tolto da VenetiaLibertarian.org
Avendo constatato che molti lettori sono, per così dire, troppo pigri per prendere in mano in una volta sola Veneto è chi il Veneto fa. Indipendenti e Contenti, ho deciso di postare un po’ alla volta (quasi) tutto il pamphlet.
Fermi tutti! Ma si può fare?
Sento già un brusio di sottofondo tra i (spero ci siano) lettori e penso di sapere la motivazione. Infatti, come la mia esperienza personale di instillatore dell’opzione indipendentista tra amici e conoscenti ha confermato, la risposta più frequente che ho avuto all’esposizione di questa mia proposta è stata decisamente questa: “sì, sarebbe bellissimo, ma non si può”. È una risposta plausibile perché è normale che il primo pensiero non possa che essere “ma è contro la legge!” oppure “è un’utopia!”. In realtà non è così. Non è così anche se lo Stato italiano fa di tutto per farci pensare il contrario; d’altronde non fa piacere a nessuno essere abbandonato. Se la vostra dolce metà decidesse di lasciarvi, anche voi urlereste con voce straziante: “no! non puoi! stai con me!”. Ecco, immaginatevi una scenetta tragica del genere con protagonista lo Stato italiano che piange e si dispera e il Veneto che tira dritto per la sua strada. Certo, non saprei dire (o forse sì, ma non lo dico) se quello dello Stato italiano per il Veneto sia amore sincero o di convenienza.
Dobbiamo capire infatti che il raggiungimento dell’indipendenza da parte del territorio veneto sarebbe un colpo durissimo per lo Stato italiano. Probabilmente la stessa Indipendenza Veneta darebbe il via ad analoghi processi in varie parti dello Stato rimasto, penso per esempio alla Sardegna, Sicilia o Lombardia. Ovvio che uno scenario simile decreterebbe la fine dello Stato italiano e ovvio quindi che nessuno corre felicemente e in modo sbarazzino verso la propria fine. Non sono tuttavia sicuro che la nascita di uno Stato veneto comporterebbe la fine certa dello Stato italiano; è un’ipotesi, non una certezza.
Comunque, atteniamoci al tema, ossia: l’Indipendenza Veneta è una cosa fattibile e una cosa legale. Il ragionamento non è neanche tanto complicato da spiegare, io l’ho scoperto leggendo il sito del Partito Nasional Veneto (pnveneto.org).
Siamo al 22 maggio 1971 e viene promulgata la legge n. 340 che recita:
L’autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e tradizioni della sua storia.
Quindi lo Stato italiano riconosce ai Veneti lo status di popolo; unico altro caso è quello del riconoscimento del popolo Sardo.
Spostiamoci a New York e facciamo un salto indietro di cinque anni. Siamo al 16 dicembre del 1966 quando viene siglato il “Patto internazionale di New York” che all’articolo 1 recita quanto segue:
Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
Il 25 ottobre del 1977 lo Stato italiano ratifica questo patto con la legge n. 881. Quindi, viene riconosciuto ufficialmente e a tutti gli effetti il principio di autodeterminazione dei popoli.
Tuttavia, stiamo pur sempre parlando dello Stato italiano, alle leggi non seguono leggi conseguenti e per chi propugna, sempre in modo democratico e non violento, l’indipendenza di un territorio facente parte dello Stato italiano, viene riservato un simpatico trattamento speciale: l’ergastolo. Se ne è accorta l’Unione Europea (in un momento di distrazione dalla misurazione dell’angolo delle banane) mentre stava dialogando con la Turchia per una sua eventuale entrata. La UE bacchettava la Turchia perché nella sua legislazione c’era una legge che comminava una pena di qualche anno di galera a chi propugnasse l’indipendenza di un territorio facente parte della Turchia; ai Curdi staranno fischiando le orecchie. È successo dunque che la UE, mentre bacchettava l’incivile Turchia per questa legge barbara, tirasse la manica allo Stato italiano e sottovoce gli consigliasse di cambiare quella leggina un po’ pesantina, quella lì dai, quella dell’insomma…ergastolo.
Così, con la legge n. 85 del 2006, è consentito esprimere opinioni e compiere atti democratici e non violenti per ottenere l’indipendenza del Veneto. Niente più arance da portare nell’ora di visita, grazie.
Quindi, si può fare! Si può fare all’interno delle stesse leggi dello Stato italiano dato che viene riconosciuto il diritto all’autodeterminazione dei popoli e il diritto a compiere atti democratici e non violenti per il raggiungimento dell’indipendenza. Io però voglio spingermi un pochino oltre. Ossia, anche se lo Stato italiano non avesse ratificato il Patto di New York e anche se dallo Statuto della Regione Veneto non fosse presente quell’articolo sull’autogoverno del popolo Veneto (tra l’altro, stanno rivedendo lo Statuto, può anche darsi che quell’articolo venga eliminato…), io affermo solennemente che chissenefrega. Non abbiamo bisogno di leggi per affermare la nostra libertà. La libertà viene prima di tutto, non ci è concessa dalla legge e non è ammissibile una legge che schiavizzi. Il fatto che per la legge tedesca all’epoca del nazismo gli ebrei fossero ritenuti inferiori, non implica che quella legge, per il solo fatto di essere una legge di Stato, fosse una legge da rispettare. La libertà è una faccenda seria, troppo seria per essere lasciata nelle mani di legislatori pasticcioni o ignoranti.
