di Claudio Ghiotto
Con la neve anche l’anno stà per concludersi. Pare che la neve per i politici sia una sorpresa, addirittura una calamità naturale. Forse non si sono accorti che da qualche giorno siamo entrati in inverno, fatto stà che ora la spolveratina di neve paralizza città come Milano o anche Parigi, quando un tempo si ridicolizzava Roma. Era uno spasso, una delle rare occasioni in cui guardare i telegiornali delle tv romane RAI per farsi quattro grasse risate sul finimondo che pareva scatenarsi per qualche millimetro di neve. Pare che si siano romanizzati tutti. Una volta le FTV (Ferrovie Tramvie Vicentine) non si fermavano mai, magari arrivavano in ritardo, ma prima o poi arrivavano, catenoni alle gomme e via. Era normale, con un territorio per l’80% montagnoso, aspettarsi la neve d’inverno. Adesso invece anche gli Eurostar si piantano sotto il “chunnel”. Un anno da dimenticare, qualcuno penserà.
In effetti le cose sono andate proprio storte, molto peggio di quello a cui ormai eravamo abituati da qualche anno. L’anno per alcuni si è concluso con uno sprint finale, che ha ridato un filo di fiducia, ma per molti altri c’è la cassa integrazione. Eppure và lo stesso. Io so di più di una famiglia completamente nel lastrico: sono entrambi senza lavoro, in cassa integrazione, ma agiscono come quel tizio che si è lanciato dal grattacelo da 10mila piani, e dopo i primi 100 si tranquillizza e comincia a divertirsi per tutta quella velocità.
D’altra parte, questo è vero, vivere in modo cupo non aiuta a trovare nuove opportunutà. Il punto è se si è a caccia di nuove opportunità o si stà tranquilli sperando che qualche cosa accada.
Ecco, è questo fatalismo che non mi convince, è questo sentimento molto mediterraneo che sento estraneo.
Io so che molte persone ci guardano come una speranza, ma so anche di molte altre che guardano altrove, e credono ai suonatori di piffero magico. Sono fatalisti, e sperano, passivamente.
Eppure il pnv ha un suo ruolo, ha il ruolo di essere lo spillo, per ora, che punge e con la sua punta indica una via.
Più di uno stà comprendendo questo ruolo, e molti si sono avvicinati al pnv.
Ha un ruolo perché ha saputo essere coerente, ha prodotto delle idee, ha saputo resistere a richiami che inevitabilmente chiedevano compromessi inaccettabili.
Spesso si dice che la politica è compromesso. La differenza tra una politica che sà quando occorre accettare un compromesso ed una che si prostra in continuazione al compromesso è però la fondamentale differenza tra chi sà davvero essere guida politica e chi è un mediocre. Essere piccoli non necessariamente equivale ad essere mediocri, ed in realtà la politica è molto più spesso non-compromessi proprio per dare maggior peso alle rare occasioni in cui si rivela utile un compromesso.
E così il pnv con i suoi alleati è rimaso l’unica voce nel panorama Veneto ad essere coerente e ferma nella posizione indipendentista. Stà in chi ci guarda giudicare.
Il mercato della politica deve essere un libero mercato, e noi non vogliamo togliere ai “clienti” il diritto di poter scegliere: noi rappresentiamo l’unica vera alternativa nel panorama Veneto.
Forse sarete ancora in pochi a credere a questo progetto, forse sarete in pochi a sostenerci, in fondo cosa sono migliaia di persone di fronte ai milioni di abitanti del Veneto? Eppure sempre più si sono avvicinati per darci sostegno, ed ora anche esponenti del mondo produttivo ed industriale stanno contattandoci per dare il loro sostegno.
E’ comunque a voi che mi rivolgo, per ringraziarvi per la fiducia, e per il sostegno finora dato, e per esortarvi a fare sempre quel piccolo passo per propagare questo sostegno.
La forza dei partiti dirigisti è quella di schiacciare la volontà della Persona, dicendogli di stare comodo, di ingrassare e rilassarsi: è così che si alleva il parco buoi, quello che poi si manda al macello.
Noi preferiamo un popolo vivo, preferiamo avere a che fare con Persone che pensano e sono reattive, ed allora il mio invito è che tu sia vigile e prenda coscienza della necessità di prendere in mano la tua vita, il tuo futuro, ed agire.
Dal punto di vista economico l’anno 2009 non è stato uno dei più felici, e seppure si sa che il mare in cui stiamo navigando è ancora in tempesta e molti scogli si nascondono dietro le onde, qualche raggio di sole ci ha dato un segno di cambiamento. Non è con una speranza che io vi saluto, ma con uno sprono all’azione.
Dal punto di vista politico, per essere attivi; dal punto di vista del lavoro a non sottovalutare la conoscenza e l’organizzazione; essere all’altezza dei bisogni del mercato, perché il mercato sono gli esseri umani, ed i loro bisogni, sempre nuovi eppure sempre gli stessi. Ancora una volta essere attivi, non adagiarsi sul pessimismo, ma assumere l’evidenza dei cambiamenti e disegnare il futuro, essere attivi e non adagiarsi sulla cassa integrazione che presto finirà, ma prepararsi e ideare un ventaglio di possibilità per il proprio ruolo.
E’ con questa incitazione che vi mando i miei auguri per il nuovo anno, e per un sereno Natale.
Claudio G.
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gran bela letara Claudio
Rooaar ! E vaaai !
Sè cofà a valanga adhura nei ani 70.
Tanti e bravi.
Scusa, io sono mediterraneo, precisamente Sardo e il tuo commento ‘Ecco, è questo fatalismo che non mi convince, è questo sentimento molto mediterraneo che sento estraneo.’ non mi rappresenta parecchio…il fatalismo non ha etnia, ma è radicalizzato in tutto il suolo italiota. Il resto mi trova perfettamente d’accordo e vi auguro una veloce indipendenza, allo stesso modo di quanto la auguro alla mia terra sarda.
Sallude e trigu frades
Non era un discorso etnico il mio, ma su un atteggiamento. Si, ho usato uno stereotipo, che poi non è così lontano dalla realtà per molti luoghi tipicamente mediterranei, ma da prendere per quel che era, da collocare in un mediterraneo dell’immaginario, un po’ spostato, per dare quel sapore più di Africa che di Europa.
Tecnicamente anche il Veneto si affaccia sul mediterraneo, benché forse in questo caso sembri più una eccezione visto che è l’unico lembo a superare in latitudine la metà del globo terrestre.
Ricambio gli auguri.
Cox SPETEMO A FAR UN UNICO PARTITO che ciape su tuti i veneti sparsi politicamente? Lasemo star I Personalixmi e pensemo de rivare al “pian de sora” anca on scalin a a volta, ma tuti insieme, chje se no se ris-cia de farse mal davero… Auguri a tuti! Luciano
Tuto riva ancha i porsei coe ae !