L’elettrochoc istituzionale e le grandi manovre politico-salottiere non terranno in vita uno stato morto
Non è normale ciò che succede in questo stato. O meglio, è normale se si comprende che questi sono i rantolii di un cadavere della storia che inizia a puzzare, lo stato italiano. Al di là dei torti (molti) e delle ragioni (poche) delle parti in causa in merito al lodo Alfano, è infatti evidente il senso di frustrazione che ogni cittadino veneto prova nell’ascoltare le notizie, in particolare quelle politiche. Qualcuno ha teorizzato che la quantità industriale di schifo sia in realtà funzionale alla creazione di un nuovo regime populista che vada a rimpiazzare la seconda repubblica delle segreterie di partito.
Forse c’è un fondamento di verità, in tutto ciò. Resta il fatto che la stragrande maggioranza dei Veneti non riesce di certo ad appassionarsi alle vicende di questi giorni, attorno al tema dell’impunità del primo ministro.
Nel grande polverone che si è creato, noto però un elemento che mi ha fatto venire in mente qualcosa. Si tratta dell’ingresso in politica – anche se ovviamente negato dal protagonista – di Luca Cordero di Montezemolo. Già, tocca ora a lui trangugiarsi l’amaro calice dell’italianità da salvare. È finita la bella vita tra Ferrari e belle donne, ora gli toccherà destreggiarsi tra gli ottantenni impasticcati di viagra che hanno piantato le tende nel parlamento tricolore.
Certo, non piace di fondo credo a molti l’accostamento dell’ex giovane rampollo savoiardo con il nipotino-topolino politico di Mussolini, entrambi ridisegnati e ridigeriti secondo il galateo politically correct: i cattivi ricordi nell’album di famiglia del ventennio sono ancora difficili da dimenticare, nell’Italia del passato. Però è indubbio che non ci siano molte altre scelte nell’italietta odierna. Per non parlare dell’Italia futura, che ci pare proprio un non-senso, un autentico ossimoro.
Per fortuna noi Veneti stiamo rapidamente capendo che solo l’indipendenza da questo stato-farsa potrà ridarci la speranza.
Il PNV ha già iniziato la propria opera, ma c’è ora bisogno dell’aiuto di tutti. La prima tappa per la Venetia Futura sono le elezioni regionali del 2010, dopodiché avremo solo due anni per arrivare puntuali alla profezia di Montezuma del 2012, che forse non porterà alla fine del mondo, ma solo alla fine dell’Italia, almeno per noi veneti. E se non sarà il 2012 poco ci manca.
giane
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Famiglie italiane, il 4,4% soffre la fame
Tre milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà alimentare
ROMA – Il 4,4% delle famiglie residenti in Italia, ovvero tre milioni di persone, vive sotto la soglia di povertà alimentare. E’ quanto rileva una ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sussidarietà insieme alle università Cattolica e Milano-Bicocca. L’indagine, che è stata presentata stamattina al Campidoglio, anticipa la realizzazione di un’osservatorio permanete sul fenomeno.
Se la spesa per cibo e bevande è inferiore a 222,29 euro al mese scatta l’allarme indigenza, è questo il limite individuato a livello nazionale dallo studio, che ha messo a punto anche indici regionali per tenere conto del differente costo della vita. Così le soglie di povertà oscillano a Nord tra i 233-252 euro, al centro tra i 207-233 euro e nel Mezzogiorno tra i 196-207 euro. Un milione e mezzo di famiglie si trova, quindi, in grave difficoltà ad acquistare quelli che sono prodotti necessari per vivere, come pane, pasta, carne.
L’analisi, che si basa sui dati della Rete della Fondazione Banco Alimentare, una onlus che offre assistenza alimentare in tutta la Penisola, traccia anche il profilo dei poveri d’Italia: meridionali, disoccupati, con un titolo di studio basso e una famiglia numerosa. La perdita del lavoro è la causa principale (60% dei casi) di un portafoglio troppo leggero per far fronte alla spesa. Ecco che l’incidenza della povertà alimentare è particolarmente alta tra i disoccupati (12,4%) e assai minore tra chi un posto ce l’ha (3,4%).
Dallo studio emerge, inoltre, un dato contrario all’idea comune di persona sola in difficoltà economiche, più spesso a impoverire gli italiani è proprio la famiglia, che più è numerosa e più si ritrova a fare economia a tavola: il 10,3% delle coppie con tre o più figli vivono sotto la soglia di povertà alimentare. Mentre sono i single a poter spendere di più per mangiare e bere. Solo l’1,7 % vive con meno di 222 euro al mese per nutrirsi. E sta nella media nazionale (4,5%) l’anziano che vive solo.
L’analisi, che rielabora dati Istat del 2007, invece conferma il divario tra Nord e Sud: nelle Isole oltre il 10% della popolazione fa fatica a trovare i soldi per mangia e bere; mentre in Toscana, Liguria, Veneto e Trentino Alto Adige “soffre la fame” una percentuale molto più bassa di persone, meno del 3%. Altro fattore influente, come si può immaginare, é il titolo di studio: il 6,7 delle famiglie che ne sono prive é indigente mentre si difende bene dalla povertà chi ha la laurea, solo 1,6% è sotto la soglia minima. Il rapporto, infine, stila quella che si può definire la dieta dei poveri. Lo scontrino mensile non prevede più di 28 euro di pane e cereali, 35 di carne e salumi, 14 di VERDURA, 10 di pesce, 14 di frutta e 9 di bevande.
TUTTI A FARE LA SPESA AL SHARK DISCOUNT: COME GLI IMMIGRATI !
EVVIVA EVVIVA…CHE BELLO ESSERE ITALIANI !
EVVIVA LA COSTITUZIONE, EVVIVA BERLUSCONI, EVVIVA BRUNO VESPA, EVVIVA LA CONSULTA, EVVIVA LE CASE IN ABRUZZO, EVVIVA IL PAESE DI POETI SANTI E NAVIGATORI, EVVIVA LA PATRIA, EVVIVA LE ESCORT, EVVIVA LA NAZIONALE DI LIPPI QUANDO VINCE I MONDIALI…MA EVVIVA DE CHE ?! I XE DRIO PORTARNE SUL BARATRO E INTANTO GLI ALBANESI SI VOGLIONO COMPRARE IL MILAN PER 700MILIONI DI EURO, MYAIR PER 30MILIONI, STANNO COSTRUENDO RESORT DI LUSSO LUNGO LE LORO COSTE….E CI METTONO A LAVORARE: GLI ITALIANI !
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Beh, potremo sempre emigrare il Albania, visto che è qui a due passi!
parchè emigrare in Albania quando podaresimo star ben nel nostra Nasion ??????
ovio che non l’è questa ita la nostra Nasion!!!!!!!!!!!