Manifestasión pa la Lengoa Veneta
a Venesia – sabo 28/11
ore 15 – da la stasión dei treni
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a Venesia – sabo 28/11
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This entry was written by giane and posted on Novembre 26, 2009 at 3:01 pm and filed under dati e documenti, eventi, temi internazionali, temi veneti. Bookmark the permalink. Follow any comments here with the RSS feed for this post. Both comments and trackbacks are currently closed.I commenti sono chiusi.
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A me questa cosa della lingua veneta mi sembra francamente esagerata. Non bisogna essere dei professori per notare che essa assomiglia forse fin troppo all’italiano. Tra i dialetti del nord è sicuramente il più simile e forse perché proprio l’italiano corrente è anche figlio del veneto.
Dialetto deriva dal greco dialectos = variante di una lingua.
Se il veneto fosse un dialetto dell’italiano, vorrebbe dire che è una variante , che deriva dall’italiano.
Però la lingua veneta esiste , piu’ o meno simile all’attuale, prima e non dopo dell’italiano.
Ora , quindi si dovrebbe dire che l’italiano è un dialetto del veneto e non viceversa.
In un certo senso sì , l’italiano deriva anche dal veneto perchè Pietro Bembo che per primo regolò la lingua italiana , era un veneziano,ed in proposito qualcuno disse che il lessico della nostra attuale lingua italiana deriva al 55% dal veneziano e al 45% toscano.
E poi il veneto è già stato codificato e denominato come lingua romanza ( non dialetto) dall’UNESCO, beneficio che non può godere che so il dialetto mantovano o il romanesco .
Infine c’è una la legge regionale n. 772008 della Regione del Veneto che la riconosce legalmente come tale.
Inoltre non è così vero che italiano e veneto siano simili, è dimostrata la diversità nella costruzione sintattica, diversità che non c’è per esempio tra il romanesco e l’italiano.
Non vedo però la necessità di contrapporre strumentalmente le lingue.
Si parlino pure entrambe .
Dovreste eventualmente dirci chiaramente voi italiani : perchè la nostra cultura vi fa tanta paura ?
Prima della seconda guerra mondiale la lingua veneta era il solo mezzo di comunicazione da parte della maggioranza della popolazione .
Con l’arrivo della televisione , dalla metà degli anni 50 e con l’alfabetizzazione forzata , i veneti furono costretti ad abbandonare forzosamente lingua e tradizioni , in pratica essi sono stati sottoposti ad una particolare struttura sociale di “nuova” costituzione, ideata ed imposta da terzi ( non da loro).
Questa nuova lingua italiana imposta fu all’inizio percepita come idioma “superiore”, in quanto era la lingua della (pur piccola) classe impiegatizia e dirigenziale, generalmente non autoctona, ma l’unica sostanzialemente alfabetizzata, quindi percepita lingua del comando e di prestigio.
Questa classe dominante di estranaei a lungo andare si è costituita come una casta di privilegiati , che i veneti mal sopportano e decisamente piu’ non tollerano.
E’ da qui che deriva la disaffezione crescente per l’italiano , e la conseguente voglia di riscoprire la lingua veneta.
In effetti le cose stanno cambiando, la lingua del comando , del prestigio, della innovazione, la lingua parlata nelle Hfarm, negli incubatori tecnologici sta tornando ed essere la lingua veneta .
La colpa non è dei veneti .
Sia mai, non mi fa paura. E’ solo che sono abbastanza scettico su questa cosa. Penso che sia probabilmente uno strumento fra i tanti per far acquisire ai veneti maggiore coscienza di essere un popolo.
Forse molti secoli fa il veneto poteva essere considerato una lingua a se, ma al giorno d’oggi gode di autonomia o deve ricorrere continuamente a parole “italiane”? Anche nella semplice pubblicità della manifestazione non si può non notare che la maggior parte delle parole sono schiettamente italiane: “Culturale, apartitica, corteo, identità, futuro, ecc..”.
Guardando i video su questo sito dei vari esponenti politico si nota come l’italiano si mischia al veneto, il veneto all’italiano senza distinzione netta. Gli stessi rappresentanti di Raixe Venete (visti in tv o su youtube) non sono in grado di sostenere una discussione senza riempire il discorso di paroline e paroloni italiani.
