Assodato il fatto che il Paradiso, sia quello terreno che (per chi, come me, non è religioso) quello ultraterreno, non esiste, esistono tuttavia diverse gradazioni di Inferno che possiamo riscontrare sulla Terra. Alcune gradazioni infernali statali sono così poco sulfuree che potrebbero essere un compromesso accettabile per chi, come me, proprio non si rassegna al fatto di vivere in un inferno statale come quello italiano. Per questo motivo mi tengo informato su quei stati che ritengo essere, a volte a torto e a volte a ragione, delle entità statali a bassa gradazione sulfurea.
Per fortuna alla spinta normalizzatrice e accentratrice degli statalisti mondiali si oppone una spinta uguale e contraria di chi invece difende con il coltello tra i denti le proprie libertà e il proprio diritto di essere diverso. Passi per i vari socialisti con le loro pulsioni dirigiste, purtroppo però anche molti liberali confondono il localismo isolazionista e no global con un sistema di piccole entità statali globalizzate, efficienti, non lontane dal cittadino e in concorrenza tra loro (e con territori concorrenti anche al loro interno). Globalizzazione, dal mio punto di vista, non significa entità super-statali lontane dal cittadino-suddito che impongono norme uguali a tutti ma libertà di circolazione di persone, merci e servizi unita alla frammentazione del potere politico. Ossia, detto semplicemente e sommariamente: più Svizzera e meno Unione Europea. Scusatemi ma preferirei vivere in un territorio nel quale i cittadini votano continuamente in referenda e il principio di sussidiarietà Comune-Cantone-Stato federale è un fatto tangibile e non metaforico come da noi. Se per localista intendete il fatto che voglio delegare il minimo possibile e che voglio decidere per me, beh, sì, lo ammetto: sono uno sporco localista.
Dicevo, fino a quando non riusciranno a creare l’Inferno Totale e Totalitario Perfetto, ossia uno Stato Unico sulla Terra nel quale non avremo più vie di fuga e saremo perfettamente schiavi, mi interesso di stati che reputo interessanti per il livello di libertà che hanno al loro interno. Ovviamente, vista la vicinanza geografica e la fama mondiale, mi piace molto guardare alla Svizzera. Certo, la Svizzera non è, come scritto sopra, il Paradiso ed ha al suo interno dei picchi di statalismo non indifferenti e delle contraddizioni non da poco; ricordiamo per esempio che in Svizzera le donne hanno potuto votare dal 1971. Tuttavia, come nel caso del voto alle donne, mi viene da pensare che questo diritto, una volta ottenuto, sia una cosa consolidata e sentita. Nello Stato italiano le donne votano dal 1945 ma a ben guardare mi sembra solo una questione di forma e non di sostanza, una faccenda non sentita. Ossia, in Svizzera le donne votano dal 1971 e in Italia dal 1945 ma qual’è la società più maschilista e con maggiori soffitti di cristallo?
Nella mia ricerca di possibili Stati via di fuga, ho tenuto d’occhio anche gli Emirati Arabi Uniti. Gli EAU hanno alcune analogie con la Svizzera: sono uno Stato confederato e attirano capitali e persone da tutto il mondo per le loro potenzialità. Tuttavia le analogie finiscono qui e, anzi, gli EAU mi sembrano un perfetto case study che si potrebbe intitolare proprio “non ci si può improvvisare svizzeri“. Gli EAU, avendo come base l’ingente ricchezza derivante dal petrolio, stanno spingendo, grazie anche a tassazioni molto favorevoli, per diventare una sorta di Svizzera Araba richiamando capitali, knowhow, personaggi famosi, etc etc. Purtroppo però, grattata la patina di liberalità e di cosmopolitismo, restano alcuni fattori pesanti come macigni che impediscono agli EAU di fare quel salto di qualità così importante. La Svizzera è una confederazione di liberi cantoni, gli EAU sono una confederazione di monarchie assolute. Stabilità politica sul lungo termine non vuol dire una solida tirannia. Checché ne dica la brochure vietnamita che ho sulla mia scrivania che reclamizza il Vietnam come Paese nel quale investire, anche per il motivo che sotto la foto di una tavolata di truci personaggi in tenuta verde militare c’è la sinistra scritta stabilità politica, tirannia non è necessariamente sinonimo di sicurezza per un investistore; almeno sul lungo termine. Tirannia è uguale a futura rivoluzione, violenta o meno violenta. Trovarsi nel bel mezzo di un capovolgimento politico repentino o a un semplice cambio di tiranno (che magari implica un bel esproprio agli stranieri) non è la cosa che alletta di più. Libertà, rule of law e un sistema di democrazia diretta: questa è la stabilità politica che attira le persone! Dubai, il più intraprendente degli emirati, può benissimo continuare a costruire le sue Palm Islands e riprendersi dallo scoppio della sua catastrofica bolla immobiliare (pompata, come sempre, dallo Stato), ma fino a quando si metteranno in carcere cittadini stranieri che si baciano in un ristorante, beh, capite anche voi che la situazione non è esattamente da terra delle libertà e io personalmente non sono attratto da simili scenari. Grattata la patina scintillante di Occidente, gli EAU restano un Paese islamico molto conservatore; cosa che, i fatti sono lì a dimostrarcelo, cozza profondamente con concetti di libertà individuale e di società libera e dinamica.
