Leggo le dichiarazioni di Epifani, segretario della Cgil, che a margine dello sciopero proclamato dal suo sindacato a Padova ha detto “Il Veneto è l’area del paese che soffre di più, perché qui c’era il cuore dell’impresa manufatturiera, il cuore delle esportazioni.”…”Non posso dimenticare i 13 suicidi tra artigiani, piccoli imprenditori e lavoratori. Questo dà il segno del dramma, quello che il Governo non vuole vedere” ed egli conclude con “Il fisco lo pagano solo i lavoratori ed i pensionati. “…” Questo è il senso dello sciopero che richiede un progetto chiaro per l’Italia ed investimenti, occupazione, difesa dei redditi, un fisco che viene pagato da chi ha i patrimoni e non da chi lavora.”
Allora devo cominciare la fustigazione. Caro Epifani, se fosse per te il Veneto, che adesso scopri essere l’asse portante dell’economia perché qui c’era il cuore manifatturiero e di esportazione, lo faresti fallire in due giorni. Delle tue ricette contraddittorie non sappiamo cosa farcene. Solo un incompetente può arrivare a dire che per fare ripartire l’economia occorre arrivare a tassare i patrimoni. Se oggi in Veneto si sopravvive è perché c’è stata tanta gente che oculatamente ha messo da parte qualche risparmio dal quale adesso stà attingendo!
Un patrimonio costituito da risparmi di redditi che furono già tassati a suo tempo! …e tu vorresti tassarglielo di nuovo? Ma cosa hai nella testa, segatura?
Se in Veneto ci sono stati 13 suicidi per disperazione, tu stai proponendo un omicidio di massa!
Ricordati che i patrimoni in Veneto sono il frutto di duro lavoro, nessuno ci ha mai regalato niente, ed anzi veniamo derubati proprio in tasse di 20 miliardi all’anno.
Parliamoci chiaro. I patrimoni sono i risparmi dei lavoratori, siano essi dipendenti che autonomi che artigiani o imprenditori. Sono il frutto del loro lavoro, già tassato, che è stato accantonato. Chi sperando di avere un minimo di sostegno visto che le pensioni saranno evaporate (grazie alla vostra connivenza nel concederle a chi non le meritava), chi per sopravvivere nei momenti di crisi come questo. Non esistono altri patrimoni. Nessuno fino a prova contraria ha visto nascere monete d’oro dagli alberi. Tutto quello che è stato accantonato è stato già tassato una volta come reddito.
Preoccupati invece di fare sparire i parassiti: tutta quella gente che viene pagata senza produrre una reale ricchezza.
Preoccupati di far togliere le pensioni d’oro immeritate, pagate con il sangue e la vita dei giovani di oggi che per mantenere quei parassiti incorpora un costo di lavoro tale che impone le aziende a costringerli al precariato!
Preoccupati di far ridurre le ingerenze dello stato nelle attività private. O credi ancora all’economia pianificata di stampo sovietico?
Pensa a far togliere il sostituto d’imposta, un abominio che ruba nelle tasche dei lavoratori dipendenti prima ancora di avere i soldi in mano, che costringe le imprese a costi aggiuntivi, che addossa responsabilità indebite, che umilia i lavoratori dipendenti pregiudicandoli incapaci di gestire i loro redditi, che li umilia due volte impedendo loro di conoscere veramente quanto vale il loro lavoro e quanto viene rubato dalle loro tasche in tasse.
Siccome tu e la tua combriccola di sindacalisti avete sempre pretestuosamente puntato il dito contro artigiani e piccole imprese nella vostra caccia alle streghe degli evasori, senza invece guardare agli sprechi e al parassitismo che invece avete sempre difeso, adesso di fronte all’evidenza dei suicidi, versate lacrime di coccodrillo e non avendo più un capro espiatorio la vostra nuova trovata sono i patrimoni.
I patrimoni di chi? Dei lavoratori dipendenti che se li erano messi da parte? O state cercando un fantasma pieno di soldi piovuti dal cielo?
Ma vergognati e vai a versare le tue lacrime di coccodrillo da qualche altra parte.
Claudio Ghiotto
candidato consigliere
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Preoccupati di far ridurre le ingerenze dello stato nelle attività private. O credi ancora all’economia pianificata di stampo sovietico?
