Parlando con vari amici mi sono accorto che uno dei principali ostacoli affinché l’opzione indipendentista venga da loro accettata è il duplice concetto di fratellanza e solidarietà verso le popolazioni meridionali della penisola italiana. Ossia, detta in modo molto semplice: “non sono indipendentista perché mi sento legato ai meridionali e penso sia mio dovere continuare ad aiutarli nel loro difficile cammino verso l’uscita dal disagio economico e sociale nel quale si trovano”.
Io ritengo che questo ragionamento sia sbagliato sotto tutti i punti di vista e che sia figlio di un ragionare abbastanza provinciale. Un ragionare che è frutto del bombardamento culturale e mediatico unionista al quale siamo tutti sottoposti e verso il quale dovremmo tutti ribellarci.
Personalmente sento idealmente vicine tutte le persone di questo mondo. Nell’Altro, non conta da dove questi venga, riconosco un mio fratello perché in lui vedo una persona che prova gli stessi sentimenti che posso provare io, le stesse paure che posso provare io, gli stessi desideri che posso provare io. L’Altro è, appunto, altro da me ma allo stesso tempo è mio simile e perciò insieme a me nella grande famiglia degli esseri umani. Siamo tutti individui unici e irripetibili ma, nella nostra meravigliosa individualità, siamo tutte persone. Mio fratello è il Siciliano, il Gallese, l’Ugandese, il Giapponese. Questo, capirete anche voi, non implica il fatto che io, il Gallese, l’Ugandese e il Giapponese, per non odiarci a morte, dobbiamo per forza essere cittadini dello stesso Stato. Sembra invece che questo ragionamento fili per me e il Siciliano.
Certo, ovviamente io e un Siciliano abbiamo più cose in comune rispetto a me e un Giapponese (anche se, per i miei studi e per la mia indole, questa affermazione potrebbe non essere vera); ma cosa c’entra questo? Un abitante di Chiasso, cioè un Ticinese Svizzero e un abitante di Como, cioè un Lombardo sono contigui, parlano la stessa lingua e si sono formati all’interno dello stesso humus culturale, tuttavia abitano in due Stati ben diversi (diversissimi). Ragioni storiche e ragioni di convenienza fanno sì che ai Ticinesi non passi nemmeno per l’anticamera del cervello di chiedere l’annessione allo Stato italiano. Perché per i Veneti dovrebbe essere diverso? Non tenendo poi conto che la storia e la cultura dei Veneti è fatta di secoli di indipendenza e autogoverno e che il loro stare all’interno dello Stato italiano è una piccola parentesi in confronto alla loro storia.
Insomma, mi sembra davvero limitante e piccino far coincidere la fratellanza umana con i confini statali. Oltretutto nell’attuale epoca nella quale ci troviamo. Un’epoca di globalizzazione, di libera circolazione delle persone, delle merci e delle idee. Un’epoca incredibile fatta di comunicazioni globali istantanee e nella quale la facile diffusione delle idee non conosce praticamente barriere. Quello che voglio dire è che, in definitiva, non è scritto da nessuna parte che io e un Siciliano dobbiamo essere all’interno dello stesso Stato per essere in armonia e in pace. Questo concetto non ha senso e rispecchia una forma mentis errata, retrogada e non adatta all’epoca attuale nella quale sono vincenti gli Stati moderni ed efficienti che sono a misura di cittadino e non, al contrario, i pachidermi ottocenteschi.
Passiamo ora al secondo punto, ossia al senso di colpa verso il Mezzogiorno che colpisce i miei amici nel pensare all’indipendenza del Veneto. Anche questa idea è sbagliata in toto perché, semplicemente, non tiene conto della semplice realtà. Un dato di fatto incontrovertibile è che decenni e decenni di ingentissimi aiuti statali (cioè di trasferimento della ricchezza prodotta al nord dello Stato italiano verso il sud) non sono serviti a niente. Gli abitanti del Mezzogiorno continuano a rimanere in una condizione difficile nonostante decenni e decenni di politiche assistenzialistiche e d vagonate di assunzioni pubbliche. Perché questo? Perché si è agito, appunto, in modo assistenzialistico. Il calcolo dei politici, dal loro punto di vista, era esatto ed è ancora esatto: voti e potere in cambio di assistenza. Al politico non interessa che il Mezzogiorno diventi economicamente indipendente e florido perché in tal modo la sua rete assistenzialistica di potere cadrebbe. Volete mantenere popolazioni in condizioni di svantaggio per decenni? Date loro assistenzialismo a valanga e inutili (per la maggior parte) posti pubblici e crescerete generazioni di individui che continuano a ripetere e a credere che “serve più Stato”, ossia, serve più corda con la quale impiccarsi.