Esiste ancora qualcuno che parla bene il veneto? O invece esiste una transizione in atto, forse inarrestabile, che ha portato, sta portando e porterà il veneto a diventare una sorta di italiano venetizzato o veneto italianizzato?
Perché la variante maggiormente in voga (anche nello spot della manifestazione) è quella “centrale” che è innegabilmente quella che, per costruzione delle parole, guarda più verso le parlate centro italiche?
Si e no.
Diciamo che le osservezioni sembrano abbastanza pertinenti .
Ma ci sono troppe domande con risposte pilotate per i miei gusti.
Potrei dire io. Esiste un futuro per il popolo italiano ?
Con questo debito pubblico se non si cresce di almeno il 2% all’anno di PIL , per tutti gli anni, la bancarotta è un fatto matematico inevitabile.
E poi il processo di riconcentrazione degli stati attorno ai popoli nativi è un fatto naturale nel XXI sec.
Prima la Yugo-Slavia, poi la Yugo-Italia.
Presto l’Europa ( scozia-galles-cat-baschi-belgio-altri ), seguirà anche il resto del mondo.
Tanto vale essere preparati.
Il fatto è che il Vèneto ha una sua grammatica (nonostante quella capra di Zaia dica il contrario). Il problema maggiore è che la lingua veneta ha un grande lessico passivo, ma uno scarno lessico attivo inquinato per lo più dall’italiano.
Bisogna sforzarsi di recuperare il lessico, non si dice visìn, ma arénte. Non si dice fotografìa ma soméja, non si dice cuciàr ma sculiéro. Il tutto si impara a scuola e non ditemi che già all’asilo avevate un bagaglio lessicale italiano superiore alle 1000 parole.
Mi ricordo ancora un “Pensierino” scritto da un compagno in 4a elementare “oggi sono andato al marcà ma non c’era nizzuni”… La maestra sputò vomito verde dalla bocca come la ragazzina de L’Esorcista…
Si parlava essenzialmente di “lingua” sulle altre questioni al momento non mi pronuncio.
Parliamo di lingua. Si fa critica (da parte del Critico 🙂 ) su queste parole: “Culturale, apartitica, corteo, identità, futuro, ecc..”.
Vediamo come si usano in inglexe: “Cultural, unaligned, parade, identity, future, etc…” A parte le parole “unaligned” e “parade” per le altre la somiglianza è disarmante, no? Eppure queste parole si somigliano anche in francese per non dire dello spagnolo!
Cosa ci dice questo? Ci dice che è quanto meno riduttivo fare comparazioni basate sulle singole parole: se ne troveranno sempre di simili e sempre di differenti.
Ma ci dice anche che gli autori del manifesto sono persone che non hanno completa conoscenza della lingua. In effetti mia nonna non avrebbe mai detto la parola “corteo” se non per riferirsi a quello funebre, ma avrebbe usato la parola “parata” (parola che ricordo bene, dato che la usava per indicare i “cortei” che si vedevano spesso nei notiziari in tv).
D’altra parte la manifestazione ha proprio quello scopo: chiede di far conoscere la lingua, e di insegnarla a scuola, poiché a scuola non chiede di andarci chi già sa, ma chi vuole imparare.
ME nona gavarae doparà “procesiòn”.
ITA : culturale,apartitica,identità,futuro,corteo
ESP:cultural,no partidista,identitad,futuro,desfile
FRA:culture,non-partie,identitè,avenir,parade
POR:cultural,sem-partido,identidade,futuro,desfile
ROM: cultutale,non-parte,identitatea,viitorul,parada
VNT:cultural,no partitega,identità,futuro,parada
CAT:culturals,no-es-part,identitat,futur,desfilada
Gastu catà che bel !
Cogna dir se somejia on fià tute.
@Siorbeo: “procesion” la se referiva a coela relijoxa. E in efeti diria:
– parada (o parata, sinonime) – procesion politega o festante;
– procesion – proprio la procesion relijoxa;
– corteo (ma anca procesion) – coel funebre
Però A xe vèro, la parola procesion la xe on sostituto on mucio doparà on fià par tuto.
