Benvegnui, parlarò in italian ( ma xè l’ultima volta),
Sono lieto di essere qui tra voi a dare l’annuncio della mia candidatura, mia di Gianluca Panto nelle file del Partito Nasional Veneto, per la presidenza del Veneto.
Sono altresì onorato e fiero di poter dare l’annuncio davanti a voi, donne e uomini che reputo siano i migliori rappresentanti della nostra nazione Veneta, giovani coraggiosi innovatori, decisi al cambiamento ed al rinnovamento, per il bene del nostro popolo.
Sono giunto a questo punto in qualità di “running mate” ovvero di vice del candidato Claudio Ghiotto.
Insieme abbiamo partecipato alle primarie del nostro partito, con la nostra lista denominata Veneti libari, e forti di oltre 5500 preferenze, le abbiamo vinte.
A Sabrina Tessari, ricordo, oltre 4000 preferenze, nella lista Donne per l’Indipendenza Veneta, saluti e complimenti anche a lei sono doverosi.
Motivi personali e di opportunità hanno fatto sì che, tra i due candidati del ticket presidenziale e di comune accordo la scelta sia stata oggetto di convergenza sul sottoscritto.
Saluto Claudio Ghiotto calorosamente, sappiamo che resta sempre al nostro fianco come prezioso ispiratore di tutte le nostre nostre attività.
Al suo posto accetto dunque l’incarico con piacere, promettendo il massimo impegno.
Sono molto emozionato, sento che stiamo vivendo un momento storico, per la prima volta diamo ai nostri elettori una vera possibilità alternativa ai partiti politici italiani tradizionali e sentiamo che non si tratta di apparizione estemporanea, ma solo della prima fase di un progetto politico che ci porterà molto lontano.
Sono un imprenditore non un politico per mestiere.
Credo che ogni persona dovrebbe dedicare un periodo della vita all’impegno pubblico per migliorare a dare il proprio apporto gratuito al sistema.
Mi metto in gioco perchè nel mio quotidiano lavoro riscontro sempre difficoltà immani e voglio dare il mio contributo per eliminarle.
Ho fondato l’opinion network “veneti al mille x mille” insieme al segretario Gianluca Busato ed al Presidente Lodovico Pizzati, ripromettendomi di finanziare quei politici che avrebbero avuto il coraggio promuovere un programma basato sul circolo virtuoso meno tasse, meno spesa pubblica, più investimenti.
Quando mi è stato poi chiesto di farlo in prima persona non mi sono tirato indietro, lo sento come un dovere, verso la mia nazione veneta che tanto mi ha dato.
Lo faccio modestamente, per spirito di riconoscenza verso i miei concittadini veneti di tutti i tempi.
Preventivamente ho cercato spazio nella politica locale, l’ho studiata a lungo.
Ma solo in questo partito ho trovato quel grande “spessore” programmatico e delle persone, per me un connubio indispensabile.
Siamo giovani ed i giovani hanno tutto il diritto di proporsi e diventari attori di quello che sarà un nuovo rinascimento.
Sono finiti i tempi del veneto gretto: capannone, e skei.
Noi siamo la generazione di internet dell’innovazione, dei social network dei blog delle tecnologie digitali.
Siamo preparati, conosciamo le lingue, approfondiamo i problemi. soprattutto non abbiamo abbandonato il gusto per la voglia di fare, il duro lavoro e la laboriosità, la ricerca della qualità che deriva dalla tenacia.
Ricerchiamo il connubio tra di antichi valori e nuove opportunità.
In questa Italia noi non ci riconosciamo. qui tutto è lento, faticoso, le istituzioni sono vecchie e polverose.
I veri imprenditori i veri artisti, tutti gli innovatori in Italia devono condurre una lotta sfibrante contro potentissime strutture che pensano prima di tutto a conservare ed accrescere il loro potere. Il nuovo non può passare attraverso questo stato, che si chiama Italia.
Per questo noi abbiamo abbraciato la tesi “indipendentista”.
I nostri modelli sono quelli di un’Europa che si sta riconfigurando, dapprima i catalani e poi gli scozzesi ed altri stati europei hanno già intrapreso quella strada che li ha resi migliori, quali la Slovenia, la Repubblica Ceca, il Montenegro.
Noi vogliamo innanzi tutto cambiare questo sistema basato sullo sfruttamento fiscale, per le imprese, per le famiglie e per i lavoratori che oggi sono le classi oppresse.