Il Veneto era povero tanto quanto il Mezzogiorno ma si è risollevato ed è diventato ricco senza assistenzialismo. Perché non dovrebbe essere lo stesso anche per il Mezzogiorno? A questo punto molti diranno che al Sud c’è un problema enorme in più, ossia le mafie. Io tuttavia non vedo cosa c’entri l’indipendenza del Veneto con la continuazione della lotta alle associazioni mafiose. La lotta alle mafie è una questione già adesso internazionale. Coinvolge molti Stati. Quindi, ovviamente, coinvolgerà anche il futoro Stato veneto indipendente. La futura polizia veneta lavorerà in partnership con la polizia italiana così come accade già con le varie polizie dei vari Stati interessati alla questione.
Oggi in Veneto in una parte della popolazione c’è del rancore verso gli abitanti del Mezzogiorno perché questi sono visti come dei scippatori di ricchezza, delle sanguisughe che vogliono essere mantenute. Io dico che questa situazione non è bella e non è gratificante. Oggi, nonostante il Veneto e il Mezzogiorno siano all’interno dello stesso contenitore statale, non posso poter dire che vivono “in pace”. Io affermo, e ne sono convinto, che il giorno in cui il Veneto diventerà indipendente sarà l’inizio di una vera pace e fratellanza tra noi e i nostri fratelli del Mezzogiorno. Non dobbiamo avere paura o sensi di colpa: con l’indipendenza del Veneto faremo l’interesse anche degli abitanti del Mezzogiorno dato che saranno più incentivati a creare ricchezza per loro conto e non ad aspettarla piovere dal cielo e potremo finalmente guardarci negli occhi senza rancori.
Quindi, non abbiate paura ad abbracciare la causa indipendentista perché in realtà non state nemmeno andando contro gli interessi del Mezzogiorno. Gli unici interessi che state colpendo sono quelli dei politici che vogliono mantenere la pessima situazione attuale per i loro tornaconti. Vi sembra giusto questo?
Luca Schenato
Pnv Verona
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Parole saggie !
COMPLIMENTI LUCA !
SE NO VE DESPIAXE SCRIVO IN VENETO.
Gò sempre pensà che divisi se podari star mejo se no insieme, almanco federadi con precisissimi acordi de colaborasion e cooperasion.
Gò sempre pensà anca che se nojaltri in Veneto fussimo indipendenti…a stora saresimo così forti economicamente da poder aiutar i meridionaj.
Invece stando drento l’italia stemo andando tuti in malora….e saremo tuti perdenti.
Doncà putej volemo rajonar o volemo far i demagoghi a tuti i costi ?!?
Xe vera che al Nord, non solo in Veneto ghe xe tanti che pensa che i meridionaj i sia dei spreconi, dei parasiti e via dixendo….ma no xe vera….xe vera invesse che i xe i politegi “terroni”.maledetti che no i governa ben ma solo par el loro interesse..altrimenti no saresimo arivadi a stò disastro che soli i ciechi no i vede…..nojaltri veneti, visto che zò al Sud i stà sempre fermi a subir….dovaremo far brecia e vinsa stò fatalismo stà ignavia che stà portando tuto in malora…….volemo dir che stò stato xe falido xa da diversi decenni ?!? Dove volemo andar..in malora…..no! Dovemo tirarse fora da stò contenitor taglian pien de busi e no pì competitivo con la globalisasion par veda de salvarse nojaltri par primi e dopo se podemo aiutar jaltri…….se n’demo avanti cussita andaremo a dover emigrar n’altra olta…Eh no porca vaca!! Volemo l’indipendensa e dopo discutaremo…se i vorrà…….pì passa el tempo e pexo sarà !!!
