Da poco più di un mese c’è un piccolo bottoncino che sta rivoltando il mondo. Si tratta di un autentico virus i cui effetti non tarderanno a farsi sentire. Si tratta di un evento MACRO nell’evoluzione del mondo internet e che porterà dei risvolti globali nella comunicazione. E dato che la comunicazione è sempre più un motore dei cambiamenti, essi avverranno di conseguenza nella politica, nell’economia e in tutte le fasi dell’umana attività.
Vi ricordate quando 20 anni la CNN mostrava al mondo gli eventi che avvenivano in tempo reale? La prima guerra nel golfo era nelle nostre case. Beh, era evidente che stava avvenendo qualcosa di epocale, perché un’emittente tv raggiungibile in tutto il globo poteva cambiare la consapevolezza generale attorno a un evento lontano.
In quel frangente dalle nostre parti c’era qualcuno che aveva ben compreso la portata dei cambiamenti in atto e si apprestava a entrare nell’agone politico decidendo e plasmando per quasi un ventennio (ad oggi) le sorti di uno stato importante del mondo occidentale e non solo. Silvio Berlusconi, che indicheremo come sb per brevità, aveva perfettamente il polso della situazione, governava gli eventi, li anticipava e ne cavalcava alla perfezione le conseguenze. Era un drago, sb. Inarrivabile per quell’epoca in tutto lo stato italiano. Tralasciamo per un attimo i giudizi morali, o le considerazioni sulle scorciatoie che possa aver intrapreso. Ma senza ombra di ogni dubbio sb era geniale ed infaticabile e ha raggiunto traguardi non banali.
D’un colpo però qualcosa è cambiato, tra aprile e maggio del 2010. Due eventi vicini nel tempo, in due luoghi lontani, che hanno scavato un fossato incolmabile tra il mondo moderno e sb.
Il 21 aprile a San Francisco, infatti, Mark Zuckerberg e Bret Taylor, CEO e CTO di Facebook (fb), hanno aperto il loro social network a nuovi strumenti di condivisione e interazione con ogni sito internet. L’evidenza maggiore che si può notare è l’apparizione in tantissimi siti internet di bottoncini che permettono ai navigatori di indicare le loro preferenze e di pubblicarle in tempo reale su fb (“mi piace – i like it”). Questa “piccola” rivoluzione è in realtà un passo enorme verso la trasformazione di tutto il web in una dimensione “semantica” e relazionale, che lo trasformerà in un modo che oggi è persino difficile da prevedere. Di fatto ognuno di noi, con un buon numero di relazioni personali, diventerà una CNN potentissima. E se in un dato momento chiunque tra noi pubblicherà un contenuto rilevante, di fatto lo renderà fruibile in modo quasi istantaneo a un’audience vastissima, come mai è stato fino ad ieri.
Questa mossa da parte di fb mette in difficoltà persino google e rivolterà internet come un calzino, avvicinandoci al web semantico molto più velocemente di quanto possiamo persino pensare.
Meno di un mese dopo, il 19 maggio, il secondo evento che segna un divario incolmabile tra sb e il mondo contemporaneo. Durante una conferenza stampa con il Presidente egiziano Mubarak, sb parla di Google chiamandolo ‘Gogol’. Fin qui poco male, perché può anche succedere che un vecchietto come sb inciampi su una pronuncia. Il danno irreparabile lo fa però il suo personal trainer di internet, che dichiara che sb “non sa navigare, ma capisce fino in fondo le potenzialità di Internet” e che “non hanno ancora ‘lavorato’ sui motori di ricerca”.
Due piccoli eventi che segnano in modo inesorabile la fine di sb come anticipatore in grado di capire l’evoluzione del mondo. E se non lo capisce sb, in ITA nessuno potrà farcela, dato che per il resto il parlamento è un autentico cimitero di elefanti politici sconnessi.
Anzi, è l’intera ITA a essere diventata un dinosauro che non percepisce nemmeno l’imminenza della propria estinzione, con la nascita della Venetia indipendente e di tanti altri stati più piccoli, meno oppressivi, più efficienti e interconnessi rispetto ad un vecchio stato centralista corroso dai debiti, bolso dall’incapacità di sviluppo e di crescita e guidato da una massa di sopravvissuti ignari del mondo contemporaneo.
Gianluca Busato
PNV Treviso
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belo. te dovarisi scrivar dele robe del to mestiere pi speso
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