La produzione industriale ha subito una contrazione inquietante.
Di qui a qualche anno molte imprese cesseranno di esistere.
Quante, un quinto un quarto un terzo? Ancora nessuno lo sa, certo molte.
Si sta già aprendo uno scenario preoccupante per l’occupazione soprattutto giovanile.
In Europa è disoccupato un giovane su cinque. In Italia un giovane su quattro e ci stiamo velocemente avvicinando al rapporto un giovane su tre.
Noi vogliamo agganciarci all’Europa, non all’Italia.
I lavoratori veneti sono tra i più tassati d’Europa, non si può chedere alle aziende di aumentare gli stipendi, ma si devono ridurre il prelievi ed il costo del lavoro e mettere tutto in busta paga.
Ognuno poi si versa le proprie tasse.
Il sistema pensionistico è in crisi irreversibile e non potrà reggere e garantire adeguati livelli di reddito ai cittadini.
Siamo, per il momento, una regione con PIL pro capite ben sopra la media UE, ma con il più basso tasso di investimenti in innovazione e sviluppo.
Le aziende scappano anche perchè non hanno la banda larga (ultimo caso la North Face di Pederobba, questo è uno dei motivi).
Le infrastrutture sono in forte ritardo e pagano il dirottamento delle risorse a progetti fatti fuori del Veneto, ma con i nostri soldi.
I costi della politica si sono moltiplicati all’inverosimile, con costi e privilegi inammissibili,.
Si deve snellire la macchina dell’amministrazione riducendo il numero dei politici e le loro assurde retribuzioni, fissando anche dei tetti ed eliminando le aberrazioni e le pensioni d’oro.
Serve quindi una chiara politica di riduzione della spesa pubblica unitamente al rilancio degli investimenti, anche nell’innovazione.
ll nostro programma elettorale è quindi chiaro e si basa sulla volontà di perseguire l’obiettivo dell’indipendenza del Veneto con una precisa serie di indicazioni per come amministrare la nuova nazione, che trovere nel nostro programma scritto.
È arrivato il momento per noi di difendere direttamente i nostri interessi.
L’indipendenza è la nostra nuova forza elettromotrice.
Se non lo faremo, arriveremo presto oltre il punto di non ritorno, condannando il Veneto ad un futuro piatto, di sottosviluppo e disoccupazione, vanificando i risultati ed il lavoro dei nostri nonni e dei nostri genitori.
Io e voi non vogliamo rassegnarci al cinismo del mondo odierno che ha spazzato via ogni residuo di ideale.
Noi rifiutiamo il nichilismo, le tribali manifestazioni xenofobe, i legami basati sull’avversione, residui spenti dell’istinto gregario, le lotte faziose di potere, l’aggressività verso l’estraneo.
La nostra forza sta nella cultura, nella tecnologia e nella consapevolezza di dover preservare l’ambiente.
Ci vorrà del tempo, la sfida è difficile, ma non mi spaventa per niente.
Sento che è il momento giusto, oggi le trasformazioni sono veloci e vorticose, per questo ho deciso di investire parte del mio capitale famigliare nel progetto indipendentista del Veneto perchè so bene che è un investimento. Non mi curo se sembrerò spavaldo o insolente.
Perchè so che Il Partito Nasional Veneto ha un programma chiaro e coerente, e noi perseguiremo i nostri obiettivi con forte determinazione.
E’ questa utopia?
Io vi dico che ogni cosa che esiste è tale perchè prima è stata pensata e poi attuata.
Noi abbiamo questo sogno, molti di noi hanno questo sogno da anni, da decenni.
Parafrasando Paul Valèry vi dico che “Un modo per fallire è accontentarsi dei propri sogni”.
Credo dunque che sia arrivato il momento di mettere in atto i nostri intenti.
Seguitemi, siamo una squadra forte e deteminata.
Attraverso l’indipendenza noi riscopriremo i nostri principi ordinatori, troveremo le fonti di energia e mobilitazione per risollevarci dalla recessione, sapremo interpretare la vita ed i rapporti sociali, avremo una visione di come organizzare il sapere ed il vivere.
Quando da veneti l’abbiamo saputo e potuto fare abbiamo creato civiltà millenarie.
Oggi piu’ che mai siamo chiamati a farlo noi, ci riusciremo.
Votate Panto votate Partito Nasional Veneto.