Par el amigo Critico A faso deso na tradusion leteral de sti do ultimi paragrafi, mi penso jute capir la difarensa, in modo special inte la sintasi, tra le do lengoe.
—-
Per l’amico Critico, faccio ora una traduzione letterale di questi due ultimi paragrafi, penso aiuti a capire la differenza, specialmente nella sintassi, tra le due lingue.
—-
Però Esso è vero, la parola procession essa è un sostituto un mucchio adoperata una [misura minima] per tutto.
Per l’amico Critico, Io faccio adesso una traduzione letterale di questi due ultimi paragrafi, io penso aiuti capire la differenza, in modo speciale dentro la sintassi, tra le due due lingue.
Intelleggibile, ma sintatticamente scorretto nella versione italiana: si nota prima di tutto la ridondanza dei pronomi, o l’assenza di articoli (come in “aiuti capire” invece di “aiuti a capire” nella forma corretta dell’italiano).
Il fatto che una lingua non possa essere sintatticamente riportata pari ad un’altra è indice di una profonda differenza, a dispetto della somiglianza che possono avere le parole.
Fià. E’ una antica misura minima veneziana, chi è più bravo di me in storia potrà dare maggiori contributi. Entra nel linguaggio per indicare una piccola quantità, equivalente alla parola “poco” o “po’” della lingua italiana.
In lingua veneta è scorretto usare la parola “poco” ed in particolare “po’”, perchè “poco” in veneto significa insufficente.
vojame on fià de vin intel goto (versami un po’ di vino nel bicchiere)
bastelo? No, el xe poco! ([esso] Basta? No, è insufficente!)
e no desmenteghemose de “na scianta” (sinonimo de “on fia’ “)
Grazie, ma non mi seve la traduzione. Non sono veneto ma il veneto lo so. Le parole (culturale, ecc…) che avevo indicato sono solo un esempio fra i tanti.
El so anca mi che ghe xe dele diferense col talian però ste diferense no le giustifega l’esistensa de na lengoa veneta separada dal talian secondo mi. Gavì da tegnar conto che anca el todesco parlà en Baviera el xe desguaivo da queo parla intel Schleswig-Holstein par esempio. Nonostante questo se parla senpre de todesco. E l’è pi o manco cosita en tute le lengoe del mondo.
E qualo veneto? Se se scolta parlar en belumat dale val e en venesian del laguna insieme pareria squasi do diaeti che ga poco en comune.
Cazzate Critico: te dixi che el belumat xe diverso dal cioxoto…eora quaeo talian insegnei a scoea? Queo parlà in Veneto, o quel lombardo napoetan o sicilian?
El tedesco ga diesine de varianti dialettali a seconda dea zona (idem x francese e inglese) e se poe dire che l’esiste soeo sui libri. Eppure nesun fa poemica su questo.
Ripeto: queste xe tutte cazzate che me fa boier el sangue!
Se el te boi va a farte do pasi sota l’aqua che te te sc-iarisi le idee e te te ‘l sfredisi el sangue 🙂 .
El todesco el ga diesine de varianti, ma solo una la xe ensegnada a scola e la lengoa nasional la xe una! Mi no faso polemica sul fato che esiste varianti de na lengoa, ma sul fato che le tute le varianti, col discorso che fe voialtri, le posa esar considerae lengoe. Con el steso modo de ragionar alora un da Belum el podria considerarse parlante de na lengoa diversa dal Veronese par esempio perché ghe xe dele diferense. E alora endove se fermemo? Capì anca voialtri che se ndemo vanti co sto ragionamento ogni paesin el podria dir de parlar na lengoa diversa da chel altro.
Critico (peccato che non ti presenti con almeno un nome), le tue allora non sono motivazioni, non presenti alcun argomento a sostegno della tua tesi, a dispetto di riconoscere tu stesso la disuguaglianza tra il veneto e l’italiano, semplicemente sostieni che siccome in Germania si impone sulla popolazione una lingua che vi è aliena, allora và bene così! Insomma si afferma la violenza della imposizione di una lingua terza sulla lingua di una etnia. Bel modo di ragionare.