I ghe crede ancora si…
Deso che xè fini la posibilità de rapinar i skei che derivava dal sistema produtivo, deso ca la produsion xè drio finir, vol ciavar anca i skei dei risparmi veneti.
E no , deso basta .Basta Idaglia.
po’ deso co i studi de setòre i te ciàva de pì de prima e no ghe xè scanpo
Epifani è il perfetto esemplare di quella casta parassitaria ben descritta da Ricolfi, a suon di numeri, nel suo splendido volume “Il sacco del Nord”.
Epifani è uno che vede nel Veneto quello che i sovietici (e i nazisti) vedevano nell’Ucraina: un granaio da sfruttare.
La grande civiltà dei Veneti è dimostrata dal fatto che uno come Epifani può ancora permettersi di girare, in Veneto.
Purtroppo spesso “grande civiltà” è sinonimo di “grande coglionaggine” (lo dico da cittadino lombardo, cioè esperto in materia).
Ricordiamoci che noi predichiamo, giustamente, scelte radicali attraverso metodi democratici. Questi parassiti invece predicano espropri radicali attraverso l’uso della coercizione normativa assistita alla bisogna dal monopolio nell’uso della forza.
La vera domanda è: usque tandem?
Spero che comincino i Veneti a dare risposte democraticamente molto chiare. Perchè il vero rischio, a forza di essere buoni e coglioni, è quello di fare la fine della gallina dalle uova d’oro citata da Pareto (e ripresa dallo stesso Ricolfi):
“La spoliazione non incontra spesso una resistenza molto efficace da parte degli spogliati; ciò che finisce talvolta per arrestarla è la distruzione di ricchezza che ne consegue e che può portare la rovina del paese. La storia ci insegna che più di una volta la spoliazione ha finito con l’uccidere la gallina dalle uova d’oro”
Condivido pienamente. Se Lombardia e Venetia non diventeranno indipendenti entro i prossimi 6 anni, la gallina dalle uova d’oro finirà nel forno. Libri come quelli di Ricolfi sono ottimi, ma credo manchi sempre una diagnosi dopo la prognosi, senz’altro accurata. Occorre liberare l’Italia dal giogo di ITA, creare tante piccole repubbliche indipendenti, sulla base di una meditata ricostruzione della storia. Vede io lavoro in ambito accademico, e libri come Parentopoli (Marsilio), mettono in luce bene i limiti e spesso le vergogne di questo ambito. Ebbene, cosa succede? Si leggono tali libri, ci si compiace della bontà dell’autore, del suo coraggio etc (non è lo stesso con i programmi TV, si pensi a Report?), e il risultato è solo quello di essere messi a giorno su tutte le sfumature dello Stato-discarica ITA. E di concludere, così ipocritamente: “Beh, speriamo che io me la cavo!”. Oppure “Che schifo. E non ci possiamo far niente!”. No, ora il PNV, almeno per la Venetia, una soluzione la propone. Non mi illudo che in un piccolo stato le porcherie non si facciano, ma saranno sicuramente meno, sia in proporzione sia in assoluto (ovviamente, avendo la Venetia solo 4.8 milioni di abitanti).
E infatti la stessa nascita del PNV rappresenta una svolta: finalmente l’indipendentismo ha trovato uno sbocco organizzato e strutturato. Non è più un brusio, un rumore di fondo della società veneta. E’ una realtà concreta che agisce direttamente mella società stessa e che, a mio parere, si appresta a svolgere un ruolo decisivo nei prossimi anni.
Volevo dire la prognosi, dopo la diagnosi…! Ma ci siamo capiti lo stesso!
Caro Daniele, la tua citazione “La storia ci insegna che più di una volta la spoliazione ha finito con l’uccidere la gallina dalle uova d’oro” è dolorosamente molto vicina alla realtà, e non aggiungo altro.
@Paolo. Dici bene, ed è per questo che ho cercato di smontare quelli che cercano la paglia senza vedere la trave con questo articolo: https://www.pnveneto.org/2010/03/venezia-non-sara-mai-come-roma/
sicuramente un po’ lungo ma mi auguro almeno utile.