Grazie.
Viva San Marco.
Treviso, 16 gennaio 2010
Gianluca Panto
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[…] del Partito Nasional Veneto del candidato presidente del Veneto Gianluca Panto. Panto ha tenuto un discorso appassionato di investitura, in cui ha affermato di aver accettato la proposta del PNV, perché […]
Oltre all’invasione e furti napoleonici compresa la dominazione austriaca, noi Veneti, abbiamo dovuto subire in silenzio:
• l’inganno dell’annessione truffaldina del 1866 che ci portò sofferenza e fame quale dote dello stato liberale sabaudo, costringendo ben tre milioni e trecentomila Veneti alle successive emigrazioni.
• la dittatura fascista pagando per tutti gli italiani quando con la prima repubblica catto – comunista, rinunciando inermi, a pezzi della nostra Patria Millenaria (Istria e Dalmazia, quale risarcimento danni di guerra, imposto dal maresciallo Tito, spalleggiato dall’allora amico e comunista Palmiro Togliatti).
• la creazione, impotenti, durante gli anni settanta (con la grande balena bianca DC), delle Regioni Italiane con nuovi smembramenti della nostra terra (parte inglobata nella Regione Lombardia, parte nel Trentino e addirittura abbiamo subito la nascita della Regione Friuli Venezia Giulia), dividendo ancora una volta, il Popolo Veneto.
• durante la cosiddetta seconda repubblica, l’incredibile accanimento giudiziario (oggi ancora in corso) contro i Serenissimi, rei di aver fatto rinascere nella coscienza dei Veneti, l’antico amore dell’emblema Marciano.
• tutto questo, senza contare l’oggi, dove il Popolo Veneto, continua a pagare molto di più di quello che gli è restituito dallo Stato centrale Italiano in infrastrutture e servizi; strozzati da tasse e costi di mala-politica che hanno raggiunto percentuali patologiche per non parlare dell’insicurezza del cittadino, dove nemmeno la propria casa è più sicura, costretti a subire e sottostare alla biblica (in) Giustizia Italiana che ormai fa acqua da tutte le parti.
LA GRANDE CAUSA MARCIANA
E’ giunta l’ora della riscossa del POPOLO VENETO nell’invocare e rivendicare, dopo duecento anni di sottomissioni, divisioni, disgregazioni la SUA RI-UNIFICAZIONE (da Crema a Perasto), con la VENEZIA CAPITALE, ri-consegnando il giusto ruolo che Le spetta e ponendo le basi di un prospero futuro di Libertà, Giustizia e Lavoro per i nostri figli, trasformando un grande sogno in realtà.
Sono, infatti, dieci milioni i Veneti ai quali oggi ci appelliamo poiché riteniamo l’unica alternativa politica possibile contro l’attuale casta partitocratica, il centralismo romano, in sostanza il marciume italiano e perché convinti che nessun partito nazionale potrà mai concedere VERA AUTONOMIA ALLE NOSTRE TERRE, né tanto meno delegando il nostro futuro ad altri, come accaduto fino ad ieri nel caso della Lega Nord, Movimento Lombardo centrico e non certo Veneto.
SaMarcho par sempre !
Si ha ragione sig.Panto quando dice che l’occupazione è uno dei problemi più preoccupanti ma non riesco a non pensare che qualche tempo, con la sua azienda di famiglia, ha messo in mobilità decine di persone e l’azienda stessa non era in cattive condizioni finanziarie ed economiche anzi….
Ma se non è stato in grado di guidare una piccola azienda sarà in grado di guidare una regione?
Ma se
” l’azienda stessa non era in cattive condizioni finanziarie ed economiche anzi…”
alora no l’e’ mia vero che
“non è stato in grado di guidare una piccola azienda”
Ma se era CAPACE e l’azienda non era in difficoltà, come mai ha messo decine di dipendenti in mobilità? Forse non era veramente in grado di gestire l’azienda di famiglia..?? L’orgoglio Veneto degli imprenditori dov’era?
Ma poi dice basta con la mentalità capannone e skei ma non fa capannoni lui???
Benvenuti in uno spazio di liberta’, amisi leghisti-laburisti-statalisti. Del PNV mi piace proprio la parte di programma che privilegia lo sviluppo economico e l’innovazione. Il resto dei partiti e’ invece ancorato alle vecchie logiche dei sindacalisti d’accatto, abituati a non lavorare e a fare i parassiti sulle spalle delle imprese e degli altri lavoratori che dovrebbero tutelare.