In realtà non ci sono argomenti per sostenere piuttosto che l’italiano è una lingua inutile, visto che al mondo non lo parla nessuno. Un esempio? IT.wikipedia ha 630.000 voci, EN.wikipedia ne ha 3.110.000, circa 5 volte di più! Direi proprio che l’italiano è inutile, isn’t it?
Il veneto ha una sua utilità invece. Come lingua di appartenenza e portatrice della cultura di una etnia, ed anche come lingua veicolare, visto che per esempio nel sud del Brasile milioni di persone lo parlano, loro lo chiamano “talian”, ma se gli si parla (o gli si scrive) in italiano non lo capiscono e non lo sanno usare, infatti quando loro si esprimono in “talian” in realtà scrivono in veneto, anzi è più veneto di quello che noi sappiamo usare visto il lavoro di annichilimento esercitato dagli italianisti nel corso degli ultimi settanta anni (ancora oggi le maestre invitano le mamme a non parlare veneto ai bambini), annichilimento linguistico che loro non hanno avuto: nessuno infatti si è permesso di dire che la loro lingua era un dialetto del portoghese e dovevano cancellarla.
La me resposta de prima la xera referia a coela de Critico del nov 30th, 2009 at 2:40 pm.
Deso replico coela del nov 30th, 2009 at 3:55 pm.
So le varianti A ghe xe de le note da far. Sintaticamente le varianti le xe compagne. In Istria te senti parlar gualivo de fà se parla intel Veneto central. E si ca luri no xe mai ndà scòla de itajan, ma de slavo. A ghe xe invese difarense so le terminasion de le parole (in tante parole la vocale finale la xe opsional), ma ghe xe sensa dubio anca de le parole difarenti, coesto a xe vèro. A xe fà capita in Swisara ndo se parla el zweitz co tute le so varianti ca na bona recia capise istesso.
Benon, ma tuto coesto vorlo dir ca no ghe xe raxon de poder vedar reconosesta la propria lengoa? Semai podarà esarghe motivi par reconosar la lengoa co le so variante!!
Mi spiace ma non ho mai detto che si impone una lingua aliena in Germania. Tutti sono liberi di parlare la propria variante, sia mai. Il fatto è che viene utilizzata una variante nazionale, per motivi evidenti. Scusa poi che concezione hai di etnia? Ti senti di etnia differente rispetto ad un bolognese, un bresciano o un friulano? Secondo te un bavarese si sente di etnia differente rispetto ad uno di Bonn?
Allora supponiamo che venga definita una koinè standard per il veneto. Come la si crea? Artificiosamente, quindi prendendo qualcosa qua e là dalle 5 o 6 macro varianti, oppure si sceglie una variante e la si elegge a lingua standard. in entrambi i casi, seguendo il ragionamento di Claudio, avverrebbe un’imposizione perché sarebbe una variante aliena per qualcuno. Supponiamo, a puro titolo esemplificativo, venga scelta la parlata Veneziana. Ad un Veronese non potrebbe sembrare un po’ aliena forse?
Vogliamo misurare l’importanza di una lingua in base a wikipedia? Suvvia. Se vogliamo metterla su questo piano ricordiamoci che i parlanti inglese sono ben più di 5 volte i parlanti italiano nel mondo. Per non parlare dell’importanza che ricopre la lingua inglese oggigiorno. E poi mi chiedi a cosa serve l’italiano? Se devi comunicare con un amico di Torino, o provarci con una bella ragazza di Bologna, fare un colloquio a Milano e commerciare con un tuo cliente di Firenze ti esprimi a gesti? Quella dell’italiano lingua inutile è grossa, o ho capito male io o spero ti sia sfuggita per sbaglio.
La storia dei veneti brasiliani mi sembra quanto meno curiosa. E’ un bene che abbiano conservato gelosamente la parlata, ma sono pronto a scommettere non avrebbero alcun problema a comprendere un testo in italiano e forse anche a scriverlo.
Scusa Claudio no gavevo vedesto la to resposta. Te ghe tirà en “ballo” la Svizera che xe n’esempio pi che bon par spiegar queo che intendo mi. Live pur parlando la so variante schweiz, come lingua nasionae i ga el todesco “Hochdeutsch” arente ale altre 3.
