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I fu PIGS

di Lodovico Pizzati, pubblicato su noiseFromAmerika.org

Come ogni aprile, prima degli Spring Meetings, il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato il suo World Economic Outlook database. Riporto alcuni dati di finanza pubblica lasciando l’analisi a voi. Io mi concentro dove ho un vantaggio comparato: fare grafici colorati.

WEO è semplice e pratico per chi vuol accedere ai principali indicatori macroeconomici senza immergersi in ricerche complicate. È attendibile per paragonare diverse economie, e include le previsioni dell’IMF fino al 2011. Per pochi paesi (i G7) qui si azzardano previsioni fino al 2015.

I Fantastici Quattro

Germania, Francia, UK e Italia sono le uniche economie europee per le quali il Fondo cerca di prevedere i prossimi 5 anni. La prima previsione e’ per il tasso di crescita del PIL (GDP nell’acronimo anglosassone), riportato sotto

GDP real growth 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
France 1.8 1.1 1.1 2.3 1.9 2.4 2.3 0.3 -2.2 1.5 1.8 2.0 2.1 2.2 2.2
Germany 1.2 0.0 -0.2 1.2 0.7 3.2 2.5 1.2 -5.0 1.2 1.7 2.0 1.8 1.6 1.2
Italy 1.8 0.5 -0.02 1.5 0.7 2.0 1.5 -1.3 -5.0 0.8 1.2 1.5 1.4 1.3 1.3
United Kingdom 2.5 2.1 2.8 3.0 2.2 2.9 2.6 0.5 -4.9 1.3 2.5 2.9 2.8 2.7 2.5

Source: WEO

Per quanto riguarda la crescita, non c’è nulla di sorprendente. Prima della crisi i big europei crescevano in media dall’1% scarso (Italia) al 2% abbondante (gli altri). C’è stata la crisi del 2009 quando tutti sono sprofondati a -5%. Dopodichè il Fondo prevede che si tornerà a crescere alle medie precedenti. Per l’Italia si prevede una crescita del 1% abbondante, che penso sia una stima accettabile.

Deficit (% of GDP) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
France -1.6 -3.2 -4.1 -3.6 -3.0 -2.3 -2.7 -3.4 -7.9 -8.2 -7.0 -6.1 -5.1 -4.6 -4.1
Germany -2.8 -3.7 -4.0 -3.8 -3.3 -1.6 0.2 0.0 -3.3 -5.7 -5.1 -4.0 -3.0 -2.3 -1.7
Italy -3.1 -3.0 -3.5 -3.6 -4.4 -3.3 -1.5 -2.7 -5.3 -5.2 -4.9 -4.9 -4.8 -4.7 -4.6
United Kingdom 0.6 -2.0 -3.3 -3.4 -3.3 -2.6 -2.7 -4.8 -10.9 -11.4 -9.4 -7.6 -6.2 -5.2 -4.3

Source: WEO

Almeno in fatto di deficit, ITA può vantarsi di essere prima della classe. Non ci sono stati stimulus plans come in Germania, Francia e UK, così il deficit italiano è stato contenuto ad un 5,3% a confronto dell’8% francese e dell’11% britannico. Gli stimulus plans erano però temporanei, e difatti nei prossimi anni il Fondo prevede un ritorno alla normalità fiscale per Germania, Francia e UK. L’Italia invece è condannata a tenersi quel 5% di deficit da ora in avanti, non perchè sia spendacciona, ma perchè a differenza dei cugini d’oltralpe, ITA è in un girone di indebitamento più profondo. Questo trend condanna l’Italia a convergere verso la sua tragedia greca? Forse, ma di sicuro non è una novità primaverile.

Debt (% of GDP) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
France 56.9 58.8 62.9 64.9 66.3 63.7 63.8 67.5 77.4 84.2 88.6 91.6 93.2 94.3 94.8
Germany 58.8 60.4 63.9 65.7 68.0 67.6 65.0 65.9 72.5 76.7 79.6 81.4 82.1 82.0 81.5
Italy 108.8 105.7 104.4 103.8 105.8 106.5 103.4 106.0 115.8 118.6 120.5 121.6 122.8 123.9 124.7
United Kingdom 37.7 37.2 38.5 40.2 42.1 43.2 44.1 52.0 68.2 78.2 84.9 88.6 90.2 90.7 90.6

Source: WEO

Riguardo al debito pubblico, tutto sommato ITA è relativamente messa meno peggio dopo la crisi. È schizzata sì al 120% di rapporto debito/Pil (e in crescendo), ma il distacco dagli altri big europei è diminuito. A inizio decennio il debito pubblico era una vergogna tutta italiana (oltre il 100%), mentre Germania e Francia restavano sotto il 60%, e la Gran Bretagna addirittura sotto il 40%. Dopo la crisi, la Germania se la cava con un mediocre 80%, ma francesi e britannici andranno oltre il 90%. Qui siamo a livelli raggiunti solo da pochi, siamo a un indebitamento da belgi, greci e italiani. Solo che in termini assoluti Belgio e Grecia hanno un debito piccolino, mentre già per questo 2010 il Fondo parla di €1647 miliardi di debito francese, €1305 miliardi di debito britannico (£1135 miliardi), €1874 miliardi di debito tedesco, rispetto ai €1844 miliardi di debito italiano. Gli stimulus plans hanno italianizzato l’Europa.