Mercato maturo,sovraproduzione,saturazione del territorio crisi dell’edilizia , tassazione eccessiva, mancanza di prospettive, arretramento del manifatturiero sono stati i motivi principali.
In fondo io costruisco contenitori di fabbriche.
Oggi fabbriche nuove non se ne fanno e quelle che ci sono chiudono o soffrono .
Non tutto il personale è rimasto senza lavoro.
Alcune attrezzature sono state date in comodato o cedute ad altre realtà produttive artigianali che producono per conto della società madre che è ancora attiva ( vedi sito ) , quindi i posti di lavoro sono semplicemente stati ricreati altrove nella Venetia, dando la produzione in outsorcing.
Comunque oggi essere bravi imprenditori in Veneto è una condizione necessaria ma non sufficiente. Nessuno può chiamarsi fuori, la crisi è forte e la produzione industriale ha subito contrazioni inquietanti.
Forse si dovrebbero aiutare le nostre imprese manifatturiere alla riconversione , mediante incentivi , detassando gli utili reinvestiti . Ma certo, si aiuta sempre la FIAT ,mentre le PMI del nostro territorio invece non hanno mai avuto diritto a nulla.
Perchè non si salva la FERVET di Castelfranco, la centenaria fabbrica di treni ? Le commesse ci sono, ma le banche negano i prestiti necessari a riprendere l’attività. Perchè non interviene il governo e ci mette del suo?
Perchè hanno salvato la Maragoni pneumatici a Trento ( 40 milioni di euro) o la Mens& Gasser in Valsugana ( 10 milioni) e alle fabbriche venete niente ?
Ion non sono Vento ma emiliano.Dico questo :
Negli affari si vince e si perde. Ad un politico di mestiere io preferisco qualcuno che almeno ha saputo confrontarsi sul mercato. Lui ha navigato bene per oltre dieci anni e poi fondato altre attività e a quanto si dice è un fiume in piena.
In italia se un imprenditore vince è un ladro se perde gli sta bene.
Dobbiamo cambiare questa mentalità.
Io credo che in un Veneto indipendente ci sarebbero meno disoccupati, ci sarebbero piu’ incentivi, sussidi di disoccupazione,ammortizzatori sociali, fondi per la riqualificazione delle persone, più attività in generale.
Non credo infine che al Vento faccia comodo una Italia povera. Il Veneto sicuramente auspica dei vicini floridi e prosperi, per non essere invasi dai migranti, per poter acquistare e vendere beni e servizi. Insomma la nuova Europa.
Spero che questo nuovo vento Veneto possa contagiare anche noi emiliani.
Chi attacca le persone a livello personale dimostra ancora una volta come il Veneto sia una regione di pettegoli ed invidiosi. Peccato che nessuno si renda conto che per colpa dei politici di professione questo territorio soffra una crisi senza precedenti a cui nessuno, tranne il PNV, vuole dare una svolta epocale.
Il libero mercato alla europea è un modello che va bene per il Veneto del futuro. In una situazione di questo tipo i lavoratori devono considerare la possibilità di perdere talvolta il lavoro.
Succede.
L’importante è che la nazione sia florida e prospera, per dare sempre a tutti più possibilità di nuove , di quante non se ne perdano.
Accompagnando il tutto con adeguati ammortizzatori, che certo saranno supoeriori a quelli dello stato Italia attuale, come anche le nuove opportunità.
Così la vita non sarà una rincorsa al precariato o al tamponamento degli imprevisti, o una infinita disoccupazione.
E senza eccessi di liberismo, ovviamente, io sono contrario, gli estremismi non servono a nessuno.
A meno che non si voglia tornare all’economia sovietica, lavoro per tutti , in una società senza classi.Sappiamo come è andata a finire ..
GLP a so comosso…quindi una sorta de social-liberismo ? O meglio un liberismo responsabile
Lasemo stare le filoxofie politeghe, coesto no el xe el momento. On gran paso el xe se coeli ca ga idee pì “sociali” el sipia bon de combinarse co coeli ca ga idee pì “libarali”, sensa desmentegar ca gavemo na nutrita squadra de coeli ca ga idee “libartarie” ca le xe on fià difarenti de coele “libarali” come tanti le conose.