No so dacordo co cuanto scrito da Claudio nel comento 17: nesuna lengua xe inutiłe. Par exenpio el talian el ga na so utiłità pa lexare calche bel libro in lengua originałe o cofà koinè neła penixola…
Da cua in xò xe par Critico:
Gheto mai sentio parlare de “continuum dialettale” o de “mutua intelligibilità”? Da cueło che te scrivi pararia de no…. Se me meto parlare co uno da Miłan magari no capiso tuto ma, co un poco de sforso, el senso del discorso lo capiso (lengue difarenti, ma tute do del grupo romanxo)… Se parlo co uno da Bełun capiso tuto, a parte magari cualche paroła (stesa lengua, diverse varianti)…. Se parlo co un todesco no capiso niente (lengue difarenti e de grupo diverso)…
Łe varianti locałi del veneto xe justo che łe vegna mantenue: xe beło sentire parlare uno e capire da indove che el vien!
Te dixi che el todesco ga tante varianti (e xe vero) e po te te lamenti che el veneto ga łe varianti, scuxa ma mi no te capiso: el todesco połe averle e el veneto no? Parché?
E parchè se in Germania vien insegnà soło una de ste varianti ga da esar justo far cusita? Secondo mi i xe lori che i sbaja! I dovaria insegnare tute e lengue locałi nełe rispetive region: no parlo soło del sorabo-lusaziano che el xe na lengua diversa dal todesco (ła xe na lengua del grupo s·ciavo), parlo anca de tute e altre lengue regionałi (tute inparentae col todesco) cofà boarisch, alemannisch etc
Parchè quando na lengua more ła xe na gran perdita pa tuta l’umanità (co la lengua se perde anca cultura, tradision locałi…).
Bixognaria defendare łe lengue minori cofà se defende a biodiversità…
ps: cuaxi me dexmentegavo… Senpre par Critico: l’etnia ła xe ligada ała lengua e ała cultura quindi si, semo de na etnia difarente (e no ghe xe gnente de małe a dirlo). El mondo el xe beło parché el xe vario.
risposta al secondo capoverso di critico, ore 4:55
In ogni area c’è un’accento e una cadenza un po’ differente dalle limitrofe, questo è normale.
Semplicemente in ogni area verranno insegnati i termini locali, non vedo quale sia il problema.
In secondo luogo mi sono stufato del fatto che mi venga imposta una lingua diversa dalla mia, e a maggior ragione perche è imposta da uno stato invasore.
Se fossero stati più furbi, al momento di mettere insieme questo aborto chiamato itaglia, avrebbero dovuto prevedere una struttura federale, e ci sarebbero stati meno problemi per tutti.
Me boie el sangue quando che sento gente che denigra ea me lingua, perche mi voio parlare ea lingua che voio mi, del talian no so cosa farmene. Se el ve piaxe tanto parleo voialtri, mi so veneto e parlo veneto. Inoltre parlo e lexo anca el talian, e l’inglese. Se i taliani fuse brai a parlare 3 lingue come noaltri l’itaglia ndaria tanto mejo, e no i saria qua a romperne el c***o a noialtri.
Scuseme el sfogo ma me sento colpio nea me libertà de espresion
Critico (perché non metti il tuo nome?), in effetti cosa dovrei dire se devo commerciare con uno di Monaco o di Capodistria? E sono molto più vicine che Bologna e Milano. Negli ultimi cinque anni ho avuto circa il 35% di casi di dover colloquiare per ragioni di lavoro con persone in lingua inglese, il 15% con persone in lingua italiana, il resto in lingua veneta.
Non c’è alcuna ragione che l’italiano sia la lingua franca da usare, allora meglio l’inglese, in questo modo la si impara bene e non si resta analfabeti sulla lingua più usata al mondo, e poi si impare la lingua culturale della propria comunità: una lingua veicolare per comunicare, ed una culturale che necessariamente riflette quella delle persone che la parlano. Poi ovviamente và meglio se se ne conoscono altre di lingue. Per esempio il tedesco, parlato da molte persone, e lo spagnolo, la seconda lingua mondiale, o il cinese. L’italiano lo terrei per gli appassionati di storia delle arti e delle antichità.