Corsa per il penultimo posto

L’aggiornamento del database WEO smentisce un mio articolo autunnale: tenendo conto della crisi, quest’anno gli sloveni non sorpasseranno gli italiani in reddito pro capite. In Europa occidentale il reddito pro capite più basso spetta ai portoghesi, ma chi saranno i penultimi in reddito medio? È uno sprint mozzafiato tra greci, spagnoli e italiani.

GDP per capita (PPP $) 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Greece 24130.32 25146.54 27083.47 29039.37 30189.41 29881.53 29419.92 29507.57
Italy 27433.54 28129.64 29455.52 30515.7 30520.01 29109.46 29347.06 29912.81
Slovenia 21756.66 23388.93 25464.61 27985.64 29537.03 27654.28 28118.12 29068.57
Spain 26228.08 27508.77 29059.62 30458.2 30815.38 29689.27 29648.76 30266.98

Source: WEO

La Spagna si mantiene in testa, e poi la Grecia, che per quanto sia in crisi profonda l’anno scorso ha sorpassato l’Italia. Ma il Fondo prevede una recessione ellenica prolungata, e quindi una riscossa zoppicante italica per il 2011. Non ha importanza chi saranno i secondi più poveri dell’Europa occidentale, ma ci tenevo ad aggiornare le conclusioni riguardo la Slovenia.

PIGS

Sono invece rimasto perplesso guardando dati e stime di deficit e crescita per questi quattro paesi (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) presi così di mira negli ultimi mesi.

Intanto sono paesi che, a parte la Grecia, hanno un indebitamento relativamente basso. Nel 2008 il debito/Pil del Portogallo (66.3%) è come quello di Francia (67.4%) e Germania (65.9%). Per la Spagna (39.7%) e Irlanda (44.1%) è addirittura più basso della Gran Bretagna (52.0%). Difatti l’allarme per questi paesi non era il debito elevato, ma livelli di deficit piuttosto preoccupanti. Però una volta paragonati ai deficit di UK e Francia, non vedo proprio la differenza.

Source: WEO

Nel 2008 Portogallo e Francia partono dallo stesso livello di debito (66.3% e 67.4% rispettivamente). Dal 2008 al 2011 hanno praticamente dei deficit gemelli. Anche la crescita nel 2008 e 2009 è pressoché identica. L’unica differenza sta nelle stime IMF per il 2010 e 2011, che vede la Francia crescere moderatamente di più del Portogallo. Debito, deficit, e crescita sono le variabili che determinano la sostenibilità fiscale (dato che l’inflazione è trascurabile per tutti, hanno tuti e due la stessa moneta, e uno spread di interessi ridotto). Se il Portogallo fa parte dei famigerati PIGS ed è a rischio default, lo è altrettanto la Francia.

Un paragone parallelo si può fare anche per i meno indebitati (dati di partenza, 2008) Spagna (39.7%) e Irlanda (44.1%), con gli UK (52%).

Source: WEO

Hanno tutti e tre un deficit più elevato di Portogallo e Francia, partendo però da un debito più basso. Tra UK e Spagna non c’è alcuna differenza, mentre l’Irlanda ha un deficit leggermente più alto. Riguardo la crescita, anche qui l’Irlanda soffre un po’ di più, mentre invece la Spagna è messa direi meglio della Gran Bretagna. Di nuovo, dato che inflazione e tassi di interesse non giocano un ruolo particolare, un’analisi di sostenibilità qui si basa prevalentemente su debito, deficit e crescita. Anche in questo caso, se Irlanda e Spagna sono a rischio, lo è altrettanto la Gran Bretagna.

Questo lascia fuori la pecora nera greca, con un profondo debito pubblico da italiani, e un elevato deficit da anglosassoni. Una combinazione che giustamente isola la Grecia come il paese più a rischio. Forse con i tagli drastici alla spesa pubblica (tra cui una riduzione del 20% dello stipendio dei dipendenti statali), e portando il deficit 2010 sull’8%, non è da escludere che la Grecia ce la faccia a rassicurare i mercati. E se non ce la fa può sempre attivare il prestito del Fondo, fare un debt restructuring, o un default e buonanotte.

E se esiste un rischio di contagio, a quali stati si dovrebbe trasmettere? Se ci impuntiamo coi PIIGS allora c’è da aggiungere perlomento le lettere U (per UK) e F (per Francia). Ho cercato un anagramma e ciò spiega il titolo dell’articolo. Se è la Francia stessa a rischio, con l’Italia messa peggio e la Germania poco meglio, si tratta di una questione che coinvolge praticamente tutta la zona euro.

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