Il fine del Partito Nasional Veneto è quello di organizzare un referendum che chieda ai cittadini residenti in Veneto se vogliono che questo territorio diventi uno Stato indipendente. Vi sembrerà strano, ma lo Stato italiano in tutto questo c’entra pochino, praticamente niente: praticamente, non sono affari suoi. Il principio di autodeterminazione dei popoli scavalca lo Stato italiano e quando i Veneti (finalmente!) decideranno di diventare indipendenti, le cose andranno così:
I Veneti voteranno alla Regione Veneto una coalizione indipendentista la quale organizzerà un referendum (nel 2010 ci sono le elezioni regionali, prendete nota); verranno chiamati degli osservatori internazionali affinché vigilino sul buon andamento del referendum e sulla correttezza di tutte le operazioni; una volta vinto ‘sto refendum, lo Stato italiano non potrà che prenderne atto dato che il popolo Veneto si è autodeterminato (e nun ce so’ cazzi); inizieranno le trattative tra la Regione Veneto e lo Stato italiano inerenti a tutto il complesso iter per la nascita dello Stato Veneto (una roba a tratti noiosa e a tratti appassionante che durerà un annetto e che vedrà gli stracci volare) e alla fine proclameremo una settimana di festa nazionale per la nascita della Venetia (o qualsivoglia nome vorremo dare al nostro Stato) nel quale ci daremo alla pazza gioia; ce lo meriteremo, dai.
Probabilmente tra un qualche passaggio e un altro, lo Stato italiano farà di tutto per non lasciarci andare, probabilmente ci sarà anche qualche giochetto sporco. Non reputo l’opzione militare (l’esercito italiano che prende il controllo del territorio veneto) probabile dato che lo Stato italiano è membro della comunità internazionale e della Comunità Europea; un colpo di testa gli sarebbe fatale. Penso anche che la violenza da parte dello Stato italiano farebbe salire un coro di proteste anche tra la popolazione italiana, dalla Valle d’Aosta a Pantelleria. No, un Veneto novello Cecenia non è probabile. Sì, bisogna invece prepararsi ai colpi bassi. Ve l’avevo detto e ve lo ripeto: la libertà è una faccenda seria da non prendere sottogamba.
Il dizionario della lingua italiano De Mauro alla voce popolo recita:
L’insieme degli individui che si considerano o sono considerati appartenenti a una stessa collettività, spec. etnicamente omogenea, in quanto abitano un territorio geograficamente o politicamente definito o hanno in comune lingua, cultura, tradizioni, ecc.
Alla voce nazione, lo stesso dizionario recita:
Complesso di persone accomunate da tradizioni storiche, lingua, cultura, origine, e dalla consapevolezza di appartenere a un’unità indipendentemente dalla realizzazione in unità politica.
Noi siamo un popolo e una nazione senza Stato in quanto abbiamo una lingua comune, una storia comune, unacultura comune, un territorio comune. Tuttavia, sul fatto che noi Veneti abbiamo coscienza di questo, ho forti dubbi. Il giorno in cui prenderemo (finalmente!) coscienza di essere…Veneti, allora quel giorno ci potremo autodeterminare. Non perché lo dice una leggina scritta su uno statuto regionale. Ci autodetermineremo perché avremo finalmente capito di volere la libertà e un futuro migliore. Ci autodetermineremo perché avremo tutti i requisiti per farlo; piaccia o meno allo Stato italiano.
Luca Schenato
PNV Verona
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non e’ pigrizia, e’ che uno vorrebbe una discussione seria e soprattutto priva di ideologie. Invece per quel poco che ho interagito, mi sembra di trovare, tra i pochi sobri, molti esagitati che si ergono a difensori della nostra cultura magari senza neanche conoscerla piu’ di tanto. Di populista c’e’ gia’ la lega, uno cercherebbe qualcosa di diverso. Altrimenti tanto vale..
per favore, sono un po’ impedito col computer, mandani una mail che io possa inoltrare a degli amici…se no non so come fare a spiegare velocemente sta roba. grazie iko
Ciao, scuseme, go un dubio e na invocasion.
regionali 2010: vinse sicuro lega+pdl, za lo savem, deso:
Go capi che PNV l’è indipendentista e st’altri venetisti de manco o par gnente però… vardé le ultime regionali in Sardegna. Indipendentisti e finti tali se ie presentadi separadi e i ga tolto su perzentuali basisime. In Sardegna digo, ndo che el sentimento indipendentista l’è storicamente inraixà.
El me dubio: vialtri (e st’altri) gavé fato i conti o nde vanti par la vostra strada consapevoli che tute le vostre energie da sole le ciaparà pochi risultati nel 2010? Cioè, ve va ben isteso perchè come IRS vardé al 2020 pitosto che el 2010?