Ma dognimodo, coesto no xe el momento de nar masa so el fino, benon discutarghine, ma par el pnv coesto no xe el problema.
Al de là de posibili idee de filoxofia politega, resta on punto fondamentale. On bravo aministrador de imprexa el xe coel ca el sa licensiar el personale se el lavoro el manca; in altre parole no xe ca se la vaca no la dà pì late te la poi mondhar de pì, parchè el unico rexultà el xe ca te la copi.
Pol eser modulà le sielte, par exempio se pol acordar de lavorar isteso a manco ore co manco stipendio (…a la todesca), co on rexultà ca no el cambia da el punto de vista economego par i costi de la imprexa, ma a parte ca na simile decixion la gavaria da eser acetà da coeli ca presta el lavoro (a podaria eser ca justamente i diga: me cato nantra ocupasion mejo), ghe xe anca el problema ca intel scatolon Itaja i costi fisi de tasasion e de contribusion i scoraja anca sielte de sto tipo.
@Riccardo. A te confermo ca la vixion ca auspichemo la xe coesta. No xe intel nostro intarese ver vicini poareti, e nantri semo convinti ca on Veneto dinamico e libaro el sipia on engin ca el farà da volano par i vicini.
Sorry Riccardo, ripeto in italiano. Ti confermo che auspichiamo la visione da te descritta. Non è nel nostro interesse avere vicini poveri, e noi siamo convinti che un Veneto dinamico e libero possa essere un motore che potrà fare da volano anche per i vicini.
Stefano
l’Italia la ga on sistema social-liberista: a te paghi le tase come na socialdemocrasia scandinava; e po’ a te toca pagarte tuti i servisi come on paexe liberale.
D’accordo con Claudio: meglio lasciar stare discorsi di politica economica.
L’obiettivo è ottenere un Veneto Indipendente, ogni altra questione creerebbe inutili divisioni; una volta creato il Veneto Indipendente ognuno appoggerà l’ideologia che predilige.
Anche, perchè, se vogliamo dirla tutta, la lista “Veneti Libari” di Ghiotto, poi divenuto in corsa “ticket Ghiotto-Panto” si presentava come lista liberista, se non libertaria, con tanto di rivisitazione veneta della bandiera di Gadsden come simbolo, un’iconografia decisamente libertarians. Sentire ora il candidato presidente di questa lista che mette le mani avanti di fronte a derive di “liberismo estremo” (ma quando mai nella storia MONDIALE degli ultimi 150 anni, abbiamo corso questo pericolo??!) mi sorprende un po’.
L’idea che una grande parte della popolazione ha è che il liberismo sia una sorta di jungla dove guardarsi ogni secondo le spalle per non essere divorati. A questa immagine ha contribuito una certa interpretazione della chiesa Cattolica, una buona dose di indottrinamento politico pre e post comunista (al punto che in Unione Sovietica ai bambini insegnavano a colorare l’Italia e la Francia di rosa, ad indicare che erano un po’ comunisti e meno nemici degli altri), e una mai sopita aspirazione dirigistico-paternalista di stampo feudale che in nome di ciò ha concretamente realizzato situazioni predatorie spacciandole per “liberismo”, i cui più recenti ed illustri rappresentanti si individuano per esempio nell’attuale ministro dell’economia del ragionier Giulio.
Comprensibile allora la confusione in testa alla gente, comprensibile temere di essere fraintesi e usare toni moderati e concilianti.
Ma il libertarismo è un’altra cosa, benché si individui in sfumature che vanno dall’anarcocapitalismo al minarchismo che in fondo dice no non a “derive di liberismo estremo” ma afferma l’esigenza di un governo minimo per cose essenziali, come tutelare l’approvvigionamento di acqua, per dirne una.
E mi si deve dare atto che presentare la “vipera di gadsden” è stato un fatto coraggioso.
D’altra parte, come si è detto, oggi la battaglia è di un’altro tipo, e la vipera è meglio che resti nella sua tana per adesso.
P.s. Forse occorrerebbe smettere di dire “liberalismo estremo” poiché semplicemente non esiste: come non può esserci una libertà a metà, così non ci può essere una libertà estrema; la libertà è libertà, o c’è o non c’è. Fine.
[…] del Partito Nasional Veneto del candidato presidente del Veneto Gianluca Panto. Panto ha tenuto un discorso appassionato di investitura, in cui ha affermato di aver accettato la proposta del PNV, perché […]