Porto el testo da un nataio a farlo protocolar e tegner serà tuto fin quando l’italia la cascarà par forsa de robe……
W SAN MARCO SEMPRE !!!
Note in disordine.
La/le mafie sono nate con l’unità d’Italia, anzi sono state finanziate e sostenute per combattere il brigantaggio (oggi li chiamerebbero terroristi) ovvero quelli che non volevano saperne di essere invasi e annessi dagli Italiani (di cui, ricordo, all’epoca i Veneti non erano parte, visto che ci hanno annesso con l’inganno 4 anni dopo!)
Un po’ controcorrente, osservo che l’indipendenza del Veneto non implica anche l’indipendenza del sud, né la dissoluzione della Repubblica italiana. L’iniziativa indipendentista infatti non è orientata ad attentare la Repubblica italiana nella sua integrità ma esige il rispetto del diritto all’autodeterminazione come previsto dagli accordi internazionali (atto finale di Helsinky, 1975, recepito dalla legislazione italiana stessa), per il popolo veneto.
Naturalmente se i popoli medirionali volessero anche loro fare altrettanto ne hanno tutto il diritto (gli accordi sono internazionali, e valgono per tutti i popoli).
L’Italia infatti non è una federazione, come la ex Jugoslavia, quindi nessuno la mette in discussione, semplicemente portà non comprendere i territori appartenenti ai popoli che intendono fare esercizio del loro diritto di autodeterminazione.
E’ incontrovertibile per ragioni di evidenza empirica che laddove arrivano aiuti si uccide l’iniziativa e si dà spazio a corruzione e inedia. Lo si è visto nella ex USSR, e l’Africa ne è forse l’esempio più vistoso. Insomma “non dare pesce a chi è affamato, ma insegna loro a pescare.”
Cito dall’articolo:
“… faremo l’interesse anche degli abitanti del Mezzogiorno …”
Capisco che il messaggio è rivolto a chi pensa al “bene comune” ma ogni volta che leggo certe cose mi viene l’orticaria, perdonami Luca, ma invito ad essere onestamente egoisti: l’indipendenza serve a noi, poi se fa bene anche ad altri, meglio. Quasi certamente sarà così, ma mi pare subdolo e un tantino fastidioso parlarne in senso buonistico.
(per sbaglio mi è partito l’invio, segue dal precedente commento)
Per coloro che pensano al “bene comune” per estensione dovrebbero preoccuparsi allora anche degli affamati dell’Africa, e dei disoccupati della Germania est, dove si lavora a 1€ l’ora, oppure ai poveri Moldavi che se la passano davvero male, e che dire dei VENETI che rovistano nelle scòase e vivono sotto i ponti?
Questi allora dovrebbero esser felici di tassarsi per sfamare e aiutare anche tutte quelle popolazioni, in equa misura di quanto danno ai meridionali. Non sono tutti fratelli?
Che comincino con i fratelli più simili: che inizino a pagare una diaria ai mendicanti Veneti, poi ne riparliamo.
Non volevo essere buonista. Sono un individualista convinto e faccio dell’individualismo la mia bussola.
Con questo post ho dato per assodato che l’indipendenza faccia egoisticamente (per me “egoismo” non ha un’accezione negativa) bene in primis a noi veneti (a ghe mancarìa!) ma ho voluto far notare anche che come “effetto collaterale” nel medio e lungo periodo fa bene anche ai meridionali e che quindi cade la pregiudiziale del “poareti, come fareseli senza nialtri?”. Mi sembra giusto mettere in risalto anche questi aspetti perché bisogna far crollare uno dopo l’altra tutte le scuse contrarie all’indipendenza.
Non ho mai scritto che l’indipendenza veneta implica l’indipendenza del Mezzogiorno. Al fine del mio ragionamento è ininfluente.
[…] italica gavarà 20 miliardi de “servisi” (par modo de dir) in manco. Come farałi poareti? In sto articoło Luca ne spiega che tanti veneti, siando ła popołasion pì propensa al vołontariato e ałe […]