pagare neanche un 4%. Quasi quasi mi cucco qualche BTp pure io.

A questo punto al lettore, ancora scottato dall’Argentina e da Parmalat, qualche dubbio potrebbe venire. Ma come mai le obbigazioni italiane sono così ghiotte rispetto a quelle tedesche? Se sono entrambe obbligazioni statali denominate in euro non dovrebbero rendere lo stesso?

Tranquilli, l’articolo pensa pure a questo, e allora ci viene spiegato che

lo Stato italiano ha preso in prestito 6 miliardi di euro, con rimborso nel 2040, riuscendo a pagare un tasso d’interesse di circa 107 centesimi di punto percentuale (1,07%) sopra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi di uguale scadenza: questo “spread” non è affatto elevato rispetto ai 170 centesimi registrati nel picco della crisi di fiducia sui mercati e sulle scadenze decennali.

Ah beh, allora non c’è da preoccuparsi.

In effetti poteva andar peggio, e credo che il Tesoro abbia motivo di brindare (adesso devono solo sperare in una buona dose di inflazione). Purtroppo l’articolo ci rovina il brindisi nell’ultimo paragrafo ricordandoci che ci sono “montagne di titoli di Stato” da riaffibiare “in un mercato di titoli di Stato in euro intasato dal rifinanziamento dei costosi piani pubblici anti-crisi…”

Un’obbligazione italiana con scadenza nel 2040… Ma di questo passo ci sara’  lo stato italiano tra trent’anni?

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