La me invocasion: parchè, par na volta che nialtri veneti (grasie anca a vialtri) podemo votar na bona opsion, el PNV e staltri (Venesia e Libertà me pare i se ciame) i ne cava el sogno o la ilusion de gaver un 4% UNII e metar su un consijer indipendentista/veramente autonomista? Parcossa ognun de v’altri ga da esar protagonista?
Lo digo come consejo, anca prchè, co sta division, se i candida el Zaja, i lo votarà anca vostri posibili eletori.
Bon lavoro e auguri de bon Nadal
Veito Checo el problema xè che i signori de Veneto Libertà in realtà xe una massa de caregari che e loro fila ghe xè personaggi come Comencini e Covi che dichiaratamente sono lì pae carega parchè lori i vive de poitega. nialtri sarissimo i primi a voer un movimento indipendentista unio e forte. Invesse ognuno gà el so distinguo de na inutie soravivensa: autonomia, statuto special e bae varie. tuta roba che Roma no me darà mai e poi mai.
Credo che Il PNV avanzerà ogni giorno e sarà l’outsider che romperà le uova nel paniere a tutti nei prossimi anni, con successo.
Chiaro che partendo da zero non potrà arrivare subito ad un consenso generalizzato.
Ma lo vedo crescere giorno per giorno ed oramai mi sembra che stia raggiungendo la massa critica minima sufficiente per farsi conoscere ed emergere.
In fondo ogni cosa che esiste prima non c’era, ed è stata pensata da qualcuno che poi l’ha realizzata, lega compresa.
Poi mi piace, vedo spessore.
Negli altri partiti
Credo che Il PNV avanzerà ogni giorno e sarà l’outsider che romperà le uova nel paniere a tutti nei prossimi anni, con successo.
Chiaro che partendo da zero non potrà arrivare subito ad un consenso generalizzato.
Ma lo vedo crescere giorno per giorno ed oramai mi sembra che stia raggiungendo la massa critica minima sufficiente per farsi conoscere ed emergere.
In fondo ogni cosa che esiste prima non c’era, ed è stata pensata da qualcuno che poi l’ha realizzata, lega compresa.
Poi mi piace, vedo spessore della squadra.
Negli altri partiti solo scribacchini pagati per scrivere articoli a politici di caratura inferiore.
ma se non lo conose nesuni.. le firme raccolte online par el referendum le xe’ 900 in te un ano e mexo.. considerando internet xe’ veramente gnente. non ghe xe’ na proposta seria dettaglia’. go visto i video par le primarie, ma ghe xe’ solo discorsi vaghi..
el PNV l’è on partìo gran xóino (fondèsto inte’l 2008 se no sbajo) a le rejonàl de el 2010 el ga la vignòla [occasione favorevole] de farse conosàr inte dut el panoràma polìtego vèneto. Donca no gavén da spetàrse na parsentuàl granda de voti.
A ci el/la ga dùbi sora el laóro de el PNV, mi volarìa ricordàr ca el IRS en Sardinia l’avea ciapèsto piasè de el 3% inte le elesión rejonàl sarde.
Mi go gràn fiducia inte’l PNV, e no go prèsia.
@Andrea tra poco te podarè lexar on programa par le regionali conpleto.
però no te pol mia dirme che no ghe xe na proposta seria detajà! echecas…co tuto coeo che gavemo scrito! 🙂
te sito leto el programa fondativo che xe dexà presente intel sito?
par coanto riguarda i video: l’è ovio che i ga da esar curti e da strenxar. no se pol mia far on video de n’ora.
Arda che el PNV el ga butà fora na mole de informasioni e de idee independentiste che te gavaresi da torte na stimana de ferie par lexar tuto 🙂
@Luca
Xe vero che gavi’ buta’ fora vari documenti. Ghi no leti la magior parte. Comunque el me discorso sui programi xera riferio ai candidati ale primarie. Ma la critica xera pi’ generale.. Ve seguo da poco dopo che si partii, parche’ speravo de catare qualcosa de novo, diverso dal solito: discorsi ciari, proposte concrete e sopratuto sensa’. Invese spesso se se concentra su temi secondo mi forvianti, come l’infinita polemica sul dialeto, che guai a dire che no la xe’ lingua se no non te si’ un vero veneto. El veneto la xe’ la me lingua madre e la go sempre parla’, al liceo, al’universita’ e nesuni me lo ga’ mai fato pesare, gnanca in giro par l’Italia. Ma pensare de usarlo deso come lingua scrita saria fora dal mondo, secondo mi. E questo lo pensa in tanti, per cui se anca la vostra proposta i podaria considerarla seriamente, quando che i sente ste derive ideologiche ghe casca tuto. comunque so xa’ che me ciaparo’ la me bona doxe de critiche..
@andrea: va beh, l’è la to opinion, no problem 🙂
nisuni vol cavar via l’italiano dal Veneto parché el sarìa na roba antistorica. ma verghe la posibilità de parlar e scrivar in veneto, ndò sareselo el problema? el bilinguismo l’è richesa, mia povertà.
comoncoe, a me rendo conto che el discorso el va senpre a finir ki…sarìa belo organixar on convegno indove ghe fuse le varie opinion