Pensando ora alla mia futura Venetia indipendente, non posso non pensare che non ci si può improvvisare svizzeri. Ossia reputo vitale far sviluppare dal basso, ossia tra gli individui, quel senso di orgogliosa libertà individuale che differenzia nella sostanza la Svizzera dagli EAU. Far crescere tra i veneti quel rigetto per la delega sempre e comunque è fondamentale per avere in futuro una confederazione di libere province e non un semplice passaggio dalla sudditanza a Roma alla sudditanza a Venezia. Non ci si può improvvisare svizzeri e per questo bisogna a tutti i costi portare avanti questa battaglia che è culturale prima che politica. A che punto siamo? Non lo so, ma nonostante tutto penso che l’individualismo veneto, ossia quell’atteggiamento che consiste nel non aspettare la manna dal cielo (ossia dallo Stato) e di conseguenza muoversi per conto proprio, non sia ancora del tutto piegato alle logiche che dominano oggi all’interno dello Stato italiano e non solo. Penso che ci sia una buona base sulla quale costruire. Non è facile andare controcorrente, ma non è nemmeno utopico.
Luca Schenato
Pnv Verona
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Interessante articolo Luca, che mi trova concorde. Apprezzo particolarmente la parte relativa ad una “confederazione di libere province” … e la questione che il tutto deve partire da una consapevolezza maturata dal basso, dai cittadini e non da qualcosa di fumoso calato dall’alto (pensatori, dirigenti, politici ecc). Aggiungerei che cultura e politica, oggi così distanti e in apparenza agli antipodi, dovrebbero invece lavorare in “sinergica armonia”, ogni atto o testimonianza culturale è scelta politica, anche se non è ancora nella nostra forma mentis; possiamo anche asserire che cultura politica è un ramo della cultura della conoscenza, indi a mio avviso cultura e politica non sono poi così lontane tra loro. Un saluto. Sabrina Tessari
”A che punto siamo? Non lo so, ma nonostante tutto penso che l’individualismo veneto, ossia quell’atteggiamento che consiste nel non aspettare la manna dal cielo (ossia dallo Stato) e di conseguenza muoversi per conto proprio, non sia ancora del tutto piegato alle logiche che dominano oggi all’interno dello Stato italiano e non solo. Penso che ci sia una buona base sulla quale costruire. Non è facile andare controcorrente, ma non è nemmeno utopico.”
Xe questo el punto de forsa: par come che la vedo mi, esare distanti da roma ed esare produttivi e reattivi co xe ora de ”fare” i xe tuti fatori che ne rende ea strada in discesa pa rivare a l’indipendensa
E dal giorno in cui saremo indipendenti, grasie all’operosità che ne contradistingue, no gavaremo bisogno de nesun par governarse
No vedo l’ora de esare ciamà a votare, anca ogni setimana, par e question che riguardarà el nostro bel stato Veneto indipendente!
Bravo Luca, apprezzo il tuo lavoro e il tuo contributo. Mi auguro di pian piano di arrivare a quella consapevolezza che noi tutti auspichiamo
@jcfalkenberg a proposito di suisse 🙂 http://tinyurl.com/ybal5of
Bavo Luca, complimenti per la sintesi, ben ordinata e sostanzialmente reale.
Il problema è che ci vorrà altrettanto tempo per cambiare la testa ai veneti, e forse molto di più di quanto lo stato italiano ha utilizzato per “inculcarghelo, ossia incastrarghelo nella psiche.
Sono convinto che dobbiamo far diventare una religione l’indipendentismo, e dopo fare come i testimoni di geova, andare a due a due per le case a fare proseliti inneggiando alla salvezza eterna solo a chi non si renderà complice delle ingiustizie dello stato italiano.Ciao BG.
RT @Yoshi979: @jcfalkenberg a proposito di suisse 🙂 http://tinyurl.com/ybal5of