L’indecenza nel chiedere aiuti allo stato rubando soldi ai cittadini non ha limiti nella pseudoimprenditoria italiana. L’ultima in ordine di tempo è quella della FIEG (Federazione Italiana Editori), che per bocca del suo presidente Malinconico (non è uno scherzo, si chiama proprio così) vorrebbe applicare una minitassa (così furbescamente la chiama) alla navigazione in Internet, non sui loro giornali, che sarebbe leggittimo, no proprio sull’uso della rete!
Non voglio nemmeno stare a discutere troppo sulla aberrazione di una simile proposta, visto che i giornali in rete sono una scoreggina in confronto all’enormità di tutto quello che vi gravita, e che questi decerebrati nemmeno immaginano, ma ne cito solo una perché è tanto lontana dalla loro immaginazione da rendere evitente a tutti il baratro culturale in cui si trovano. Io ad esempio ho realizzato dei sistemi che si collegano macchina-macchina per trasmettersi dati per il funzionamento di impianti e la segnalazione remota di dati di processo e di allarme. Perché mai una ditta dovrebbe pagare la “minitassa” per monitorare il proprio impianto? E poi, per farne cosa? Per darla a loro? Appropriazione indebita legalizzata, ecco cosa invoca questa gente.
Sarebbe bene ricordare che la stampa e l’editoria già ricevono una montagna di sussidi, soldi che ci vengono rubati con le tasse per darli a loro, immeritatamente.
Con questa richiesta, oltre a quanto già ricevono, si realizza il classico prendersi il braccio dopo che gli hai dato la mano, e si raggiunge un grado di magnitudo di gravità superiore ad ogni altra simile pretesa avanzata da diverse organizzazioni dedite alla mungitura (come la FIAT).
Questo perché la stampa dovrebbe essere quella che più di altri agisce sul pensiero poiché è tutelata dalla stessa Costituzione per il suo ruolo di diffusione dell’informazione e della cultura. Che la stampa arrivi a così bassi livelli denota solo che le elites culturali del paese Italia sono scese molto in basso.
La mentalità dilagante è questa: siccome non sono capace di fare il mio lavoro, chiedo il sussidio. Non ci si chiede come mai il proprio lavoro non trova successo nel mercato. Semmai ci si pone nella posizione di affermare che è necessario salvare dalla crisi queste attività, come se esse fossero state il frutto della politica di pianificazione di stampo sovietico. Come nella realtà in effetti è.
Tutta la politica che esce da queste elites (nelle quali metto, allo stesso livello, politici, esercenti dei media, e una certa tipologia di “industriali”) ha come substrato l’idea della pianificazione, e della ripartizione (attraverso le imposte), insomma è una ideologia comunista o se volete fascicomunista come preferisco definirla con questo neologismo che mi sono inventato …e si, berluscones, parlo proprio anche di voi.
Un’ideologia in salsa di parmigiano, feudale e medioevale, incapace ancora oggi di guardare oltre il 1400 Anno Domini a cui questa gente risulta ancorata.
La triste proposta di Malinconico è triplamente vergognosa anche per il fatto che vorrebbe colpire quella che è secondo questi fossili dell’informazione il male contro cui accanirsi.
D’altra parte, nulla di nuovo: già ne abbiamo sentite in passato, a destra e a manca e il caso di dire, di tentativi di mettere le mani sui blog e sulla rete.
Sarebbe da invocare una ribellione, per esempio organizzare un giorno del vaffanculo giornalisti e promuovere il boicottaggio all’acquisto dei giornali, tanto per rimetterli un po’ in carreggiata.
Claudio G.
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