Mi chiedi dell’etnia. Ho un po’ abusato del termine nei miei precedenti commenti, lo avevo fatto per semplificare, ma dovevo parlare di nazionalità. Pensi che la mia etnia sia la stessa di un bolognese? Come po’ essere? Non esiste alcuna connessione, nessun legame. Ho il massimo rispetto per i bolognesi, sia chiaro, come per tutti i popoli di questa terra. Ma l’etnia è una cosa diversa. Pensa che non vedo neppure la stessa nazionalità!
In effetti le lingue dovrebbero essere lo specchio di una etnia, ma possiamo accettare che siano limitate ad una nazionalità.
Come non esiste la nazionalità italiana, non può esistere una lingua italiana, che infatti è una invenzione, quella si!
Se anche si forgiasse un veneto standard, questo sarebbe ancora molto più naturale dell’italiano. L’italiano è tanto artificiale da sembrare essere fatta per ridicolizzare chi non la conosce: si prendono i cartelli scritti dai napoletani per riderci su sugli errori che ovviamente commettono persone che non parlano quella lingua, lo stesso vale per i siciliani, sardi, veneti, sudtirolesi…
La Svizzera tedesca, da quanto ne so, usa un tedesco diverso dall’ Hoch Deutsch (e ne vanno fieri) inoltre lo pronunciano diverso; come in una delle proposte che era stata avanzata per il Veneto Standard: si scrive uguale, ma si pronuncia diverso.
Ma se permetti il belumat avrà uno scostamento del 20% rispetto il veneto centrale *nella sola pronuncia*, l’italiano ha uno scostamento del 98% e soprattutto è diverso come struttura grammaticale, che invece è condivisa da tutte le varianti venete.
Ades go metù el nom sito contento? Me rendo conto che vegnar inte sto forum e dir le robe che digo mi xe cofà biastemar en cesa. Xe ciaro che dopo el pret el gabia da che lamentarse. Varde voi de creder queo che volì. E no ste a preocuparve che so queo che voe dir el “continuum dialettale” e che l’esiste, altrimenti come te spieghito che mi sapia scriverte en veneto.
El fato xe che savemo tuti quanti che ghe xe dee diferense tra veneto e talian, par mi no e xe asà par giustifegar che el prim el sipia na lengoa separada dal secondo. Xe ciaro che par voi no xe cusita. Gero solo curioso de savere el vostro ponto de vista sua situasion. A mi personalmente no me ‘n va e no me ‘n vien. Ansi se el deventa na lengoa vorà dir che so na lengoa en pi anca mi ostregheta.
Me vien solo da ridare a pensare che Claudio el ghe parleria en inglese ai so clienti Bolognesi, e sorido a sentire che lù no ‘l sente de aver gnente (nessuna connessione, nessun legame) en comun con en Bolognese. Te pensi de gaver de pì en comune con un del Istria? Varda che i xe restai “4 gati” a parlar el veneto. Ghe son andà en vacansa on par de olte e go catà solo che vecioti che i saveva qualche parola, ma no de pì! Per l’amor pénseghe sora ben a queo che te disi vecio!
saludo
Andrea , perchè te la prendi tanto co sta lingua veneta.
Chetti frega.
Tu parla italiano e via , se no ti va.
Anche a me piace l’italiano è la mia lingua madre, il veneto l’ho adottato dopo.
Tu dici che assomiglia troppo all’italiano ?
Credo derivi dal fatto che conosci bene entrambe,le lingue , per cui fai velocemente un parallelo.
Ma altre persone che non lo sanno non mi sono sembrate così daccordo, talvolta sono stato pregato di parlare italiano, perchè risultavo incomprensibile.
Considera poi anche il fatto che il veneto sta diventando uno slang “clanico”.
Certi ragazzi veneti lo adottano appositamente per distinguersi e differenziarsi.
In certi ambienti è diventato una sorta di lingua franca cibernetica. ( sei mai stato ad H-farm? ) . Una evoluzione che prescinde dal modello del contadinotto ubriacone ,un interessante fenomeno, non credi ?
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